6 gennaio 2020 Epifania del Signore

Un’altra strada

Oggi è una festa particolare: la festa dell’Epifania. E ci permette anche di ritrovarci dopo le vacanze di Natale, per molti di voi che sono spariti nelle loro famiglie… È cosa ci riporta qui? Qualcosa di molto importante. Ci riporta qui Gesù Cristo.

Là festa dell’Epifania esisteva già prima del Natale e veniva celebrata in oriente. Una festa importante perché? Perché è il momento in cui si rende pubblica, in un certo senso, la nascita di Gesù.

Chi è che viene a trovare quel bambino? A chi viene annunciato? Ai Magi. E i re Magi chi sono? Sono persone che seguono le stelle. Sono persone che non fanno parte del popolo d’Israele. L’annuncio non è solo per il popolo d’Israele. Con l’Epifania ci rendiamo conto che questo annuncio è per il mondo intero.

Arrivano dall’oriente, con i loro cammelli, per poterlo incontrare questo bambino! E perché iniziamo a camminare? Perché loro che scrutano il cielo vedono spuntare una nuova stella, più bella elle altre.

Nel nostro cammino, che è proprio come quello dei Magi, chi è stata la stella? Chi o cosa ci ha permesso di iniziare un cammino verso Gesù? Può essere una persona, una donna, una nonna, un genitore, un prete incontrato tra le vicende della vita, un catechista… Ma può essere anche un evento, bello o anche tragico. Può essere la preparazione a un sacramento: pensate al matrimonio, o a un funerale dove il prete, a un certo momento della sua omelia, ha detto qualcosa che mi ha colpito e mi ha fatto camminare… Non lo so, ma ciascuno di noi a un certo momento ha avuto una stella che l’ha portato a farsi delle domande, a mettersi in cammino proprio come i re Magi si sono messi in cammino verso Gesù.

Oggi vogliamo benedire quel momento e quella persona. Vogliamo pensare a quella stella che ci ha permesso di iniziare questo cammino, oggi ce ne vogliamo ricordare.

I re Magi si mettono in cammino perché hanno alzato lo sguardo verso il cielo. Sapete chi, nella Bibbia, non alza lo sguardo, chi è che striscia a terra? È il serpente, il diavolo. L’uomo invece è chiamato ad alzare gli occhi verso il suo Dio. E quando i re Magi alzano lo sguardo, iniziano il cammino. E dove li porta questo cammino? A Gerusalemme. Pensavano che chi cercavano fosse lì a Gerusalemme, la città del tempio, dove ci sono i sacerdoti! Arrivano lì, sbagliando, perché non è li che è nato. Vanno proprio lì! Anche noi nel nostro cammino forse ci siamo sbagliati tante volte.

E come fanno poi a ritrovare la strada? Attraverso la Scrittura. Erode raggruppa tutti, sorpreso, tutta Gerusalemme è sorpresa, come se si fosse dimenticata che era in arresa del Messia! Come anche noi forse ci siamo dimenticati della nostra chiamata alla Gerusalemme celeste. Forse ci siamo dimenticati che anche noi siamo chiamati alla santità! Forse ci siamo dimenticati di Cristo nella nostra vita! È là bello buono e noi veniamo, un po’ come certi sacerdoti del tempio a Gerusalemme, che non aspettavano più il Messia, si erano abituati al tempio, al loro incenso, ai loro sacrifici… Ma dov’era il Messia? Non lo aspettavano più. Come forse anche noi che veniamo qui forse anche ogni domenica! Ma siamo nell’attesa del ritorno del Signore? Apriamo la nostra vita verso Gerusalemme, la Gerusalemme celeste, il paradiso? O ci siamo dimenticati e ci piace venir qua e basta, rinchiuderci nei nostri gruppi, nelle nostre comunità, nel nostro piccolo mondo, dimenticando che il Signore ci chiama. Perché stiamo bene tra di noi è ci sentiamo difesi, tranquilli; e quella tranquillità nessuno ce la deve toccare!

Ecco il mondo di Gerusalemme duemila anni fa: il piccolo mondo dei sacerdoti e dei credenti, che parlavano del Messia e non l’aspettavano più. Ecco il mondo dei cristiani d’Europa, dei cristiani del mondo occidentale di oggi, addormentati totalmente, che si sono dimenticati la loro chiamata! Che non vivono per Cristo, ma vivono per loro stessi, pensando che sulla testa hanno quella bella chiesa e finisce lì. Fuori muoiono, ma noi siamo tranquilli.

La Scrittura dà ai Magi la risposta. La parola di Dio indica il luogo: Betlemme. E riprendono il cammino. E ritrovano la stella. E vanno a trovare il Dio fatto uomo, il bambino Gesù, con Maria e Giuseppe: la coppia che ha accettato di mettere tutta la loro vita in gioco, per questo nuovo annuncio!

Allora cari amici l’Epidemia che cos’è per noi? È il cammino del cristiano, che si alza con la stella, qualsiasi sia questa stella che ciascuno di voi sa e solo voi sapete chi sia, che si mette in cammino – perché un cristiano è sempre in cammino (quando si ferma vuol dire che è finito, non ha capito niente!) e che va verso il suo Signore. Un Signore umile, a cui viene offerto che cosa? Oro, incenso e mirra. L’oro perché è re della nostra vita, incenso perché è Dio, e mirra perché era l’unguento che si metteva ai morti, è sappiamo che Gesù darà la sua a vita per noi. Ecco il nostro Dio. Un Dio che ci insegna a essere uomini.

Allora che questa festa dell’Epifania sia per noi un riprendere il cammino. I Magi vanno via per un’altra strada! Dopo aver incontrato Cristo vanno via per un’altra strada! E noi? Dopo aver fatto la comunione, dopo aver mangiato di questo pane, come torniamo a casa, come torniamo nel nostro quartiere, come torniamo nel nostro paese? Stiamo cambiando le cose attorno a noi? Abbiamo cambiato strada? È la domanda che vi lascio. Noi dobbiamo decidere quale strada vogliamo prendere, per la nostra vita personale, per la nostra famiglia, per il nostro quartiere, per la nostra comunità qui: quale via vogliamo intraprendere? Amen

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