10 giugno 2018 X Domenica del Tempo Ordinario

Che fa il serpente, nella Genesi? Divide l’uomo da Dio.
Satana fa questo: ci divide. Divide gli uomini fra di loro, divide il nostro cuore, che non è più un cuore unito a Dio ma è un cuore che si separa, che ha delle crepe.
Questo è alla base del nostro peccato, questo è il nostro grande dolore, la nostra grande difficoltà nel nostro cammino di fede. Tante volte noi non abbiamo questa unità piena, ma lasciamo entrare il diavolo dentro, forse senza rendercene conto, e lui, a poco a poco divide, come una crepa nel muro che si apre sempre di più. Così fa il diavolo con ciascuno di noi.

Vedete, nel Vangelo abbiamo sentito che Gesù è lì, predica, parla. Qualcuno dice che è fuori di sé. Addirittura fanno venire gli scribi da Gerusalemme per vedere, sentire, ascoltare, perché non sta negli schemi. Certo, Lui sta cercando di seguire la volontà di Dio.

Noi sappiamo cosa fa Gesù, no? Prega moltissimo. Da solo va sul monte a pregare, tante volte si apparta per cercare di capire qual è la volontà del Signore.
Invece qual è il nostro problema di cristiani, oggi? E’ che tante volte questa volontà di Dio non la cerchiamo.
Vedete, la divisione che il diavolo ha fatto in noi è forte. E’ talmente forte che ci ha fatto credere che la cosa più importante sia la nostra volontà, e che noi ce la possiamo fare da soli, che non abbiamo bisogno di Lui.

Nell’ultimo testo che Papa Francesco ha scritto sulla santità, nell’ultima esortazione apostolica (Gaudete et exultate), lui dice che c’è qualcosa di molto grave nella nostra vita, ed è proprio questo: il pensare che ce la possiamo fare da soli, con le nostre forze. Ci sono alcuni che pensano di poter raggiungere la santità lottando per la perfezione. Ma facendo così si scordano la Grazia di Dio, si scordano che Dio ci ama anche come peccatori. L’amore di Dio ci è stato già donato, non per i nostri meriti, ma per la sua Grazia.

Capite come dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare? Non è con le mie forze che vado in paradiso, ma è accogliendo l’amore di Dio per me che ci vado! Gesù vuole persone che lo cercano, che cercano la sua volontà. Non che facciano dei segni, non che si richiudano in uno schema ben preciso, quelle persone sono tristi, e un santo triste è un triste santo.
Gesù va oltre, e dicono che è fuori di sé, perché non segue le regole, perché va oltre.
Ed è quello che noi dobbiamo un po’ capire, conoscere, sentire, perché sennò abbiamo comunità morte, addormentate, sono le comunità del sabato santo, che hanno messo Dio nella sua tomba, e vanno a pregarlo lì. Un po’ come chi il giovedì santo pensa di andare a pregare al “sepolcro”, fa il giro dei “sepolcri”, non hanno capito niente, perché non stiamo festeggiando o celebrando un Cristo nella sua tomba, noi festeggiamo un Cristo vivente, un Cristo risorto, un Cristo che è andato al di là della morte.

E noi, tante volte, invece, siamo morti che camminano, nelle nostre idee, nei nostri piccoli schemi mentali, e non ci facciamo neanche toccare dalla volontà di Dio, dal suo impulso, da quello straordinario strumento che si chiama Spirito Santo! E noi non cerchiamo, ma applichiamo metodicamente i nostri schemi mentali. E questo vale per giovani e vecchi, non c’è età per mettere gli schemi alle cose. E non ci lasciamo guidare, cerchiamo di capire quello che sta succedendo attorno a noi, capire come Cristo fa a entrare nella vita degli altri! Io che credo mi devo fare portavoce di questo amore di Dio per gli altri!
Avete sentito, nella seconda lettura le parole di San Paolo? Erano bellissime!
«Ho creduto, perciò ho parlato»
La domanda che vi faccio è: crediamo davvero? Visto che facciamo così fatica a parlare! Facciamo così fatica a essere una comunità missionaria, aperta agli altri! Facciamo così fatica ad aprire le porte, a pensare, quando incontriamo una persona, che dobbiamo cercare di farla entrare, cercare di farle conoscere Gesù!
No, perché stiamo bene tra di noi, non riusciamo ad aprirci, perché stiamo bene tranquilli, perché se conosciamo il nostro schema, il nostro gruppo, siamo difesi, o pensiamo di esserlo. Stiamo tranquilli, non ci disturba, l’altro.
Invece il Signore sì.
Se noi crediamo veramente alla Parola di Dio, la Parola ci smuove, la Parola dentro di noi deve far nascere qualcosa!
Altrimenti stiamo qui ogni domenica a fare cosa? A rispondere solo a un dovere! A essere dei “bravi cristiani”! Ma a noi non importano i “bravi cristiani”, noi dobbiamo essere cristiani veri, che hanno dentro un uomo interiore che cresce! Avete sentito San Paolo cosa dice? L’uomo esteriore a poco a poco muore, ma l’uomo interiore deve crescere!
E come si cresce se non si ascolta e si mette in pratica la Parola? Come si cresce se non si prega davanti al Signore, se non si cerca di sentire la sua voce? Tutto quello che abbiamo fatto sarà allora per essere dei servi buoni e bravi, quelli che quando vengono chiamati arrivano subito al servizio, ma il Signore non ci chiede di essere dei servi!
Avete sentito, oggi, cosa ci ha detto? Si è girato e ha detto: “Questi sono mia madre, i miei fratelli e le mie sorelle. Eccola qua la mia famiglia”.
La nostra vocazione è immensa, non è da servi, fratelli miei. E’ di diventare famiglia di Dio. Fratelli e sorelle di Gesù. Non servi con il campanello che arrivano subito, fratelli e sorelle!
Ma finché non apriamo il nostro cuore, finché lasciamo che il serpente ci divida, continueremo così.
Oggi, in questa decima domenica del tempo ordinario, inizio del nostro tempo estivo che comincia ad arrivare -i nostri ragazzi non hanno più scuola, inizierà il centro estivo, qui- la Chiesa ci invita a riflettere realmente su che cos’è il nostro cammino. E visto che l’estate è il momento in cui normalmente abbiamo più tempo, dobbiamo dedicarlo anche un po’ al Signore, trovare più tempo per stare a sentirlo.
Chiediamo, allora, al Signore di darci la forza.
Forse Maria quel giorno ha capito: è arrivata per prendere suo figlio e ha sentito le sue parole, e forse è diventata lì, discepola del Signore. Non lo so.
Però noi siamo chiamati a questa conversione, a non essere servi ma amici, fratelli, sorelle del Signore! Amen.

 

10-06-2018 X Domenica del Tempo Ordinario
Commento di Don Stefano Cascio

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