14 maggio 2017 – V Domenica di Pasqua

Letture del giorno (At 6,1-7 / Sal 32 / 1Pt 2,4-9 / Gv 14,1-12)

Se dovessi riassumere in una sola parola le letture di oggi sceglierei la parola apostolo.
Perché dico questo? Perché come vedete, nella prima lettura dagli Atti degli Apostoli vediamo la Chiesa primitiva, l’inizio della Chiesa.

E quello che ci consola è vedere che la Chiesa primitiva non ha molta differenza con la Chiesa di oggi.

Ieri come oggi ci sono scontri tra le persone all’interno della comunità. Avete visto che ci sono problemi alla mensa, le mogli ebree con le mogli greche, sembra che ci sia più cibo dagli ebrei che dai greci e quindi ci sono problemi. Allora a un certo momento i discepoli hanno detto: “Basta, noi non possiamo perdere tempo con la mensa, dobbiamo continuare ad andare a predicare, e quindi scegliamo degli uomini che faranno un servizio”, che sono i diaconi, e abbiamo l’elenco dei primi diaconi della Chiesa.

Però la cosa interessante è che nasce anche all’interno della comunità, della Chiesa, il fatto che ciascuno ha il suo posto, il suo servizio, il “cosa devo fare io per servire la Chiesa?”

E questo lo ritroviamo poi anche nel Vangelo, quando il Signore ci dice: “Vado a prepararvi un posto”.

Ed è importante perché, lo vediamo, la nostra vita non è una vita vissuta così, giorno dopo giorno, ma c’è un senso nella mia vita, io sono qui sulla terra per qualcosa di ben particolare, e vado nel Cielo in un posto ben particolare.

Tutto è preciso.

Siamo in un mondo invece che cerca di dirci che non c’è niente, che tutto è relativo, che tutto va avanti così, vivi al giorno quello che è, non progettare niente.

Il Signore invece è molto più chiaro, la nostra vita da cristiani è molto diversa: io ho un posto nella Chiesa, sulla terra come in Cielo, e nessuno verrà a rubarmelo. Questo è il mio posto, è stato pensato per me.

Allora questo significa per il cristiano, che deve prima di tutto cercare la sua vocazione, cioè la sua chiamata.

A cosa sono chiamato io in questa società, in questa comunità, in questa Chiesa? A cosa sono chiamato dal Signore?

Il mio cammino è ben preciso, ma per avere un cammino preciso devo capire da dove parto.

Filippo chiede a Gesù: “Come faccio per arrivarci a questo posto?“

E la risposta di Gesù è molto semplice: “Non hai visto, non hai capito che sono io la Via, la Verità e la Vita?”

La Chiesa non ci dà un elenco di valori, non ci dà una dottrina da seguire, Gesù ci sta spiegando, che il cammino è lui, è un incontro, è una persona.

Io scopro chi sono attraverso Gesù.

Io scopro che cos’è la mia umanità attraverso Gesù. Io scopro la verità sulla mia vita attraverso Gesù. Io scopro il volto del Padre attraverso Gesù. Io scopro il senso della mia vita del mio cammino, la mia via, attraverso Gesù.

E’ l’incontro con Cristo che ci dà la risposta di dove sono e dove vado.

Quella nostra domanda fondamentale, di sapere chi siamo e dove andiamo, la risposta la troviamo in Gesù. E’ lì che dobbiamo puntare, è lì che dobbiamo cercare l’incontro: è in Cristo.

La nostra comunità diventa una comunità di fede nel momento in cui Cristo è al centro delle nostre relazioni. Ed è quello che noi dobbiamo ricercare assolutamente. L’ho detto tante volte e lo ripeto, non sono tutte le azioni che faremo intorno che servono a qualcosa, se al centro non c’è Cristo. La nostra comunità potrà essere una comunità di amici, di compagni, di persone che si conoscono, di famiglie, tutto quello che volete, ma se Cristo non è al centro delle nostre relazioni ci saranno gli stessi conflitti che abbiamo visto all’inizio, negli Atti degli Apostoli. Se non va bene tra catechiste, se non va bene tra animatori, se non va bene tra… è semplicemente perché Cristo non è al centro delle nostre relazioni.

E’ lì che dobbiamo puntare.

E’ per questo che abbiamo voluto, dall’inizio della nostra azione pastorale, mettere Gesù al centro, attraverso l’adorazione. E’ lì che posso incontrare Cristo: nella Parola e nell’Eucaristia.

Allora se io faccio fatica, mi devo impegnare, perché questa deve essere la base di tutto. Non servono a niente le altre cose se alla base non c’è l’incontro con Cristo. Posso fare tante cose, nell’oratorio, da tante parti, ma se Cristo non c’è, se non ho una relazione con Lui, e solo un vento, è solo qualcosa che passa, un giorno sparirà. Quando non troverò più gli amici che avevo prima, sparirà tutto.

E cosa mi rimane?

Niente.

E’ Cristo il fondamento della nostra vita. Cerchiamolo. Perché è lui che ci darà la risposta: Via, Verità, Vita.

Amen

Omelia del 14 maggio 2017 in formato pdf

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