7 aprile 2023  Venerdì  santo. Passione del Signore

Foto Anna Mazzitelli

Spirito di amore, di servizio, di donazione

Dare la propria vita per gli altri, come abbiamo sentito oggi, come abbiamo meditato anche domenica, è  un fatto raro, non succede ogni giorno. Non succede a molte persone di dover dare la vita. Invece, per tornare a quello che abbiamo detto ieri, servire gli altri lo possiamo e lo dobbiamo fare ogni giorno.

Gesù, oggi, dando la vita, ci dà un insegnamento fondamentale. Esprime il senso di tutto il mistero pasquale. Egli aveva detto: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire,  e dare la propria vita in riscatto per molti”. La passione di Gesù,  che oggi celebriamo, è un servizio spinto all’estremo, un servizio in cui tutto l’essere di Gesù viene, per così dire, consumato per noi. Noi, quando riceviamo l’Eucaristia – e anche oggi la riceveremo – è  Gesù che si mette al nostro servizio; si fa nostro cibo, nostra bevanda. Perché non è possibile mettersi a servizio di un‘altra persona, se non lo facciamo in maniera così  completa,  così perfetta. Gesù si dona totalmente.  E vuole indicare proprio questo senso della vita e del servizio. 

Ieri l’abbiamo riscoperto: i cristiani non sono fatti per essere serviti, ma per servire; e sono fatti per vivere nell’amore in maniera effettiva.  Abbiamo chiarito la differenza tra un amore affettivo, che è legato solo al sentimento, e il dare una prova d’amore, che è l’amore effettivo. E Gesù oggi ci dà proprio il massimo, ci mostra qual è  questo amore effettivo.

La nostra vocazione è,  come ho detto ieri, vocazione all’amore. Allora oggi, davanti a questo corpo che si dona, chiediamo al Signore di infondere in noi questo spirito di amore e di servizio. Se, invece della ricerca del denaro, del potere o del piacere, ci fosse dappertutto questo spirito d’amore, di servizio, di donazione,  il mondo, l’avete ben capito, diventerebbe un paradiso. Allora la nostra vocazione è cercare di vivere questo; e cercare di spingere in questa direzione il mondo! Attraverso la nostra vita,  le nostre parole, la nostra preghiera, questo fatto deve spingere  alla vocazione d’amore,  alla vocazione di  servizio,  alla donazione.

Non fermiamoci a guardare Gesù morto e a piangere, non basta! Perché questo rimarrebbe qualcosa di sentimentale.  Quel corpo appeso sulla croce, che tra poco adoreremo, deve diventare parte della nostra  vita! Deve diventare il senso della nostra vita! Non è più un qualcosa di esterno, ma qualcosa che fa parte di me.

 Cristo si è  donato; e sono chiamato anch’io a donarmi. E ciascuno sa, secondo la sua vocazione,  quello che questo significa. E non c’è età per donarsi: vecchi, giovani, tutti siano chiamati pienamente a donarci.

Allora oggi, in questo momento di silenzio che faremo, chiediamo al Signore  che venga su di noi questo spirito d’amore, di servizio e di donazione. Amen

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