Vieni Santo Spirito, accendi nei cuori dei tuoi fedeli il fuoco del tuo amore
Cosa si conclude oggi? Oggi, a la Pentecoste. Dopo cinquanta giorni, si conclude il tempo pasquale. Questa sera verrà spento il cero pasquale, che ci ricordava quella notte in cui abbiamo festeggiato la Pasqua. Per cinquanta giorni i cristiani celebrano questo grande momento della Resurrezione, un momento particolare, perché dà senso a tutta la nostra vita.
La grande festa di Pentecoste quest’anno è anche la festa di Edoardo, perché Edoardo oggi viene battezzato, cioè immerso: vi ricardate che la parola Battesimo in greco significa immergere? Edoardo viene immerso nella morte e Resurrezione di Cristo: muore al peccato per risorgere con Cristo. Ed è il percorso di ciascuno di noi battezzati: anche noi siamo morti al peccato, per risorgere con Cristo.
Avete notato che in questi cinquanta giorni, di domenica, non abbiamo recitato il Credo: vi ho fatto delle domande, ogni volta vi chiedevo di rinunciare al male e poi vi chi devo se credevate in Dio, in Gesù Cristo, nello Spirito Santo e nella Chiesa. Quindi abbiamo camminato in questi cinquanta giorni, tenendo sempre presente questa vita nuova che abbiamo ricevuto e che oggi i genitori di Edoardo hanno deciso di dare anche al loro figlio. Nell’educazione i genitori scelgono tante cose; per voi, che siete qui presenti, la fede è un tesoro che volete trasmettere, è qualcosa di molto importante questa vita nuova che abbiamo ricevuto nel Battesimo.
Oggi, se avete ascoltato bene nella prima lettura, ci viene raccontato quello che succede a Pentecoste. Come sempre, i discepoli sono rinchiusi nel Cenacolo, hanno paura. La prima comunità cristiana si ritrovava lì, dove Gesù aveva celebrato l’ultima cena. E sono paurosi, per timore dei Giudei, dice il Vangelo, si nascondono. Ma avete sentito quello che succede? “Venne dal cielo un fragore”. A quel rumore la folla fuori accorse. A Gerusalemme abitavano Giudei di ogni nazione sotto il cielo”. Con la discesa dello Spirito, i discepoli cominciano a uscire e la gente diceva: “Ma questi hanno bevuto!”. Questo non lo dico io, lo dice la Scrittura. Erano così euforici, così felici, così contenti che la gente, vedendoli in quel modo, credeva che avessero bevuto. E Pietro è obbligato a rispondere: “No no! Non siamo ubriachi, è ancora mattina!”. Escono, e avviene un fatto ben diverso da quello che accadde alla Torre di Babele, quando l’uomo, credendosi al centro di tutto, pretendeva di poter arrivare fino a Dio per dirsi potente come Dio, lì quegli uomini si dispersero perché con lingue diverse non si capivano più; qui, come avete sentito, questi uomini, uscendo dal Cenacolo, parlano con tutti e tutti possono capire. La folla dice: “Come è possibile? Questi uomini non sono Galilei? Come mai li udiamo parlare nella nostra propria lingua natia? Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e della Libia cirenaica, pellegrini Romani, Cretesi e Arabi: li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue!”. Perché la lingua dell’amore è una sola. E noi lo sappiamo benissimo.
Noi sappiamo riconoscere l’amore, senza bisogno della lingua. Non abbiamo bisogno di capire uno per come parla, ma per come custodisce l’altro, questo lo capiamo benissimo. Noi sappiamo benissimo che l’amore è universale. Noi sappiamo benissimo che ognuno di noi lo ricerca. E quello che oggi dobbiamo dare a Edoardo e che si deve un pò far riflettere anche a noi, è che lui oggi diventa figlio di Dio. Quella figliolanza che ciascuno di noi ha ricevuto, oggi la riscopriamo col Battesimo di Edoardo. Noi siamo già amati. Non abbiamo bisogno di andare a cercare non so cosa, noi sappiamo già di essere amati! E allora siamo invitati a donarlo, questo amore. È questa la cosa bella che abbiano ricevuto, perché lo Spirito che ci fa figli, che ci fa sentire amati, ci permette di amare di più, senza andare a cercare non so che cosa.
Sappiamo però che abbiamo le tentazioni; che invece tante volte questo amore lo ricerchiamo nel modo sbagliato e che tante volte rimettiamo noi stessi al centro, che abbiamo bisogno di sentire che gli altri ci amano, che abbiamo bisogno di essere al centro dell’attenzione dell’altro, o di sapere cosa pensa di me questa persona; quando invece quell’amore che abbiamo già ricevuto, c’è già, ce lo dobbiamo solo giocare! E i genitori di Edoardo, i padrini e la madrina dovranno aiutare questo bambino, nella sua crescita a, riscoprire questo amore.
Oggi abbiamo due momenti importanti: il primo è questo Battesimo; ma c’è anche la professione di fede dei bambini del primo anno. Vedremo un gesto molto importante, molto bello. Durante il Battesimo, i genitori e i padrini ricevono una candela che viene accesa al cero pasquale, che è il simbolo della luce della fede, di questa luce di Cristo che illumina la nostra vita. Il giorno del Battesimo i nostri genitori e i nostri padrini hanno portato a nome nostro questa candela. Oggi questa candela la consegno ai genitori del primo anni, che, a loro volta, la daranno ora ai loro figli che sono cresciuti: è il segno di quello che hanno fatto finora, cioè è il segno che hanno aiutato questi figli a crescere in tutto, anche nella fede.
Allora vedremo come a poco a poco le cose vanno avanti, da Edoardo, fino ai nostri figli. E dobbiamo continuare a portare avanti questo messaggio. Dobbiamo aiutare questi ragazzi a riscoprire quello che sono. Dobbiamo camminare per riscoprire sempre di più che siamo figli di Dio. Una sola preghiera il Signore ci ha insegnato, ed a il Padre nostro. Non ce n’è nessun’altra. Una sola! Padre nostro. Anzi, come sapete, lui dice: Abbà, papà. Quindi la nostra relazione con Dio è una relazione veramente intima! È questo che dovremo riscoprire.
Infine, l’ultima cosa che vorrei dire perché oggi è importante questa festa della Pentecoste, è anche la festa della Chiesa. Questi discepoli erano insieme: ed è lo Spirito che li manda poi; ed è lo Spirito che permette loro di far crescere le comunità nel mondo. La Chiesa è questo grande famiglia. L’abbiamo sentito, lo Spirito ci fa un solo corpo: il corpo di Cristo. Ed è per questo grande corpo che formiamo, ciascuno di noi è importante. Edoardo oggi diventa uno dei componenti di questo grande corpo. E quando facciamo la comunione non la facciamo solo per noi stessi, ma esprimiamo questa unità: ed è importante questo, in un mondo che si sgretola, in un mondo individualista, egoista, dobbiamo sentire la differenza all’interno delle comunità cristiane. Ci deve essere qualcosa che ci unisce: e questo qualcosa è qualcuno: è Cristo! È il suo amore. E questo lo dobbiamo avere forte dentro di noi! Lo dobbiamo sentire e lo dobbiamo trasmettere ai nostri bambini, questa è la grande famiglia.
Purtroppo oggi molti la famiglia non l’hanno più, sono sgretolate. Che almeno trovino un luogo dove la famiglia è riunita! Ed è questo, è la Chiesa! Ma ciascuno di noi deve mettere il suo. La Chiesa non sono i preti e le suore, ma la Chiesa siamo tutti noi, ciascuno di noi! Ed è questo che è bello, ciascuno è mportante, perché siamo tutti figli!
Allora, oggi preghiamo per Edoardo, preghiamo per i nostri ragazzi che davanti a noi faranno la professione di fede. E preghiamo anche per noi, perché possiamo scoprire sempre di più l’amore che il Signore, attraverso lo Spirito Santo, ci vuole donare. Amen
Vieni Santo Spirito, accendi nei cuori dei tuoi fedeli il fuoco del tuo amore
Cosa si conclude oggi? Oggi, a la Pentecoste. Dopo cinquanta giorni, si conclude il tempo pasquale. Questa sera verrà spento il cero pasquale, che ci ricordava quella notte in cui abbiamo festeggiato la Pasqua. Per cinquanta giorni i cristiani celebrano questo grande momento della Resurrezione, un momento particolare, perché dà senso a tutta la nostra vita.
La grande festa di Pentecoste quest’anno è anche la festa di Edoardo, perché Edoardo oggi viene battezzato, cioè immerso: vi ricardate che la parola Battesimo in greco significa immergere? Edoardo viene immerso nella morte e Resurrezione di Cristo: muore al peccato per risorgere con Cristo. Ed è il percorso di ciascuno di noi battezzati: anche noi siamo morti al peccato, per risorgere con Cristo.
Avete notato che in questi cinquanta giorni, di domenica, non abbiamo recitato il Credo: vi ho fatto delle domande, ogni volta vi chiedevo di rinunciare al male e poi vi chi devo se credevate in Dio, in Gesù Cristo, nello Spirito Santo e nella Chiesa. Quindi abbiamo camminato in questi cinquanta giorni, tenendo sempre presente questa vita nuova che abbiamo ricevuto e che oggi i genitori di Edoardo hanno deciso di dare anche al loro figlio. Nell’educazione i genitori scelgono tante cose; per voi, che siete qui presenti, la fede è un tesoro che volete trasmettere, è qualcosa di molto importante questa vita nuova che abbiamo ricevuto nel Battesimo.
Oggi, se avete ascoltato bene nella prima lettura, ci viene raccontato quello che succede a Pentecoste. Come sempre, i discepoli sono rinchiusi nel Cenacolo, hanno paura. La prima comunità cristiana si ritrovava lì, dove Gesù aveva celebrato l’ultima cena. E sono paurosi, per timore dei Giudei, dice il Vangelo, si nascondono. Ma avete sentito quello che succede? “Venne dal cielo un fragore”. A quel rumore la folla fuori accorse. A Gerusalemme abitavano Giudei di ogni nazione sotto il cielo”. Con la discesa dello Spirito, i discepoli cominciano a uscire e la gente diceva: “Ma questi hanno bevuto!”. Questo non lo dico io, lo dice la Scrittura. Erano così euforici, così felici, così contenti che la gente, vedendoli in quel modo, credeva che avessero bevuto. E Pietro è obbligato a rispondere: “No no! Non siamo ubriachi, è ancora mattina!”. Escono, e avviene un fatto ben diverso da quello che accadde alla Torre di Babele, quando l’uomo, credendosi al centro di tutto, pretendeva di poter arrivare fino a Dio per dirsi potente come Dio, lì quegli uomini si dispersero perché con lingue diverse non si capivano più; qui, come avete sentito, questi uomini, uscendo dal Cenacolo, parlano con tutti e tutti possono capire. La folla dice: “Come è possibile? Questi uomini non sono Galilei? Come mai li udiamo parlare nella nostra propria lingua natia? Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e della Libia cirenaica, pellegrini Romani, Cretesi e Arabi: li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue!”. Perché la lingua dell’amore è una sola. E noi lo sappiamo benissimo.
Noi sappiamo riconoscere l’amore, senza bisogno della lingua. Non abbiamo bisogno di capire uno per come parla, ma per come custodisce l’altro, questo lo capiamo benissimo. Noi sappiamo benissimo che l’amore è universale. Noi sappiamo benissimo che ognuno di noi lo ricerca. E quello che oggi dobbiamo dare a Edoardo e che si deve un pò far riflettere anche a noi, è che lui oggi diventa figlio di Dio. Quella figliolanza che ciascuno di noi ha ricevuto, oggi la riscopriamo col Battesimo di Edoardo. Noi siamo già amati. Non abbiamo bisogno di andare a cercare non so cosa, noi sappiamo già di essere amati! E allora siamo invitati a donarlo, questo amore. È questa la cosa bella che abbiano ricevuto, perché lo Spirito che ci fa figli, che ci fa sentire amati, ci permette di amare di più, senza andare a cercare non so che cosa.
Sappiamo però che abbiamo le tentazioni; che invece tante volte questo amore lo ricerchiamo nel modo sbagliato e che tante volte rimettiamo noi stessi al centro, che abbiamo bisogno di sentire che gli altri ci amano, che abbiamo bisogno di essere al centro dell’attenzione dell’altro, o di sapere cosa pensa di me questa persona; quando invece quell’amore che abbiamo già ricevuto, c’è già, ce lo dobbiamo solo giocare! E i genitori di Edoardo, i padrini e la madrina dovranno aiutare questo bambino, nella sua crescita a, riscoprire questo amore.
Oggi abbiamo due momenti importanti: il primo è questo Battesimo; ma c’è anche la professione di fede dei bambini del primo anno. Vedremo un gesto molto importante, molto bello. Durante il Battesimo, i genitori e i padrini ricevono una candela che viene accesa al cero pasquale, che è il simbolo della luce della fede, di questa luce di Cristo che illumina la nostra vita. Il giorno del Battesimo i nostri genitori e i nostri padrini hanno portato a nome nostro questa candela. Oggi questa candela la consegno ai genitori del primo anni, che, a loro volta, la daranno ora ai loro figli che sono cresciuti: è il segno di quello che hanno fatto finora, cioè è il segno che hanno aiutato questi figli a crescere in tutto, anche nella fede.
Allora vedremo come a poco a poco le cose vanno avanti, da Edoardo, fino ai nostri figli. E dobbiamo continuare a portare avanti questo messaggio. Dobbiamo aiutare questi ragazzi a riscoprire quello che sono. Dobbiamo camminare per riscoprire sempre di più che siamo figli di Dio. Una sola preghiera il Signore ci ha insegnato, ed a il Padre nostro. Non ce n’è nessun’altra. Una sola! Padre nostro. Anzi, come sapete, lui dice: Abbà, papà. Quindi la nostra relazione con Dio è una relazione veramente intima! È questo che dovremo riscoprire.
Infine, l’ultima cosa che vorrei dire perché oggi è importante questa festa della Pentecoste, è anche la festa della Chiesa. Questi discepoli erano insieme: ed è lo Spirito che li manda poi; ed è lo Spirito che permette loro di far crescere le comunità nel mondo. La Chiesa è questo grande famiglia. L’abbiamo sentito, lo Spirito ci fa un solo corpo: il corpo di Cristo. Ed è per questo grande corpo che formiamo, ciascuno di noi è importante. Edoardo oggi diventa uno dei componenti di questo grande corpo. E quando facciamo la comunione non la facciamo solo per noi stessi, ma esprimiamo questa unità: ed è importante questo, in un mondo che si sgretola, in un mondo individualista, egoista, dobbiamo sentire la differenza all’interno delle comunità cristiane. Ci deve essere qualcosa che ci unisce: e questo qualcosa è qualcuno: è Cristo! È il suo amore. E questo lo dobbiamo avere forte dentro di noi! Lo dobbiamo sentire e lo dobbiamo trasmettere ai nostri bambini, questa è la grande famiglia.
Purtroppo oggi molti la famiglia non l’hanno più, sono sgretolate. Che almeno trovino un luogo dove la famiglia è riunita! Ed è questo, è la Chiesa! Ma ciascuno di noi deve mettere il suo. La Chiesa non sono i preti e le suore, ma la Chiesa siamo tutti noi, ciascuno di noi! Ed è questo che è bello, ciascuno è mportante, perché siamo tutti figli!
Allora, oggi preghiamo per Edoardo, preghiamo per i nostri ragazzi che davanti a noi faranno la professione di fede. E preghiamo anche per noi, perché possiamo scoprire sempre di più l’amore che il Signore, attraverso lo Spirito Santo, ci vuole donare. Amen