Sabato 1 gennaio 2022 solennità di Maria santissima Madre di Dio

Una bontà che riempie di stupore

Ancora una  volta iniziamo l’anno ritrovandoci davanti al presepe: Maria, Giuseppe e il Bambino. E vediamo che la gente si stupisce nel sentir raccontare dai pastori quello che hanno visto. Come vi dicevo ieri sera, noi spesso non siamo più capaci di stupore, non ci stupiamo più all’annuncio del Vangelo. Non siamo più stupiti dalla presenza di questo Dio che si fa piccolo in mezzo a noi.

In questo inizio d’anno dovremmo riscoprire la nostra fede, facendoci stupire nuovamente da questo annuncio, che è  sempre nuovo e che portiamo dentro di noi. Maria, ci dice la Scrittura, medita nel suo cuore. Anche noi all’inizio di quest’anno, siamo chiamati a meditare le parole nel nostro cuore.

Meditare la Parola di Dio significa anche capire perché all’inizio di quest’anno nella prima lettura ci è  detto di benedire: siamo chiamati a dire il bene. Se infatti meditiamo la Scrittura,  ci ricordiamo che  nella Genesi, proprio all’inizio, ci è detto che la creazione era cosa buona. Pensavo a questa frase di Chesterton che dice:

Noi non sappiamo come andranno a finire le cose, ma sappiamo come sono incominciate. Dio ha creato il mondo e ha detto che era cosa buona.  Questo sigillo di bontà resta, nonostante tutte le cattiverie di cui l’uomo è stato, è  e sarà capace. Questa è la speranza radicata nel mondo.

Il bene non ci arriverà domani: ci accompagna fin dalla prima alba”.

È questo bene, che il Signore riversa con la sua grazia nei nostri cuori, che oggi siamo chiamati a riscoprire e  ad  annunciare. Benedire, dire del bene, significa presentare al mondo il bene ricevuto, quello che abbiamo ricevuto nel nostro Battesimo,  quella che è  la nostra vocazione,  la nostra chiamata.  Ed è  meraviglioso pensare di iniziare quest’anno riscoprendo questo grande invito che abbiamo, questo grande amore, questa bontà che è stata riversata nel nostri cuori.

Questa bellezza di amore che abbiamo dentro di noi, l’abbiamo perché siamo diventati figli. La seconda lettura ce lo ricorda: “Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, perché ricevessimo l’adozione a figli. Voi siete figli e, dentro, avete questo  Spirito che dice: Abbà,  Padre”. Ecco il senso della nostra fede: Gesù è venuto a dirci chi è  Dio. Ci ha rivelato la faccia, il votò di Dio, che è  un volto da padre. Abbiamo un legame particolare con questo Dio, un legame filiale, un legame d’amore.  

Il nostro anno, quello che ci aspetta, è  un anno dove dobbiamo riscoprire questo amore che abbiamo dentro di noi, che ci deve fecondare. Proprio come Maria, la vergine: totalmente vergine,  che viene fecondata. Anche noi possiamo essere fecondati da Dio se ci lasciamo prendere da questo amore, se ci lasciamo prendere da questa sua volontà di farci figli. È  bello pensare che iniziamo l’anno con questo “programma”: stupirci di questa nostra giornata, di quello che siamo, della nostra chiamata, della nostra vocazione.

Allora chiediamo al Signore che possa aprire il nostro cuore:  un cuore aperto a questo annuncio.  Accogliamo questo amore che Dio vuole dare a ciascuno di noi. Amen

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