Venerdì 6 gennaio 2023 Epifania del Signore

Fede e ragione, le due ali per volare verso Dio

ANNUNCIO DEL GIORNO DELLA PASQUA

Fratelli carissimi,  la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.

Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.

Centro di tutto l’anno liturgico e il Triduo del Signore crocifisso,  sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 9 aprile.

In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.

Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:

Le Ceneri, inizio della Quaresima,  il 22 febbraio.

L’Ascensione del Signore,  il 21 maggio.

La Pentecoste, il 28 maggio.

La prima domenica di Avvento, il 3 dicembre.

Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli,  dei santi e della commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sua terra proclama la Pasqua del Signore.

A Cristo che era, che è  e che viene, Signore del tempo e della storia,  lode perenne nei secoli dei secoli. Amen

Eccoci tutti riuniti questa mattina, chi dalla Terrasanta, chi dalla Cambogia e chi da Roma. Oggi siamo radunati per festeggiare insieme l’Epifania, la  manifestazione di Dio. E abbiamo davanti  un racconto di questi Magi, che si mettono in cammino. Ed è  in questo mettersi in cammino che vedono una stella che li accompagna verso Gesù.

Noi eravamo rimasti con gli angeli che annunciavano ai pastori la nascita di Gesù: pastori, persone  umili, messi da parte perché stavano con gli animali e quindi, per gli Ebrei dell’epoca,  impuri. Abbiamo visto in questi giorni quanto sia importante abbassare la testa per incontrare Gesù: l’abbiamo visto noi che eravamo in Terrasanta, che dovevamo abbassare  la testa sia per entrare alla tomba, sia per entrare alle diverse grotte dive siamo andati: Uno si deve abbassare, non solo fisicamente:  sappiamo che questo è  necessario per capire il nostro Dio che si fa piccolo, umile. La superbia ci impedisce di poter incontrare Cristo, perché, se siamo riempiti di noi stessi,  è difficile poterlo incontrare.

Allora l’annuncio arriva prima di tutto a queste persone umili, e l’abbiamo visto in questi giorni.  Ma oggi tocca a un altro genere di persone, degli studiosi: i Magi studiavano i cieli. E proprio perché ricercavano, hanno visto la stella. Questo è importante per noi,  perché,  vedete, l’annuncio di Gesù  è un annuncio universale che coinvolge tutta la nostra persona. Se fossimo rimasti ai pastori potevamo  dire: va bene, non c’è tanto bisogno di usare il cervello, io ci credo e basta! Ma vedete, i Magi invece sono uomini che riflettono. Per arrivare a Dio non basta solo il cuore, c’è bisogno anche della ragione. Ragione e fede vanno insieme. Una enciclica bellissima di Giovanni Paolo secondo dice così:

La fede e la ragione sono le due ali con cui l’uomo si innalza alla verità “

Non sono le cose che tutti noi ricerchiamo: la verità,  la bellezza?  Ma questo non si raggiunge  solo col sentimento e non si può raggiungere  solo con la testa: l’uno e l’altra vanno insieme, è  il bello del cristianesimo, che sa prendere la persona nel suo insieme.  La ragione che va da sola si chiama razionalismo e non  arriva a incontrare Cristo.  La fede solo fede è  fideismo, rischia di diventare ideologa, quindi neanche questa è  vera fede, non arriva a Cristo. Fede e ragione sì. I Magi, grazie al loro studio, arrivano a Gerusalemme, perché la ragione arriva fino a un certo punto; ma poi, a Gerusalemme devono chiedere, ed è la Parola che dà  loro il luogo  esatto della nascita, Betlemme.  Noi possiamo usare la testa quanto vogliamo,  ma a un certo momento dobbiamo farci sedurre anche da quello che Dio ci ha lasciato per accompagnarci e guidarci, la sua Parola.

Allora vedete quanto questa festa per noi sia importante.  Tra l’altro,  questi Magi non erano del popolo d’Israele.  Noi diciamo che vengono dall’Oriente. Oggi è l’Epifania,  che vuol dire la manifestazione di Dio al mondo: questo annuncio non è solo per il popolo d’Israele,  ma per il mondo intero! Ecco perché sono anche contento che oggi Will sia qui tra noi. Will  ha fatto servizio qui come seminarista tre anni fa e siamo andati, alcuni di noi, a Montecarlo per la sua ordinazione come prete missionario; ed è stato mandato per tutta la sua vita in Cambogia. Proprio nel momento in cui noi festeggiamo il fatto che Dio si manifesta al mondo, dall’altra parte del mondo Will ci racconterà adesso cosa significa evangelizzare, che cosa significa vivere con i cristiani in quel mondo sperduto della Cambogia.

Vedete, mi raccomando, fate attenzione a questo: i Magi, quando incontrano Gesù,  fanno un‘altra strada per tornate  a casa. Anche noi, se incontriamo Cristo, non possiamo avere la stessa vita di prima: la vita cambia con lui, deve cambiare,  perché è lui che dà senso alla nostra vita. Amen

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