17 settembre 2017 XXIV Domenica del tempo ordinario

San Paolo scrive ai Romani: “Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore”.

Credo che siano parole importantissime, necessarie, belle, per un momento in cui abbiamo cinque battesimi, questa mattina, perché ci riportano all’essenziale della nostra vita.

Queste parole sono un po’ come una bussola: noi abbiamo bisogno di renderci conto che se siamo qui, se viviamo, se abbiamo ricevuto la vita, è perché il Signore ci ha voluti. Per noi cristiani il Signore è al centro della nostra vita, dalla nascita alla morte.

Diventa l’orientamento della mia vita.

Nella mia vita faccio tante scelte, ma se decido (perché lo decido io, a un certo momento, di essere o non essere cristiano) se io decido di essere cristiano, se scelgo questa via, allora ho un orientamento ben preciso nella mia vita.

Oggi questi genitori propongono, in un certo senso, ai figli, questa via, questo orientamento.

Poi dovranno loro, nelle loro scelte, continuare su quella via o meno.

Ma molti di voi che siete qui oggi, l’avete scelto. Venite a messa, fate parte di gruppi nella parrocchia, venite a pregare, il vostro orientamento dovrebbe essere chiaro.

Perché, vedete, noi nei nostri telefonini, nelle macchine, abbiamo il GPS. Ormai ovunque vai puoi facilmente trovare la tua strada, perché l’intelligenza umana è riuscita a creare questa cosa.

Volete che Dio non possa fare la stessa cosa? In ciascuno di noi Dio ha messo il bisogno di assoluto. L’uomo, a differenza dell’animale, ricerca qualcosa che è al di sopra di lui, non si ferma solo alle sue passioni e ai suoi bisogni, l’uomo ha bisogno di qualcosa di più, altrimenti è vuoto.

E il grande problema di oggi è questo: è che tanti non cercano più, e sono vuoti dentro.

Allora vanno avanti per piccole gioie che hanno giorno dopo giorno, ma non hanno un orizzonte, non hanno qualcosa che riempie quella fame e sete che hanno dentro di verità, di assoluto, di bello, di buono, che ciascuno di noi ha dentro di sé.

E questo, è il Signore che ce l’ha messo dentro.

Allora pensate che Lui non sia una bussola per la nostra vita? Che non possa orientare la nostra vita?

Oggi qui ci dice, attraverso le parole di Paolo: “Nessuno di noi vive per se stesso”.

Nell’era del selfie, in cui io mi faccio la foto da solo, in cui l’ombelico mio è la cosa più importante, in cui sto sempre a guardare me stesso (basta andare sulle pagine facebook di alcune persone, dove c’è solo la loro foto, sempre e ovunque) il Signore ci dice: “Trovati un altro orientamento, perché se tu guardi solo il tuo ombelico, non andrai da nessuna parte”.

Questi genitori hanno scelto oggi per i loro figli un orientamento, una strada.

Gesù ha detto: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”.

E’ una cosa grande, questa. Risponde a tutti i nostri bisogni.

E i genitori e i padrini saranno i primi a dover aiutare questi bambini nella loro crescita. Più volte, lo sentirete, chiederò ai genitori e ai padrini se sono consapevoli delle responsabilità che stanno prendendo. Reciterete insieme, come comunità il Credo. E allora chiederemo a voi se in questo Credo qua, volete battezzare i vostri figli.

E’ chiaro quindi che la scelta che fate stamattina è una scelta proprio di vita. Voi scegliete per i vostri figli una via ben precisa, quella che il Signore ci ha insegnato.

Allora il Vangelo di oggi ci dice che chiedevano a Gesù: “Quante volte devo perdonare?”.

Tutto dipende dal tuo orientamento, tutto dipende da qual è l’orizzonte della tua vita. E’ ovvio che se l’orizzonte è il Paradiso, se l’orizzonte è Gesù Cristo, diventa ovvia la risposta.

Certo che devi perdonare il tuo fratello. Non una, ma dieci, venti volte, all’infinito. Perché tu vuoi costruire qui il regno dei cieli. Perché tu sei qui, mandato ad amare come il Signore ci ha insegnato, cioè dando la vita.

La croce è segno di questo: dare la vita.

Non penso più a me stesso ma penso agli altri. I giovani genitori se ne stanno rendendo conto, la loro vita adesso è tutta verso il bambino, non pensano a loro, alle loro fatiche, ai loro bisogni, ma pensano prima di tutto a quelli dei bambini.

E questo è l’amore, è quando mi scordo di me stesso per pensare all’altro.

Allora questa è la mia chiamata, questa è la nostra chiamata.

Ricordiamoci qual è l’orientamento della nostra vita, e ogni scelta che facciamo è in quella direzione là. Riflettiamo perché nei nostri cuori dai più giovani ai più anziani molte delle nostre scelte non sono affatto scelte fatte per Gesù. Non è perché ogni domenica veniamo qua, perché ogni giorno recitiamo il rosario, o perché facciamo parte del gruppo che serve a messa, o che fa catechesi.

Guardiamo e riflettiamo bene: ogni scelta deve essere orientata verso il Signore.

Amen

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