“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce”.
Siamo noi questo popolo che cammina nelle tenebre. Camminiamo nelle tenebre nostre, quelle del nostro cuore, della nostra vita, delle nostre difficoltà e sofferenze, che tanti di voi conoscono.
In questa settimana ho visitato i malati del nostro quartiere, e ci sono situazioni terribili, terribili, negli appartamenti che abbiamo qui vicino. Le tenebre ci sono, sono nel nostro cuore e sono anche nelle situazioni che viviamo nella nostra vita, o nelle situazioni che vivono altri molto vicino a noi.
Il popolo che cammina nelle tenebre siamo noi.
Ma questa sera, questa notte, se siamo usciti dalle nostre case e ci siamo messi in cammino nelle strade buie, se siamo venuti qui è proprio perché abbiamo sentito quell’annuncio: “Oggi è nato per noi il Salvatore”. Il popolo, ci dice la prima lettura, ha visto una grande luce.
Cosa è questa grande luce?
La nascita di Gesù Cristo.
La nascita di Gesù Cristo non è un mito, cari fratelli e sorelle. La nascita di Gesù Cristo è storicamente presente nelle nostre vite di uomini.
“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse un censimento di tutta la terra. Quirino era governatore della Siria”. La nascita di Gesù non è un mito. Il Verbo di Dio, il Verbo creatore si fa carne in un momento storico della vita dell’uomo.
E se noi possiamo più o meno capire qual è questo momento, basta guardare nella storia chi era l’imperatore e chi era il governatore della Siria, eccetera, soprattutto noi dobbiamo capire che questo Dio che si incarna non lo fa nella storia dell’umanità, la grande storia, ma vuole farlo nella piccola storia che è la nostra.
Vi ho detto all’inizio che il popolo che cammina nelle tenebre siamo noi, e la Luce, la presenza di Dio, l’incarnazione del Verbo, lo vuole fare anche qui, nella nostra vita, la mia, la tua vita.
Chi è questo Gesù? Chi è questo Dio che si fa carne?
E’ un Dio che mi parla di me. E’ un Dio che si fa uomo perché vuole spiegarmi cosa vuol dire essere uomo. E’ un Dio che ora posso vedere in un bambino piccolo che apre le braccia. E’ un Dio povero, un Dio debole ma pieno di umanità, che mi fa capire che cos’è e chi è l’umanità.
Guardando Lui mi rendo conto delle mie tenebre, delle mie difficoltà. Guardando Lui capisco la mia chiamata, la promessa che ho ricevuto. Guardando Lui capisco chi sono, o meglio, chi sono chiamato a essere.
La gioia, la luce e la pace che questo bambino ci porta non è quella esterna, perché dopo 2000 anni vediamo che le guerre continuano, che la mancanza di luce c’è. La pace, la luce, la gioia che questo bambino porta è molto più profonda. E’ la pace che scaturisce dal fatto che l’uomo è uomo, perché tutte le volte che ci allontaniamo dalla nostra umanità e cadiamo nel peccato, e cadiamo nella schiavitù, ogni volta ci perdiamo, e la pace non c’è più.
Ogni volta che vado a rincorrere delle gioie che passano, finisco per trovarmi vuoto dentro, e ricomincio a cercare quella gioia che solo Gesù mi porta. Perché la gioia è collegata al dono di sé.
Tutte le volte che perdo la luce della Sua parola che illumina i passi della mia vita, ritorno nel buio, e cerco. Che cosa potrà illuminare la mia vita? Cosa darà senso alla mia vita?
Gesù è luce, pace e gioia per questo motivo. Non per cose esterne, ma per quelle più profonde, di cui ciascuno di noi sente di avere bisogno dentro di sé, ma che tante volte non trova più, non cerca, è perso.
Oggi il grande annunzio che viene fatto ai pastori che stanno lì a vegliare il loro gregge è quella grande frase degli angeli: “Non temete, non abbiate paura”.
Questa frase che viene ripetuta tante volte nel Vangelo e che il Santo Papa Giovanni Paolo II aveva detto all’inizio del suo pontificato, queste parole tornano questa notte. E dicono a questo popolo che cammina nelle tenebre, e dicono a ciascuno di noi: “Non temete, Gesù Cristo è là, ieri, oggi e per sempre”.
Gesù Cristo viene nella tua vita oggi, Gesù Cristo oggi ti dice di non temere, di non avere paura, anzi di avere fiducia in Lui, di riporre la tua fiducia in Lui, di lasciarti prendere da Lui.
Tante volte resistiamo. Accogli questo Dio che viene nella tua vita! L’Avvento è stato un tempo di preparazione del nostro cuore. Oggi, in questa notte di Natale, il Signore viene e come un bambino piccolo ha bisogno di noi, di ciascuno di noi. Le sue braccia sono aperte, ti aspettano, ti cercano.
Questo cuore che abbiamo preparato deve spalancarsi, spalancarsi alla sua presenza.
Non abbiate paura, aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!
Amen.