1 gennaio 2021 Solennità di Maria santissima Madre di Dio

Silenzio, ascolto, profondità

La liturgia della parola di oggi ci chiede di iniziare questo nuovo anno con una benedizione: “Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolge a te il suo volto e ti conceda pace”.  

In un mondo in cui in cui si parla così male delle persone, anche scrivendo sui nostri social e anche all’interno delle nostre comunità e gruppi, è  bello poter iniziare quest’anno invitati dal Signore non a maledire, ma a benedire.

Noi veniamo da un anno molto difficile, per cui sentire che dobbiamo benedire sembra quasi una parolaccia dopo un anno così brutto. È un anno che ci ha imposto una maschera sul viso, ce l’abbiamo tuttora e l’avremo per parecchi mesi; ma questa maschera sul nostro volto ne ha fatto cadere tante altre  che nemmeno sapevano di avere. Le nostre sicurezze, il mito del progresso infallibile, l’idea di essere al riparo dalle tempeste: ci siamo scoperti vulnerabili, esposti a rischi che non potevamo controllare, noi che vogliamo sempre controllare tutto.

Tre parole riassumono questo anno 2020  ormai alle nostre spalle: fragilità,  solitudine e paura.

Per rispondere a queste tre parole  c’è  un solo modo, quello dei i pastori, come dice la Scrittura di stamattina: “senza indugio”, dopo l’invito degli angeli, i pastori sono andati a cercare Gesù.

Ma allora, in quest’anno 2021, se vogliamo rispondere al problema che abbiamo posto, quello di credere che tutto è  finito, che è  crollato tutto, qual è  il vero motivo? Fragili, soli, impauriti perché  avevamo false sicurezze: la nostra forza   non era Cristo, forse non stiamo ricercando lui, come il Vangelo oggi ci indica. Noi siamo chiamati, come i pastori, ad a correre senza indugio presso di lui, a correre verso di lui,  a cercarlo! E, cercandolo, recuperiamo la dimensione spirituale della  nostra vita. Cosa significa?  Significa imparare a guardare dentro le cose.

Ma questo lo possiamo fare attraverso le tre parole che vi vorrei consegnare per questo nuovo anno, tre parole che sono: silenzio, ascolto e profondità.

Non si può  pensare di creare un vero legame con Cristo senza silenzio, senza ascolto, senza profondità: nel nostro legame con lui, nella nostra riflessione e nella nostra preghiera.  Ecco perché la nostra cappellina, il nostro santuario della preghiera, è  così  importante per il nostro quartiere e per la nostra comunità. Lì vivete il silenzio all’ascolto del Signore. Lì io creo il legame forte che mi deve aiutare per la nostra vita. Lì riesco a creare quel legame che mi permette di dominare le mie paure. Perché,  come dice la seconda lettura: “Non ho ricevuto lo spirito da schiavo, ma lo spirito da figlio, che fa gridare Abba, padre”.

Quest’anno deve essere vissuto diversamente da quello vissuto in precedenza. Che tristezza vedere la nostra chiesa il giorno di Natale così vuota. Tanto erano presenti alla vigilia, tanto c’era il vuoto il giorno di Natale. La paura di tanta gente non permette di vivere quel momento forte che dovrebbe essere la messa, cioè  la preghiera più alta che abbiamo, l’incontro più  forte con lui,  attraverso la Parola e l’Eucarestia. Perché noi non siano chiamati a essere bigotti, ma a creare una relazione con lui vera e sincera, profonda, questo sì.

Silenzio, ascolto, profondità:  questo è  il programma che ciascuno di noi deve avere in questo 2021.

Ed è  importante la solennità  di oggi: dicendo che Maria è madre di Dio, ripetiamo ancora una volta che Dio si è fatto uomo, vero Dio e vero uomo. Oggi ci ritroviamo davanti alla scena della Natività: Maria, Giuseppe, il Bambino adagiato nella mangiatoia e i pastori.  Cosa hanno fatto i pastori dopo aver incontrato Gesù? “Se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, come era stato detto loro”. Ecco l’invito  nostro di questo nuovo anno.  Dopo averlo incontrato, dopo aver creato questo legame forte con lui, dopo aver preso l’esempio di Maria, “che, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”, siamo chiamati ad annunciarlo gioiosamente agli altri: “Glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto se ne tornarono”. E noi siamo chiamati a fare la stessa cosa: andare verso di lui e  tornare nella nostra vita quotidiana, nella nostra famiglia, nelle nostre case, nel nostro quartiere, al nostro lavoro, glorificando e lodando Dio: è  questa la chiamata del cristiano. Non preso dalla paura, che si nasconde! Un uomo e una donna che sa di essere figlio e figlio di Dio. E che apertamente annuncia il fatto di essere figlio o figlia di Dio.  

È  questo che ci accompagna, è  questo che ci rassicura, è  questo che dobbiamo annunciare in quest’anno 2021.  Amen

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