24 gennaio 2021 terza domenica del tempo ordinario

La Parola

Siamo all’inizio della vita pastorale di Gesù,  come abbiamo visto nelle domeniche precedenti. Nel Vangelo di oggi ci viene detto che: “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù  andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio”.

Qualcuno potrebbe dire: ha aspettato trent’anni per iniziare a proclamare la parola, poteva aspettare qualche mese in più, perché  il periodo era un po’ problematico: Giovanni  veniva arrestato, sappiamo che poi gli taglieranno anche la testa, quindi forse non era il momento giusto. Ma c’è  un momento giusto per  proclamare la Parla? Quando sento alcuni che dicono che adesso che c’è  il Covid, non si può,  non si deve… Ogni momento è  il momento giusto per sentire la Parola di Dio. La Parola dà  senso alla nostra vita e quindi ne abbiamo bisogno nei momenti belli e nei momenti brutti, nei momenti difficili e nei momenti di gioia, perché la Parola ha e qualcosa da dire a ciascuno di noi.

Cosa va a proclamare Gesù e dove?  Va in Galilea. È la “Galilea delle genti”: cioè  non è  come andare al tempio, non è come andare  nei luoghi propri degli Ebrei. Va in Galilea, luogo di commercio, dove si mescolava ogni tipo di gente, dove soprattutto non c’erano i puri israeliti. È lì che Gesù  va a proclamare: che cosa? Il Vangelo  di Dio. Sapete cosa significa, dal greco, vangelo? La buona notizia! Va a proclamare la buona notizia per ciascuno di noi in quel luogo. Quindi Gesù  va a proclamare la parola di Dio  in qualsiasi luogo, la parola entra in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento!

La Parola ci dice cosa significa essere uomini, chi è l’uomo! E Gesù diceva: “il tempo è  compiuto e il regno di Dio è  vicino; convertitevi e credete nel Vangelo “. Non è  che Gesù  sta dicendo: il tempo è  compiuto, quindi la fine del mondo sta per arrivare e finisce tutto, moriremo tutti. Non è così.  

Abbiamo festeggiato da poco il Natale, il Dio che si fa prossimo, che si fa vicino. Ma voi sapete  che cos’è  il regno di Dio? Perché  noi abbiamo questa abitudine di pensare che qui c’è  la vita, la storia, la gravità  e poi c’è  il dopo: dopo la morte, quando saremo beati, quando saremo in paradiso e così  via. Ma guardate che il regno dei cieli è  qui, è  adesso! È  la comunione con Dio che fa il regno di Dio.  Quando Gesù  ci dice: “Il regno di Dio è  vicino, convertitevi al Vangelo”, cioè  alla buona notizia, che intende? Che cos’è  la buona notizia se non  che Dio si fa presente nella nostra vita? Quale altra buona notizia ci può essere? Dio che si fa presente nella nostra  vita! Il regno di Dio esiste  tutte le volte che entro in comunione co  Dio, che la mia vita è  in comunione con la sua. Ecco perché  alcuni sono beati già  qui sulla terra. Non è  un futuro.  Le beatitudini sono un presente.  I santi ce lo ricordano.  È  possibile vivere da beati qui sulla terra! Che non significa non conoscere la sofferenza  e il dolore, no. Ma significa  sapere  dove stiamo  andando.  Significa  vivere ogni momento della nostra vita, bello o brutto che sia, insieme a lui. Perché  lui, lo sappiamo, ha conosciuto il dolore più  grande e le gioie più  belle.

È  Dio  che si fa prossimo! Questa è la buona notizia, questo  è  il regno  di Dio  che si fa vicino a noi. Il Signore,  in questa  domenica  particolare, che è “la domenica della Parola di Dio”, come ha voluto papa Francesco, ci ricorda che il dono più grande che abbiamo  è  la Rivelazione; è questo Vangelo che  è stato consegnato a ciascuno di noi. Ma sappiamo quante volte non ci facciamo toccare da questa  Parola, quante volte questa Parola ci scivola  addosso; non lasciamo che penetri in noi; quante volte non veniamo convertiti perché  non vogliamo ascoltare questa  Parola che è lampada ai nostri passi, che dà  senso  alla nostra vita! Preferiamo la nostra piccola  vita.   

Guardate quello che succede nel Vangelo di oggi.  Gesù va, trova Simone e Andrea mentre  gettano  le reti e con le reti in mare. “Venite dietro  a me, vi farò  diventare pescatori di uomini”. Loro pescavano. Pescavano pesce morto, nel senso che il pesce arriva ancora vivo, ma poi si dibatte un po’ e a un certo momento muore – avete visto come viene pescato il pesce nelle reti. E lui li fa diventare  pescatori  di uomini. È  il contrario! Prima pescavano la morte, ora pescano la vita. Perché  gli uomini che tiriamo fuori dall’acqua speriamo di tirarli fuori nella vita! Ed è  questo  che il Signore  chiede a ciascuno  di noi, dentro la famiglia, il lavoro, ci chiede di tirar fuori la vita, l’umanità  per la vita! Non per la morte. Non per il nostro  piccolo  mondo!

Guardate che succede  dopo. Gesù  va da Giovanni  e Giacomo,  che invece stanno riparando le reti. E noi, di reti, ne abbiamo tante nella vita: il nostro  piccolo mondo, il nostro  piccolo  egoismo,  le nostre  piccola  cose; e allora ripariamo, cerchiamo  di mettere a posto le piccole cose. Non sono che piccole riparazioni. Ma noi siamo chiamati a qualcosa  di grande, noi siamo  chiamati  a vivere pienamente  la vita! Siamo chiamati  a qualcosa  di immenso! Siamo chiamati a prendere il largo per la vita, una vita vissuta in pieno, in profondità! Non possiamo rimanere sempre così, al bordo,  con la paura, con l’incertezza,  con l’altro che allontano, con i muri  che mi costruisco. No!  La nostra  chiamata  è  una chiamata  molto più  alta! È  una chiamati  alla libertà,  alla verità,  alla bontà.

E subito li chiamò.  Ed essi lascarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui”. “E subito lasciarono le reti e lo seguirono”. Quando si è  chiamati,  quando  si è  toccati dalla Parola,  non puoi dire: domani, quando ho finito gli esami, quando e finito il covid… No! Il dono è  un dono subito, totale, adesso! Adesso mi i devo far prendere dal Signore! Quando il Signore  chiama, io devo andare!

Attenti,  non sto dicendo che adesso siete chiamati alla vocazione sacerdotale,  parlo della vocazione di noi tutti cristiani, la vocazione ad amare, la vocazione alla libertà  di cui parlavo prima: vivere pienamente la vita! Questa  deve essere vissuta subito! Non domani,  non “ora non mi sento”, “ora devo…”. Il Signore  ti chiama adesso, non domani, adesso devi lasciare e seguire, non in un domani ipotetico! Oggi il Signore  ti chiama!

Guardate la prima lettura, dove Giona viene mandato da Dio nella grande citta di Nìnive:  gli abitanti di Nìnive si convertono, ascoltando la Parola di Dio. Lasciamoci convertire anche noi.

Che la Parola possa toccare il cuore di ciascuno di noi, per convertire la nostra esistenza alla sua presenza, a questo  Dio  che vuol essere  vicino a ciascuno  di noi.  Amen

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