Ti benedica e ti custodisca
E’ strano dover cantare il Te Deum in quest’anno così poco brillante economicamente e politicamente adesso qui in Italia. Le guerre non si fermano, anche dentro le nostre comunità! Siamo abituati a dire del male, a vedere il male, a essere diffidenti. A scrutare ogni affermazione, a cogliere in fallo chiunque. Poi le nuove tecnologie amplificano il male, le critiche, tutti armati. Tutti armati, tutti rabbiosi, tutti arroganti. E’ così difficile vivere in un mondo di scontenti! E’ così terribile adeguarsi a questo non dico finimondo, ma fine impero. Un certo mondo sta cadendo. E così triste vedere tutti guardarsi attorno, pronti ad azzannarsi senza pietà.
E nello stesso tempo abbiamo sentito nella prima lettura il Signore che dice a Mosè e ad Aronne: “Così benedirete gli Israeliti”. Un invito folle, disarmante: il Signore ci invita a dire il bene, a benedire l’altro! “Direte loro: ti benedica il Signore e ti custodisca“. Forse così potremmo cambiare il mondo. Forse semplicemente attraverso queste parole. Ti benedica il Signore e ti custodisca. Forse questa è la soluzione semplice per cambiare vita e per cambiare il mondo.
Forse dobbiamo cambiare il nostro modo di vedere. Non dobbiamo essere finti. Non è che con il nostro cuore dobbiamo maledire e con la nostra bocca dobbiamo benedire. Ma guardiamo a chi abbiamo davanti: guardiamo a questo Dio che si è fatto piccolo e indifeso. Guardiamo a questo Dio che si è fatto uomo in Gesù Cristo. Guardiamo a Lui, al suo modo di parlare, di relazionarsi con gli altri, di farsi presente nella vita degli altri. Guardiamo a Lui che diventa il nostro modello di vita. Guardiamo a Lui, che ci dà il senso della vita. Guardiamo a Lui, che ci vuole dire qualcosa: al nostro cuore, ai nostri bisogni. Guardiamo a Lui perché non troveremo da nessuna parte la risposta che cerchiamo, l’amore che cerchiamo, la felicità che cerchiamo, la verità che cerchiamo, la giustizia che cerchiamo, la pace che cerchiamo. Guardiamo a Lui, perché Lui è l’unica risposta, è Lui che ci porterà quello di cui abbiamo bisogno.
E allora se iniziamo e concludiamo l‘anno con Lui, tutto è diverso! Noi concludiamo l’anno sotto il segno di questa benedizione. Che significa dare spazio all’altro, fare una gerarchia delle priorità all’interno della nostra vita, delle nostre giornate, del nostro modo di vivere la nostra fede, in questa comunità. Se Dio è raggiungibile, se è presente, se è disposto a portare la luce in ciò che facciamo, a ciò che viviamo, allora tutto cambia, perché cambia il cuore, perché cambia il modo di vedere la realtà!
Allora sì che vogliamo benedire Dio per l’anno che è passato, dove la nostra parrocchia è sempre più al centro della vita di questo quartiere, della sua scuola, del suo mercato, della vita delle associazioni. Una parrocchia che si apre, che vuole aprirsi e rispondere al bisogno dei suoi fedeli.
Quest’anno sono leggermente cresciute le iscrizioni al catechismo, i battesimi sono stati ventinove. La nostra chiesa dopo anni ha visto finalmente celebrare tra le sue mura due matrimoni; e due altri sono previsti nel 2019.
Certo, il nostro quartiere è invecchiato, e lo vediamo presentando queste vite alla misericordia di Dio. Oggi abbiamo celebrato l’ottantesimo funerale e domani, dopodomani ce ne aspetta già un altro.
Il 2019 deve vedere il nostro cuore aprirsi sempre di più. La comunità si è fatta grande, si è fatta famiglia di Dio e ha esigenze nuove. Nuovi percorsi saranno proposti:
- ai genitori, perché la Chiesa deve essere vicina a loro, deve accompagnarli a questo compito; quindi ci sarà per loro un percorso specifico proprio per l’essere genitori, una sorta di scuola per genitori, perché forse non hanno più strumenti per accompagnare i ragazzi.
- Cambia anche il percorso di preparazione ai fidanzati, perché il mondo è cambiato: pensate che adesso per prepararsi alle nozze hanno bisogno del baby sitter perché ormai hanno i figli!
E quindi è tutto rivoluzionato, tutto diverso. - Continuerà il nostro percorso dedicato alle famiglie e alle giovani coppie, sono ormai tre e funzionano; e allora vogliamo, anche con la vostra preghiera, che questo possa continuare.
- Come continueranno anche tutti i percorsi che accompagnano sia nella preghiera, sia nel gioco i bambini più piccoli, e le persone già avanti nell’età.
Vogliamo benedire il Signore, perché porti sempre più pace in questa nostra comunità, in questa grande famiglia.
Il papa scrive come messaggio di questa giornata della pace,
che inizia da questa sera: “La pace è frutto di un grande progetto politico che si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani.” Questo vale per la società, vale per il mondo e vale anche per la nostra comunità., per il nostro quartiere: sempre di più siamo chiamati ciascuno a mettere quel poco che abbiamo, per creare questo bene comune di cui tutti abbiamo bisogno.
“La pace, dice il papa, è una conversione del cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni indissociabili di questa pace interiore e comunitaria:
- la pace con se stessi, rifiutando l’intransigenza, la collera e l’impazienza e, come consiglia san Francesco di Sales, esercitando“un po’ di dolcezza verso se stessi” per offrire “ un po’ di dolcezza agli altri”;
- La pace con l’altro: il familiare. l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente…; osando l’incontro e ascoltando il messaggio che porta con sé;
- La pace con il creato riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi, come abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire”.
“La politica della pace, dice il papa, deve diventare la politica di ciascuna comunità umana” e quindi deve diventare la politica della nostra comunità:
Allora, l’abbiamo visto, malgrado questo mondo che c’è attorno a noi ed è parte di noi e c’è nel nostro cuore, vogliamo benedire e ringraziare il Signore. Vogliamo cambiare sguardo per poter vedere il bene nell’altro. Perché Cristo è in ognuno; e devo scoprire il volto di Cristo nell’altro. Con il bacio al Bambin Gesù devo poter baciare la vita di ognuno.
Il 2019 poi è un anno particolare per la nostra comunità. Ricorrono i vent’anni della consacrazione di questa chiesa, il 15 maggio del 2019. In questa occasione il cardinal vicario verrà il 15 maggio prossimo per pregare con noi e a ringraziare il Signore; perché questo è il luogo dive si benedicono tante volte i momenti forti della nostra vita. E’ qui che prendiamo i sacramenti. E’ qui che il Mistero si fa visibile. Amen