11 Marzo 2018 IV Domenica di Quaresima

Oggi sono vestito di rosa, perché come vi ricordate, anche in avvento, a un certo punto del cammino di preparazione a una grande festa (per l’avvento era il Natale, in quaresima è la Pasqua), c’è un momento in cui mettiamo una punta di bianco nel viola, che diventa rosa, perché il bianco lo mettiamo nelle grandi feste, quindi a Pasqua. Come per dire: “Pasqua è vicina! Stiamo arrivando alla fine della quaresima!”
E la Chiesa in questo giorno ci fa sentire un Vangelo meraviglioso, una cosa straordinaria: è la storia di Nicodemo che di notte incontra Gesù, e gli parla. Nicodemo è curioso, vuole sapere, vuole conoscere, vuole capire, a differenza di tanti altri che non fanno domande lui va e chiede, e vuole incontrare Gesù.
Questo dovrebbe essere il cammino di ciascuno di noi. E’ giusto avere delle domande da fare, è giusto mettere in crisi la propria fede.
Quando si hanno 14, 15, 16 anni, quando cominciamo a dire: “Basta! Non mi interessa quello che mi hanno detto i miei genitori!”. A un certo momento buttiamo tutto in aria, anche la nostra fede, anche quello che abbiamo ricevuto, perché diciamo: “Queste sono cose che ci hanno detto i nostri genitori, i grandi, i catechisti…” e si butta tutto.
Va bene, però ricordati, un giorno, di farti delle domande e cerca delle risposte, e torna verso Gesù. Cerca di capire, vai a trovare le risposte.
Ecco, Nicodemo fa questo, e va, e incontra Gesù. E Gesù gli parla e dice queste cose meravigliose:
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. (…) Chi crede in Lui non è condannato”.
Dio non è venuto a giudicare il mondo ma è venuto ad amarlo.
Chi è il cristiano? Il cristiano non è quello che ama Dio. Il cristiano è quello che si rende conto di essere amato da Dio, attraverso Gesù Cristo. Quello è il cristiano.
Cambia tutto! Non siamo noi con i nostri sforzi che dobbiamo farci amare da Dio, ma noi dobbiamo avere la consapevolezza che Dio ci ama.
E se io mi sento amato, vivo diversamente, sento di avere qualcuno che ha fiducia in me, che crede in me, che mi chiama a qualcosa di alto!
E’ questo che mi deve capitare come cristiano! Non il fatto che devo fare qualcosa perché così sono amato! No!
Come spesso facciamo nella società, no? Dobbiamo metterci una maschera della persona sempre brava, dinamica, perché così veniamo riconosciuti… non è questo che vuole il Signore!
Dio invece ci ha già amati. Ci aveva già amato nel grembo della nostra madre, ci ha già amato quando eravamo lì, un progetto. Lui mette in noi una fiducia grandissima.
Chi sono le persone che ci amano di più nella vita? Mamma e papà. Perché? Perché ci stanno sempre vicini, perché hanno fiducia in noi, perché ci sostengono quando ne abbiamo bisogno, perché fanno un sacrificio continuo per farci crescere. Ecco perché sappiamo di essere amati da mamma e papà, perché l’amore non è un’idea, l’amore è qualcosa che ha bisogno di prove, non è solo una parola, si vede attraverso le prove d’amore.
Ma la persona che ci ama di più, anche al di sopra dei genitori, è Dio.
Quando arriva questa consapevolezza è tutta un’altra cosa. Sono diventato un uomo libero nel momento in cui mi rendo conto dell’amore di Dio per me.
Non ho bisogno del giudizio degli altri, non ho bisogno di apparire, perché so di essere già amato. Ed è questo il nostro cammino, ed è questa la cosa meravigliosa che il Signore dice oggi a Nicodemo.
Allora la Chiesa, in questo cammino di quaresima, in questo cammino di essenzialità ci mette questo Vangelo, in questo giorno, in cui ci dice: “Guardate, siamo vicini, vicini alla nostra Pasqua”.
E allora con un’esplosione di gioia ti ricorda che Dio ti ama, che ha dato il suo figlio per te, ed è per questo che abbiamo una croce in tutte le chiese, perché ci ricorda l’amore di Dio per noi, ed è meraviglioso.
Però ci dobbiamo lasciar toccare da questo amore, ascoltando anche quello che dice Gesù: “Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate”.
Ricordatevi di Giovanni quando ci ricorda che gli uomini hanno scelto le tenebre: “La luce è venuta nel mondo ma non è stata accettata”.
Ma noi, noi che siamo cristiani, dobbiamo essere i primi ad accoglierla, questa luce, che illumina la nostra vita; anche le ombre della nostra vita le dobbiamo dare al Signore! Se crediamo realmente nell’amore di Dio dobbiamo aprire questo cuore, anche le parti più nascoste.
Ieri notte sono stato al ritiro dei giovani, vicino a Tivoli, e fino a mezzanotte abbiamo confessato. Ed è stato bello vedere alcuni ragazzi che forse da tanto tempo non si erano aperti, commuoversi e aprire il loro cuore all’amore di Dio.
L’amore di Dio converte i cuori, l’amore di Dio apre alla luce, ed è meraviglioso vedere qualcuno piangere perché sente, forse per la prima volta, l’amore di Dio che entra nel suo cuore.
E questo lo deve vivere ciascuno di noi, perché saremo persone diverse se faremo entrare questa luce e questo amore nel nostro cuore. Lasciamoci prendere da Lui. Questo è il nostro cammino, il cammino più bello. Non è un cammino in cui io devo fare tanti sforzi. Prima di tutto devo aprire il mio cuore, lasciarmi andare, lasciarmi prendere.
Non è la perfezione che il Signore vuole! Il Signore vuole santi, non perfetti! I Santi sono quelli che hanno aperto il loro cuore al Signore. Alcuni erano grandi peccatori, ma a un certo momento hanno aperto il cuore.
Chiediamo allora questa grazia di poter aprire il nostro cuore alla luce, all’amore, alla bellezza, alla verità, alla bontà, che è il Signore. Amen

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