1° marzo 2020 Prima domenica di Quaresima

Dio, gli altri, le cose

Come la nostra Quaresima – questo tempo di preparazione a Pasqua che è iniziato  il  mercoledì  delle Ceneri, mercoledì  scorso – dura quaranta giorni, anche questo tempo in cui Gesù è stato nel deserto è  durato quaranta giorni. La nostra Quaresima è un po’  come un deserto.

Il deserto è un luogo dove tu stai alla ricerca dell’essenziale, del mangiare e del bere. Nel deserto c’è ben poco e la Quaresima ci obbliga ad andare all’essenziale. E questa Quaresima si apre con le tre tentazioni di Cristo. Queste tentazioni di Cristo sono anche le nostre tentazioni. Vediamo perché.

Cristo è  tentato sul fatto di capire che Messia vuol essere. Noi siamo tentati nel sapere che uomo o che donna vogliamo essere.

La prima tentazione è  quella in cui Gesù, dopo quaranta giorni – ci dice la Scrittura – ha fame. Il che sembra normale, no? Cosa gli propome allora il diavolo? Gli dice di trasformare le pietre in pane. È  la tentazione del rapporto che abbiamo noi con le cose. Gesù  non utilizza mai i suoi poteri per se stesso. Il pane è  qualcosa di essenziale, permette di mangiare. Per il povero diventa qualcosa di ancora più essenziale perché  costa poco – e si può anche fare in  casa; adesso non si fa più, ma il pane si faceva anche in casa; e se andate in alcuni Paesi, il pane si fa ancora in casa; noi l’abbiamo perso, questo. Il pane è una cosa che non costa molto e quindi è  facile poterla mangiare. Cosa fa il diavolo? Dice a Gesù: trasforma queste pietre in pane, usa il tuo potere, fai dei miracoli, fai questa cosa qua. Ma se noi leggiamo la Scrittura, vediamo che Gesù,  ogni miracolo che ha fatto, l’ha fatto per gli altri. Ricordatevi la moltiplicazione dei pani: nel deserto Gesù sta parlando a una folla, i discepoli vogliono mandarla via, Gesù  dice: raccogliete quello che potete; e Gesù  lo moltiplica. Gesù  non fa mai niente per se stesso. Lo fa per gli altri. La domanda è: e noi? Qual è il nostro rapporto con le cose? Le sfruttiamo per noi stessi o le usiamo per gli altri? Vogliamo solo possedere o sappiamo esserle generosi? Purtroppo l’uomo, lo sappiamo, quando può, sfrutta, basta vedere cosa ha fatto con la terra. Si parla tanto di ecologia oggi, ma il problema non è  ecologico, il problema è il nostro rapporto con le cose, è il nostro modo di vivere, il nostro modo di voler dominare le cose. È  il problema del rapporto tra il mondo povero e il mondo ricco: metà  della terra muore di fame e l’altra metà non sa più  come fare con il cibo: sta sempre a cercare dietologi e altri grandi professori per saper come perdere un chilo. È  sempre un problema di rapporto e di relazione con le cose. Quindi la prima tentazione, quella che ci deve far riflettere, è  proprio su questo: come mi rapporto con le cose? Le cose possono essere i soldi, può essere la natura o… Io domino, voglio usare, voglio sfruttarle per me; o agisco per gli altri?

La seconda tentazione è una sfida: il diavolo  mette Gesù al di sopra del pinnacolo del tempio e gli dice: buttati! Il diavolo è  intelligente, prende spunto anche dalla Scrittura: verranno gli angeli a salvarti! Qui è  il nostro rapporto con Dio. Come uso io Dio? Com’è il mio rapporto, la mia relazione  con lui? Dio per me è come il distributore a gettoni del caffè, faccio la preghierina come fosse una monetina e mi aspetto qualcosa da lui? O sono in ascolto, cerco di capire il suo progetto che forse non è il mio, che anzi  sicuramente non è il mio? La relazione con Dio: anche lì, sono in un rapporto in cui sfrutto Dio, perché  voglio che lui faccia quello che io dico, o sono invece in una posizione  di ascolto, di accoglienza della Parola? Gesù  rifiuta. Rifiuta proprio questa sfida. “Non tenterai il tuo Dio” è  la sua risposta.

La terza tentazione è  la tentazione con gli altri. Cosa voglio fare  io con gli altri, dominarli? Il diavolo dice: “Se tu ti prosterni davanti a me, mi adori, io ti faccio dominare tutto questo, tutti i regni sono tuoi”. Questa è  la tentazione  della relazione  con gli altri. Com’è  questa relazione? Voler possedere, voler dominare  ancora una volta  l’altro. È  la tentazione della politica, del fare le cose per poi poterci mettere la mano. È  sempre in relazione con me stesso, è  sempre voler tenere le cose per me; è  sempre  voler sfruttare  l’altro: terza tentazione. Le cose, Dio, gli altri. Capite allora perché ho detto all’inizio che per Gesù il punto era quale Messia vuole essere e per noi che uomo vogliamo essere. Nella terza tentazione  Gesù  risponderà con l’amore, con la croce. Lui non vuole il potere, non vuole dominare.  Ma nel nostro caso? Come ci rapportiamo agli altri? Come vogliamo rapportarci nei nostri luoghi di lavoro, nelle nostre case, con i nostri vicini, con le persone, con quelle più  deboli? Come ci stiamo rapportando come uomini, come donne, come società in questi casi? Allora, vedete, quello che per alcuni potrebbe sembrare una storiella del diavoletto con Gesù, diventa una formidabile, davvero formidabile storia  dell’umanità.

Le tre tentazioni dell’uomo: con le cose, con Dio, con gli altri. E la Chiesa ha voluto, all’inizio di questo cammino di Quaresima, metterci davanti questi tre mondi che ci sono attorno, che sono parte di noi, che sono costitutivi della nostra vita, della nostra umanità.  E lì che tu capisci  che uomo e donna sei. Le scelte che farai in questi ambiti dicono chi sei tu.

Il cristianesimo  non è  qualcosa che rimane nelle nuvolette lassù. È  qualcosa  che lavora tutti i giorni nel tuo cuore. La Parola lavora il tuo cuore per cambiarti. Tu devi scegliere chi vuoi essere. Cristo ha scelto ed è  morto in croce. Ha dato la vita. È  l’amore che ha vinto. Ma tu? Cosa scegli? Hai quaranta  giorni  per lavorare su te stesso. Buon cammino di Quaresima.

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