25 agosto 2019  XXI del Tempo Ordinario

La porta stretta

Bene. Stiamo concludendo l’estate con una parabola intensa. Però vediamo che la porta è stretta. Non è chiusa – e questo è importante. Sì, perché ciascuno di noi pensa al dopo.

Gesù sta salendo verso Gerusalemme, quindi sa già come andrà a finire. Un tale lo ferma per chiedergli del Paradiso, chi ci andrà. E forse non si aspettava una risposta così. Perché Gesù gli risponde mettendolo nel gruppo di quelli che troveranno la porta chiusa, che busseranno e non saranno riconosciuti. E se guardate bene, potremmo essere noi. “Abbiamo mangiato e bevuto alla tua presenza” Chi mangia e beve con il Signore? E’ il riferimento all’Eucaristia. “Tu hai insegnato nelle nostre piazze” Chi ascolta l’insegnamento del Signore? Sono i catechisti. Quindi questo messaggio non è rivolto a chi non entra mai in una chiesa! Ma è rivolto a chi crede di avere le porte spalancate.

Cosa ci viene detto oggi? Che la porta è stretta. Significa che non dobbiamo essere troppo grassi. Non nel senso fisico, ovviamente, ma di chi si riempie la vita di tante cose inutili. Non dobbiamo essere troppo alti: non in senso fisico, ovviamente, ma è la piccolezza dei bambini, la piccolezza dei piccoli, di chi si fa piccolo, cioè umile. E su questo sappiamo quanto lavorio ciascuno di noi ha da fare. Ciascuno guardi il suo cuore.

Da una parte è una meravigliosa proposta che ci viene fatta. Dall’altra ci fa paura vedere la porta stretta.

 Però il Signore ci sta chiamando a essere noi stessi, a ritrovare qual è la nostra missione.

Quando siamo stati chiamati alla vita, quando abbiamo ricevuto la nostra missione non avevamo bisogno di riempirci di cose inutili. Non avevamo bisogno di sentirci non so chi. Però, attenti: questa porta è aperta da Cristo, non dalle nostre azioni. Noi ci dobbiamo riempire della sua grazia. La porta è stretta perché noi dobbiamo essere piccoli e stretti.

Ci rimangono ancora un po’ di giorni estivi per riflettere, per riprendere il cammino. Abbiamo all’orizzonte il nuovo anno che sta per iniziare. Come sempre dunque ogni anno si prendono delle nuove buone risoluzioni. Cominciamo a pensare a come vivere quest’anno. E il Signore ci sta dando un invito molto chiaro: umiltà. Essenzialità. Questo è il cammino del cristiano. Attento a chi si crede già in Paradiso. Abbiamo bisogno di camminare.

Ovviamente, come dico sempre, questo cammino non è solitario, individuale, ma è collettivo, comunitario. E’ una famiglia che cammina insieme. Insieme ci dobbiamo aiutare a camminare. A rendere questa comunità più umile. Ad andare verso l’essenzialità delle cose. Da soli è difficile. Insieme sarà più facile per ciascuno di noi.

Allora chiediamo al Signore di aiutarci a far chiarezza nella nostra vita e a camminare sui suoi passi. Amen

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