Melissa, Pietro, Damiano, Margherita, Francesco, Alessio, Ilenia, Andrea, Daniel, Sofia, Martina, Ludovica, Isabella, Giada, Alessandro, Gianluca, Rita, Michela: questi ragazzi che hanno risposto a questa chiamata del Signore si sono alzati davanti a voi e hanno detto il loro: “Eccomi!”.
Una decina di anni fa li avete battezzati, avete scelto il Battesimo per loro, adesso sono loro, davanti a voi, che hanno detto il loro: “Eccomi”.
E lo fanno in un giorno particolare, lo fanno il giorno della festa dell’Ascensione, e lo fanno il giorno della festa della mamma, due momenti importanti.
La festa della mamma ci ricorda l’importanza di voi genitori. Il giorno in cui questi ragazzi sono stati battezzati voi avevate preso l’impegno di portarli alla fede, di accompagnarli in questo cammino, avevate scelto anche dei padrini, ma i primi catechisti nella vita dei vostri figli siete voi. Siete voi che li accompagnate in questo cammino di vita, siete voi che trasmettete la fede, i valori, siete voi che trasmettete l’educazione, senza dimenticarci, però, che in questo cammino c’è Dio.
E voi il giorno del Battesimo, avete voluto che i vostri figli ricevessero questo piccolo germe della Vita Eterna che deve crescere, e a poco a poco li avete accompagnati anche a catechismo, per ricevere l’istruzione, per capire e per conoscere chi è questa persona viva, che è Cristo.
Dico “viva” perché oggi è la festa dell’Ascensione, la festa in cui ricordiamo, l’avete sentito nella prima lettura, che Gesù sale in cielo. E gli apostoli stanno così, guardando in aria. E questa è forse una tentazione che può succedere nella nostra vita, pensare cioè che i cristiani sono persone sconnesse dalla vita quotidiana, che stanno lì ad aspettare che da Dio venga tutto. Ma se conoscete un po’ la Chiesa, e i vostri ragazzi, in questi anni, l’hanno un po’ conosciuta, saprete che non è così.
Come agli apostoli, due uomini in veste bianca hanno chiesto: “Che cosa state guardando in alto?”, anche noi oggi lo ripetiamo a questi bambini.
Carissimi, oggi non è che per seguire Gesù dovrete sempre vivere così, come se la vostra vita fosse in cielo: Gesù entra nella vostra vita, fisicamente entra nel vostro corpo, e voi diventerete, da oggi in poi, ogni volta che andrete in Chiesa, dei tabernacoli, cioè il luogo dove viene riposto Gesù nelle Chiese, il nostro sta nella cappellina qui a fianco.
Voi siete tutti tabernacoli viventi, con due gambe, cioè uscendo da questa Chiesa, da oggi in poi, dopo la Messa porterete Cristo, siete portatori di Cristo. Non un Cristo che sta in cielo sulla sua nuvoletta, un po’ come nella pubblicità della Lavazza, in cui Dio guarda quello che succede e ride bevendo un caffè, no! E’ un Dio che si è fatto uomo, Gesù Cristo è venuto in mezzo a noi, l’abbiamo celebrato a Natale.
Ha sofferto, è morto, l’abbiamo visto il venerdì santo, ma poi è risorto, e a un certo momento è salito in cielo, e continua a seguire la nostra vita, e oggi entra nella vostra.
E voi, uscendo da questa Chiesa, porterete Cristo agli altri.
Avete sentito nel Vangelo quello che ci viene detto? Gesù dice: “Andate! E imponete ai malati le mani”.
Voi non dovete andare in giro a mettere le mani sulla gente, così, ma imporre le mani può significare anche dare una carezza, può significare guardare un volto che soffre, dare una mano a chi ha bisogno. Voi, se siete portatori di Cristo, dovete esprimere con la vostra vita la Sua presenza, e Gesù ci ha insegnato a dare l’amore agli altri.
E voi siete chiamati a questo, tutti noi siamo chiamati a questo, ma voi oggi ce lo fate ricordare.
Perché vedete, la gente che è dietro di voi da tanti anni prende la comunione, ed è quasi diventata un’abitudine. Veniamo a Messa, prendiamo la comunione, e forse ci siamo dimenticati la bellezza di quello che significa, il fatto che, uscendo da qui, non sono più come prima, sto portando qualcuno con me: Gesù Cristo! Ed esprimo con la mia vita che Cristo sta qui.
E allora voi dovrete sempre, per tutta la vostra vita, aprire il cuore: Gesù, quando è salito in cielo, ha mandato lo Spirito Santo per accompagnarci, questo Spirito d’amore che deve guidare la nostra vita. Voi lo riceverete in pienezza tra qualche anno, il giorno della vostra Cresima. Ma già da adesso siete pieni di Spirito.
Allora noi, oggi, come comunità, come grande famiglia, vi vogliamo accompagnare, lo faremo sicuramente con la preghiera, certe volte cercheremo di farlo anche con l’esempio, anche se non è facile, perché di difetti ne abbiamo tutti, anche la nostra comunità ne ha, anche i vostri genitori hanno dei difetti, però siamo chiamati a combatterli e a cercare di migliorare sempre nella nostra vita, sempre! Ma questo è possibile se apriamo il cuore: se il cuore è chiuso non c’è niente da fare, Dio busserà sempre ma noi non gli vorremo aprire.
E allora oggi chiediamo anche al Signore di accompagnarvi, di aiutarvi ad aprire sempre il vostro cuore alla sua presenza, sempre!
Perché Lui ha bisogno di noi, questa è la cosa incredibile di questo Dio! Ha bisogno delle nostre mani, ha bisogno del nostro sguardo, ha bisogno del nostro sorriso, della nostra bocca per parlare. E quindi ha bisogno di ciascuno di noi.
Oggi siamo mandati in missione, siete mandati in missione. Oggi, uscendo da qui, sarete portatori di Cristo. Amen
13-05-2018 (Ascensione del Signore – Anno B)
Commento di Don Stefano Cascio