21 febbraio 2021 prima domenica di Quaresima

Ritrovare il sapore delle grande alleanza

Mercoledì siamo entrati in un tempo particolare, che è  il tempo della Quaresima: un tempo che ci prepara alla Pasqua, la più grande festa dei cristiani, quella della Resurrezione  di Gesù.

Come già vi dicevo, è  un tempo che ci dà l’orientamento del nostro cammino. Noi non stiamo vivendo questi quaranta giorni per fustigarci e fare penitenza così per niente. L’obiettivo nostro è liberarci per qualcosa di più  grande, la Risurrezione di Gesù.  

La prima lettura vuole  ricordarci qualcosa di importante: Dio ha fatto con noi un’alleanza. Alla fine del diluvio, Dio dice: “Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà  più  distrutta alcuna carne dalle acque del diluviò, né  il diluvio devasterà  più  la terra”. E da allora, come sapete, c’è  l’arcobaleno, che rappresenta il segno dell’alleanza tra Dio e la terra.

Ma dopo, qual è  stata la più  grande alleanza tra l’uomo e Dio, se non Gesù Cristo? Dio che si fa uomo, che si fa carne, che viene ad abitare la nostra vita! Dio che viene in mezzo alle nostre gioie e alle nostre sofferenze! Non è  stato questo il momento più  grande? Dio vuol fare alleanza con l’uomo. E lo ripete in continuazione, la ricerca questa alleanza tra lui e l’uomo! Vuole creare questa amicizia.

E questo da sempre! Ricordate, nel giardino dell’Eden, quando Dio passeggia nel giardino alla ricerca dell’uomo. E l’uomo e la donna si sono nascosti! Infatti noi facciamo così, ci nascondiamo da Dio ! Ci allontaniamo da lui!

Allora, questi giorni sono giorni per ritrovare il cammino, per liberarci di nuovo da tutto quello che ci allontana da lui. Gesù, ci dice il Vangelo di oggi, sta nel deserto. Anche noi siamo chiamati a questo deserto. Il deserto è  anche un luogo di solitudine. E anche noi siamo chiamati a vivere, in un certo senso, la solitudine: nel senso di stare un po’  da soli a riflettere sulla nostra vita.

Come vi dicevo mercoledì,  quaranta giorni in un anno non sono così  tanti alla fine e, se li viviamo bene, ci permettono di ritrovare il cammino.

E il deserto lo viviamo anche  molto nella nostra società  e nelle nostre  famiglie, là  dove non c’è dialogo, là  dove non c’è  incontro, dove c’è  il rigetto dell’altro. Lì  c’è  deserto, tanto i nostri cuori sono come terra deserta senza più  niente. Tante delle nostre relazioni sono simili a quel deserto. E lì  l’amore di Dio deve entrare, lì  la misericordia di Dio è  necessaria. Lì  abbiamo bisogno di perdere quell’egoismo che ci distrugge, che distrugge tante volte le nostre famiglie.

Il deserto è  qualcosa di terribile, dove fa molto caldo e anche molto freddo. Così  troppo spesso sono le nostre relazioni familiari, in cui non c’è  vero dialogo, ma o freddezza, o invece caldo, nel senso dell’ira, della reattività violenta.  Proprio  come nei social, che sono diventati polarizzanti: lì  non c’è  mai un dialogo. La nostra società  deve ritrovare questo tema dell’alleanza, un’alleanza  che Dio ha voluto con l’uomo. Anche noi la dobbiamo ritrovare nel nostro modo di vivere: l’alleanza con la natura, l’alleanza  con l’uomo, l’alleanza con tutto quello  che ci circonda. Forse per questo che papa Francesco ha voluto scrivere come ultima enciclica Fratelli tutti: per ricordare a ciascuno di noi questa  necessità.  Non siamo soli, non siamo in un  deserto. E anche se noi, volenti o no, ci troviamo in un  deserto, siamo chiamati a una grande fraternità,  alla figliolanza  con Dio, necessaria per essere felici.

Vediamo che Gesù, quando esce dal deserto, comincia a predicare il Vangelo, che in greco significa  buona notizia. E anche lì, noi invece siamo riempiti di notizie tristi; e da un anno ancora di più:  abbiamo letto dei morti in questi giorni per il virus. Siamo abituati a sentire solo brutte notizie, perché  sono queste a far rumore, le buone notizie no. Ma noi siamo chiamati a proclamare la buona notizia: che Cristo vuole vivere con noi, che il regno dei cieli è  vicino, perché  Cristo  è  con noi. Noi siamo chiamati a custodire questo regno già sulla terra, perché  siamo battezzati in Cristo, nella sua morte e Risurrezione; perché  il germe di vita eterna ce l’abbiamo già  nel cuore; perché  già  qui la debbo vivere questa buona notizia e perché  noi cristiani siamo chiamati a viverla con gli altri!

Allora questa Quaresima,  cari fratelli e sorelle, è  ritrovare il gusto di Dio! Proprio come quando parliamo di cucina e ci viene l’acquolina in  bocca, così  dovrebbe essere la buona notizia, la vita in Cristo! Così  dovremmo educare i nostri figli, ad assaporare la vita in Cristo!

Prima si leggeva la vita dei santi, ora non si fa più. Perché si leggeva la vita dei santi? Perché i santi diventavano i nostri modelli,  uomini e donne che quel sapore di Cristo  l’avevano vissuto qui sula terra, ed erano persone come noi, nate come noi! Però  erano riusciti a vivere l’alleanza  con Dio. Ecco cosa dobbiamo ritrovare. Ecco a cosa serve la Quaresima: a ritrovare il legame con lui, con questo Dio che cerca e sempre cerca la mano dell’uomo. “Non di solo pane vivrà  l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bacca di Dio”. Amen

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