Natale del Signore 2018

E’ tra noi.

Giovanni alla fine del prologo dice: “Dio nessuno lo ha mai visto. Il Figlio Unigenito che è Dio e che è nel seno del Padre è lui che lo ha rivelato”.

Dio si rivela oggi attraverso questo piccolo bambino adagiato in una mangiatoia. Ieri come oggi Dio si fa presente nella vita di ciascuno di noi. Ieri come oggi Dio rimane nelle vite nostre, nelle nostre vite.

Gesù viene ed è la luce. Giovanni dice che viene nelle tenebre. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo, e il mondo è stato fatto per mezzo di lui eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne tra i suoi e i suoi non lo hanno accolto.

Queste tenebre di cui ci parla Giovanni ce ne sono tante nel nostro cuore. Il problema di oggi, in questo tempo in cui abbiamo l’elettricità, in cui le nostre case in questi giorni sono piene di luce: o perché abbiamo messo delle candele, o perché sugli alberi di Natale abbiamo messo delle lucette: ci sono quelle colorate, quelle che si muovono; e le strade sono piene di luce… Potremmo pensare che noi stessi siamo illuminati. Invece, se guardiamo bene, rimaniamo tante volte al buio: la nostra società non sa dove sta andando. Noi stessi tante volte non cerchiamo la vera felicità.

Avete sentito nella prima lettura come i piedi del messaggero sono contenti e felici di andare ad annunziare la lieta notizia. E’ il Vangelo la bella notizia!  E’ il Vangelo che ci porta alla gioia. E’ Dio che si fa presente nella nostra vita, che risponde alle nostre domande fondamentali; che cammina con te, che vuole partecipare. Questo è il Dio presente, che si incarna nelle nostre vite. Non duemila anni fa, ancora oggi Ancora oggi riesce a dare nuova vita! Ma tante volte, come è stato fatto duemila anni fa, quel bambino muore nell’indifferenza. Lo dicevo proprio ieri: un bambino non può vivere nell’indifferenza. Se non viene curato, un bambino muore. Dio si è fatti così piccolo che muore nella nostra indifferenza. Là dove c’è indifferenza, non c’è Dio. E allora dobbiamo cambiare il nostro cuore! Perché tante volte manchiamo proprio di cuore, siamo indifferenti: verso Dio e verso gli altri.

Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.  Pieno di grazia e verità. E noi, lo dice qui Giovanni: abbiamo ricevuto grazia su grazia. E la prima grazia che abbiamo ricevuto, la prima nuova vita che abbiamo ricevuto è stata nel Battesimo. E cosa abbiamo fatto di  questo tesoro? Cosa abbiamo fatto delle promesse del nostro Battesimo? Tante volte ce le siamo dimenticate. E allora proviamo a capire questo: ogni anno il Natale ci ricorda che siamo chiamati a una nuova vita. Il Bambino, ogni bambino , questo bambino che rappresenta Dio per noi, è qui a ricordarci che Dio di nuovo si è fatto piccolo e ci ricorda che il nostro futuro è lì, che è sempre nuovo, è sempre giovane, è sempre pieno di passione, ed è quello che dovremmo essere noi! E noi invece ci fermiamo, e noi siamo indifferenti, e noi tratteniamo il piede dallo spingerci fuori e  rischiare, perché abbiamo paura.

L’angelo contatta i pastori queste prime parole: non temete. L’angelo, quando appare a Maria dice: Non temete. Quando Dio va nel giardino dell’Eden cerca l’uomo, l’uomo si nasconde. L’uomo si asconde sempre davanti a Dio perché si è rotto quel sentimento di fiducia che avevamo davanti a Dio. Ed è questo che dobbiamo ritrovare, è questo il nostro cammino di fede. Avere la fede significa dare al cento per cento fiducia a Dio, avere fede significa a un certo momento dire a Dio: ho fiducia in te, so che vuoi il mio bene, la mia gioia, ti voglio seguire. Lui si fa piccolo, umile, fragile, proprio per non farci paura. Dio non s’impone, si propone alla mia vita. E allora il Natale è una nuova occasione per dire: sì, io ti accolgo, io accolgo il tuo amore, io ti voglio seguire. Tu sei la mia luce. Tu sei la mia vita. Tu sei l’amore. la verità, la vita. Natale per noi non è semplicemente ritrovarsi in famiglia, perché questo potremmo farlo in tanti altri momenti. Non è neanche venire alla liturgia. Natale è prendere coscienza di una nuova vita, perché purtroppo ce ne dimentichiamo che Dio si fa presente nella nostra vita e ci chiama, ci chiede attenzione, proprio come quel bambino lì richiede attenzione.

E allora di nuovo, davanti a questo Bambino, davanti a Dio che si fa piccolo e si propone a noi in maniera molto umile, ancora una volta noi diciamo: Signore, ti voglio seguire. Ancora una volta noi diciamo: sei tu che illumini le tenebre del mio cuore. Ancora una volta noi diciamo: sei tu l’amore. Sei tu quel dono d’amore che Dio ha voluto fare all’uomo. E io questo dono lo voglio ricevere, perché solo se so che sono amato, saprò amare. Amen

 Natale del Signore 2018
Omelia di Don Stefano Cascio
Trascrizione di Maddalena Kemeny

 

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