25 dicembre 2022 Natale del Signore

Messa del giorno

Dio con noi, uno di noi

Nel Sessantotto c’era uno slogan nelle strade di Parigi che diceva: “Siate realisti: sognate l’impossibile“. Semplicemente perché l’uomo ha dentro di sé questa ricerca,  questo bisogno dell’impossibile. Ma noi questo impossibile oggi lo celebriamo! Per noi questo impossibile è  che Dio venga in mezzo a noi. Non solo che venga in mezzo a noi,  ma che sia uno di noi. Quello che celebriamo è  il Verbo che si è fatta carne; che diventa uno di noi.

Non è poco quello che sto dicendo.  Noi ci siamo abituati a questo annuncio, ma ci avete mai pensato? Dio prende questa carne,  diventa uno di noi. Gesù,  per trent’anni, nella sua vita nascosta,  sta lì, nella bottega, la mattina, poi torna a casa, cena, dorme. Cosa fa Dio per trent’anni? Fa dei tavoli,  delle sedie, nella povertà; Dio vive quello che viviamo noi.

E allora potreste dire: ma allora, che mi serve un Dio cosi? Io   sogno  un Dio onnipotente,  un Dio che sappia schiacciare i nemici! Cosa me ne faccio di un Dio come me?

La prima cosa che Dio ti vuole dire ogni è che tu non sei solo.  Anche nelle tue difficoltà più grandi lui è là  vicino. Anche  nella tua sofferenza e nella tua gioia,  lui è lì.

Il problema nostro è che noi tante volte non lo riconosciamo.  Dio lo conosciamo, sì,  abbiamo tanto imparato su di lui: siamo stati, per quelli coi capelli bianchi, a dottrina, per quelli coi capelli  colorati, al catechismo; ma il problema è questo,  certe volte: che noi abbiamo l’impressione così tanto di conoscerlo, che  non riusciamo a riconoscerlo.  Ed era così per quelli che abitavano a Nazareth,  che avevano Dio all’angolo della strada, e non lo riconoscevano!  Era lì ogni mattina nella sua bottega,  e non lo riconoscevano! E noi rischiamo la stessa cosa.  Dio ci passa vicino e noi non lo riconosciamo.

Voi sapete quanto mi ha colpito durante l’Avvento la morte di Annamaria,  una donna abbandonata e sola che muore nel nostro quartiere.  Lì Dio è passato e noi non lo abbiamo visto.  Dio si fa piccolo, si fa debole, si fa discreto. Dio non si impone mai nella nostra vita,  e noi tante volte non lo vediamo,  non lo sentiamo, nella nostra indifferenza,  con quel cuore di ghiaccio che abbiamo,  perché noi non vogliamo sporcarci le mani, non vogliamo essere disturbati.  Ma il nostro Dio è un Dio che disturba! La parola di Dio è una parola che disturba! Il nostro Dio è rivoluzionario,  non perché va in giro con le bandiere rosse; il nostro Dio  ci disturba perché tocca il nostro cuore, perché  tocca la cosa più profonda che abbiamo.

Vedete, il fatto che Dio sia nella nostra convivialità ,  fa sì  che a questo punto, lo dobbiamo vivere pienamente!  Noi non siamo degli amici che raccontano barzellette sull’amore,  ma poi concretamente  non fanno niente.  Noi invece ci siamo, lo dobbiamo vivere questa amore che abbiamo ricevuto. La speranza cristiana non è  solo uno show, è  qualcosa che  devo vivere ogni giorno della mia vita, ci devo credere! Nella prima lettura cosa viene detto a ciascuno di noi? “Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace! “. Ma voi sapete che i messaggeri siamo noi! Siamo noi che dobbiamo camminare portando a questo mondo la speranza!

In questo quartiere,  io come cristiano, non come parroco,  ma come cristiano lo faccio: per il pacco alimentare, per la precarietà . Non perché sono bravo, ma semplicemente perché è questo il nostro dovere di cristiani.  Noi dobbiamo costruire un mondo più bello,  più giusto, perché  il Signore che ce l’ha consegnato, l’ha consegnato a ciascuno di noi, ne siamo i custodi. E siamo custodi dei nostri fratelli,  perché qual è  l’amore ci ha donato? Noi dobbiamo vivere la gioia, è questo il Natale! È questo il compito della nostra vita,  con quella passione, quella gioia che dobbiamo avere dentro perché Dio è con noi! È  questo che cambierà il mondo! Che forza che abbiamo, se ognuno di noi vive quell’amore che ha ricevuto: ed è  questo il Natale! Non sono le lucette, i fiori, i dolci: tra poco usciremo che avremo tutti il diabete! Ma il Natale è  dolce se tutti lo accogliamo questo Dio che si fa presente: è questa la cosa principale! È questo che festeggiamo!

 “Il Verbo si è fatto carne ed è  venuto ad abitare in mezzo a noi. I suoi non lo hanno accolto, ma chi l’ha accolto è  di diventato  figlio di Dio”

È  questo che noi vogliamo: essere figli di Dio. Accoglierlo ed essere suo figlio. Amen!  

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