
Ci ritroviamo, questa domenica, a festeggiare il nostro Santo Patrono e l’inizio dell’anno pastorale, cioè l’inizio di tutto il nostro servizio in questa comunità parrocchiale.
Il Signore ci offre le letture di oggi per riflettere e lo facciamo con l’accoglienza di questa bambina in mezzo alla comunità, con la partenza di alcuni nostri ragazzi alla vita cristiana e con la benedizione dei nostri operatori pastorali. Il senso di tutto questo lo troviamo nella parola di Dio.
I discepoli incontrano Gesù e chiedono a Lui: “ Accresci in noi la fede “.
E’ il desiderio che dovremmo avere tutti, perché se veniamo qui, non è perché pensiamo di essere pieni di fede, ma il contrario. Veniamo ad ascoltare la sua parola, veniamo a nutrirci del Suo corpo e del Suo sangue, proprio perché abbiamo bisogno di Lui. Siamo i primi a dover gridare: “accresci in noi la fede”. Se ci mettiamo in alto guardando gli altri, puntando il dito e dicendo:” noi abbiamo la fede, voi no “, abbiamo sbagliato.
I primi a chiedere “accresci la nostra fede” sono proprio i discepoli, gli uomini che stanno seguendo Gesù, non persone esterne che non lo conoscono, ma quelli che vivono con Lui. Anche noi, la nostra comunità, che vive con Lui, desidera incontrarlo, desidera seguirlo.
Per primi dovremmo essere quelli che chiedono:” accresci in noi la fede.” E’ bello pensare che proprio all’inizio dell’anno pastorale ci viene dato questo invito. Iniziamo con questo grido:” accresci in noi la fede.”
Chi di noi può dire:” io so già tutto, ho una fiducia in Dio al cento per cento, ho fede in Lui, Lui vive in me.” Chi di noi può dire questo?
Accettiamo invece di riconoscere con quanta difficoltà Lo seguiamo, con quanta difficoltà seguiamo i Suoi passi, per essere crocifissi con Lui. Perché questa è la nostra chiamata. L’uomo vecchio deve essere crocifisso, per lasciare spazio all’uomo nuovo.
Quando ho chiesto ai genitori della bimba che verrà battezzata, cosa desiderano per lei, mi hanno risposto:” la vita eterna.” Questa è la nostra fede! Ma avere fede nella vita eterna significa avere una visione di un mondo completamente diversa. Invece, tante volte, viviamo esattamente come gli altri, che pensano che con la morte finisca tutto. Per noi è diverso. La nostra fede inizia con il Battesimo. Tutto cambia, io vivo per qualcosa di infinito. Le mie relazioni sono diverse .
“Accresci noi la fede”: questa richiesta è necessaria per ciascuno di noi. La fede dà il senso alla nostra vita, altrimenti non saremmo qui. Io non dico che non si può vivere diversamente, ma se siamo qui radunati in questa chiesa, è perché pensiamo che la fede in Gesù Cristo, dia senso alla nostra vita. Di gente con fede, io ne ho vista, incontrata tanta: ho visto persone straordinarie, ho visti occhi pieni di vita, di gente che stava perdendo la vita. Ho visto sorrisi incredibili nel volto di paralizzati, di persone che avremmo detto: ” Perché vivono così? Ha senso questo? A che serve la sua vita? Ma il loro sorriso dimostrava la loro fede. Ho conosciuto genitori che nel momento in cui stavano perdendo un figlio, hanno dato la fede a me . Abbiamo visto santi che hanno cambiato un paese: una piccola suora piena di rughe ha dato la vita e ha cambiato un sistema, quello delle caste.
La fede c’è, la fede cammina in mezzo a noi, in questo mondo, ed è questo che desideriamo per questa bambina, è questo che desideriamo per questi ragazzi, per quelli che adesso prenderanno il volo, è questo che vogliamo: una fede forte, che dia vita alla nostra vita. Perché se no, cosa siamo? Dove andiamo? Cosa diamo? Se non è in Lui ?
Vedete, Gesù ci dà un esempio. Prendiamo la parabola del granello di senape e del gelso.
Il gelso ha radici molto profonde, quindi è molto difficile sradicarlo e il granello di senape è un puntino così piccolo che a mala pena si vede, ma Gesù dice:” basta che abbiate fede come un granello di senape.” Perché Dio lo sa che la nostra fede non è mai una cosa immensa.
Manca passione nelle nostre comunità, manca la certezza che la vita non abbia senso senza di Lui, manca la voglia di donarsi pienamente, anche se Cristo si è donato. Abbiamo bisogno di tutto ciò. Ed è bello che all’inizio di quest’anno pastorale ci venga ricordato questo.
Gesù parla poi del servo inutile che non è quello che non serve a niente. Non intendiamo questa parola così: inutile vuol significare che non ha utile, cioè non ha compenso per quello che sta facendo. Anche noi dobbiamo sentire la fede e il dono con questo sentimento, senza bisogno di aspettarci qualcosa. Purtroppo queste sono le relazioni che abbiamo nel mondo, in cui io do perché voglio ricevere, perché mi aspetto qualcosa dall’altro. Ma nella vita cristiana è diverso. Io mi dono perché ho bisogno di donarmi, perché quell’amore, che ho ricevuto nel Battesimo, lo voglio donare. Ed è questa la vita cristiana.
Siamo servi inutili perché doniamo. Non stiamo facendo questo per qualcos’altro, ma perché sentiamo dentro di noi quel bisogno di donare. Non posso fare a meno di donarmi.
Non posso fare a meno di vivere pienamente la vita di Cristo, che mi ha amato donando tutto se stesso, con la sua Passione.
Questo è il desiderio grande di ciascuno di noi, questo il nostro modo di vita. Siamo servi inutili, non perché siamo inutili, anzi, il Signore si serve di noi. Ma inutili nel senso che non ci dobbiamo aspettare niente da questo dono di noi stessi.
È necessario tutto ciò e questa bambina, questi bambini vivranno in questa vita, solo se noi sappiamo dare la nostra vita.
L’invito di oggi è:” accresci in noi la fede” per poterla donare. Perché noi desideriamo una vita piena. Non siamo di quelli che seguono le mode, come tante pecore, senza capire . Vogliamo vivere la vita quotidianamente, in un mondo che dice tutto e il contrario di tutto, dobbiamo vivere pienamente. Non facciamo le cose a metà. O tutto o niente: è così la vita cristiana. O tutto o niente.
I bambini lo sentono, lo capiscono. Non posso dire al mio figlio vai al catechismo e basta: questo non ti fa cristiano. Il cristianesimo è vita.
Ed è questo che desideriamo per questa bambina, è questo che desideriamo per ciascuno di noi. Nella seconda lettura, quella di San Paolo, c’è scritto:”Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio. “Questo dono, oggi, viene dato a questa bambina, ma guardando lei, guardando il suo battesimo, ricordiamoci di ravvivare il nostro dono. Siamo chiamati ogni giorno a vivere il dono ricevuto con il battesimo.
Chiediamo al Signore veramente di aprire il nostro cuore alla Sua presenza, perché c’è e continua ad esserci in questo dono. Lui c’è e ha bisogno di noi, di questi servi inutili che siamo noi.
Chiediamo a Lui di aprire questi occhi alla Sua presenza, questo cuore, queste mani. Chiediamo che possiamo veramente gridare ogni giorno “accresci la nostra fede”, perché questa fede,e solo questa fede, dà senso alla nostra vita. Amen.
