25 dicembre 2020 Natale del Signore. Messa del giorno

La bellezza di essere uomo

Verrà  nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”. Nella notte ieri era forte sentire la parola della luce in mezzo al buio. La luce che, nelle tenebre di un mondo che vive la tristezza di questo virus e la paura. Una luce però  necessaria a ciascuno di noi, perché  ci parla della nostra umanità.

Dio, come avere sentito nella seconda lettura, non si e fatto angelo, anzi gli angeli adoravano Cristo.  Dio si è  fatto uomo. Il Verbo si è  fatto carne. Dio scende in mezzo a noi per farsi come noi. Questo ci fa capire cos’è  l’umanità.  Ci fa capire la grandezza dell’ essere uomo. Ci fa riscoprire  la nostra chiamata, la nostra vocazione. Ci fa capire a cosa siamo chiamati noi! Ed è  una cosa meravigliosa! Il Natale non ci parla tanto di Dio, quanto dell’uomo. Dio si fa uomo, si fa piccolo, si fa indifeso. Questa umanità,  che poi crescerà,  ci fa capire qual e questa nuova vita che nasce attraverso di lui, quella che ciascuno di noi ha ricevuto nel Battesimo. Questa nuova vita è rifiutata dal mondo, è rifiutata dai suoi: “Venne tra i suoi e i suoi non lo hanno accolto”. Ma noi, che crediamo in lui, che siamo stati battezzati nella nuova vita, lo abbiamo accolto.

Ma questa accoglienza purtroppo alcune volte ce la dimentichiamo! Questa nuova vita che abbiamo ricevuto, le promesse del nostro Battesimo, tante volte le mettiamo da parte! Se il mondo è  come è, oggi, è  perché  noi cristiani per primi ci siamo dimenticati di questa nuova umanità.

Il Natale è bello  non per quelle luci esterne che mettiamo, ma per la luce vera che entra nella nostra vita.”E noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”.  Grazia e verità  sulla nostra vita! È lui che dà  senso alla nostra vita, non c’è  un altro senso. È  lui che ci ha insegnato a vivere. Sappiamo che, se noi ci mettessimo a vivere come lui ci ha insegnato, le cose sarebbero molto  diverse. Invece Adamo è morto, il nuovo Adamo è  qui.  E noi cosa aspettiamo per abbracciare questa vita? Non solo questo Bambino:  per tanti anni abbiamo voluto sempre baciare il Bambinello. Ma che senso ha baciare una statua, se non abbracciamo questa nuova vita!? È  questa la meraviglia, è  questa la cosa straordinaria di quello che lui rappresenta! È venuto a dirci che noi, attraverso di lui, siamo figli di Dio! È  venuto a farci capire la bellezza dell’uomo! E non gli orrori che vediamo, o quelli che nel ventesimo secolo sono stati, terribili! Ecco, qui è la nuova vita, ecco chi è  l’uomo! Ecco quello che dentro di noi dobbiamo volere.

Poi, certo,  siamo deboli. Poi, certo, cadiamo. Però  dentro di noi dobbiamo avere questa passione, questa voglia di essere come lui. È questa la santità,  è  questa la nostra chiamata più  alta e più bella, una umanità  vera: quella voluta da Dio nel suo progetto. Ed è  questo che dobbiamo riscoprire, è  questo di cui il mondo ha bisogno: la sete, la fame di cui sentiamo il grido! È questo che dobbiamo riscoprire: la parola di Dio, il suo Verbo che si fa carne, i sacramenti che sono Dio che si fa presente nella nostra vita. È  tutto questo che noi dobbiamo abbracciare quando abbracciamo questo Bambino. È  la nuova vita che dobbiamo abbracciare!

Così  oggi voglio benedire anche le mamme in attesa, perché  dentro di loro c’è  questo amore. Ci sarà  una scelta, la scelta di battezzare questi bambini. Ma deve esserci poi la testimonianza, l’esempio, l’educazione. E a questo siamo chiamati tutti noi.

In un Natale, dunque, cui è  stato tolto tutto, tutte le cose che mettiamo in più, cerchiamo di tornare all’essenziale, cioè  all’accoglienza di questa nuova vita, della vera vita: di grazia e di verità.

Sostieni la tua Parrrocchia

Sostieni la parrocchia che diventa Green
grazie ai nuovi pannelli fotovoltaici