Ci ha tanto amati da dare suo Figlio per noi
Il Vangelo di oggi parla del momento in cui Nicodemo, di notte, va a parlare con Gesù. Ci va di notte perché ha paura del giudizio degli Ebrei. Ma è lo stesso Nicodemo che, quando tutti scapperanno dopo la crocifissione, invece andrà alla tomba.
In questo dialogo, Gesù ricorda una pagina dell’Antico Testamento, quando il popolo che cammina nel deserto si ritrova attaccato dai serpenti e Dio dice a Mosè di mettere un serpente di bronzo sul suo bastone e che chiunque lo guarderà, sarà salvato. E dice: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.
Anche noi siamo chiamati a guardare non più il serpente di bronzo sul bastone, ma Cristo sulla croce. Il nostro sguardo deve andare lì oggi. E per quale motivo? Perché è qui che è cresciuto l’amore di Dio, qui sulla croce: Dio, che si è fatto piccolo, che si è fatto carne; che si è fatto povero; che in questo momento si fa debole e muore sulla croce. Che non risponde alla violenza con la violenza, ma con l’amore.
C’è una frase importantissima al centro di questo dramma: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto”.
Siamo al cuore della fede cristiana. Noi in cosa crediamo? Nell’amore di Dio, che si è fatto carne attraverso Gesù Cristo. Se noi capiamo questo, se noi capiamo che noi siamo amati senza meriti, ma per grazia; se noi capiamo che noi siamo amati al di là di tutto quello che siamo, al di là della nostra debolezza, della piccolezza di ciò che facciamo, del poco che siamo, se noi ci rendiamo conto di questo, allora tutto quello che facciamo non lo stiamo facendo per dovere, lo facciamo per amore: perché ci sentiamo amati, amiamo!
Una madre, un padre di famiglia , quello che fa per suo figlio, per sua figlia, non lo fa per dovere. Anche se, quando due si sposano, viene loro detto nel Codice civile quello che devono fare. Cioè, quando sposo una persona, devo leggere anche gli articoli del Codice civile che mi dice chi si deve occupare dei figli, mi dice che devono avere un domicilio, che devo dar loro da mangiare, che devo aiutarli nella crescita, nell’educazione, eccetera eccetera. Quindi un padre e una madre hanno un dovere per la crescita dei figli; ma, se chiedo a ciascuno di voi che siete padri e madri: “Voi lo fate per dovere o lo fate per amore?”, credo che la risposta sarebbe: “Per amore!” Non vi sentite costretti a fare quel che fate per i vostri figli, lo fate perché amate i vostri figli. Non contate le ore che dedicate a loro. Se il figlio ha la febbre e dovete stare lì in piedi tutta la notte, voi ci state, lì, in piedi tutta la notte! E questo lo fate solo per amore.
Allora qual è la conversione che deve succedere nella vostra vita? La conversione è questa: aprire il cuore all’amore di Dio. Nel momento in cui io capisco che sono figlio di Dio, la mia vita cambia: perché quello che sto facendo non lo faccio per dovere, ma per amore.
Io non vengo la domenica a messa per dovere! Ci vengo perché mi viene proclamata la parola di Dio, perché si fa vivo e presente in mezzo a noi con l’Eucaristia! Io non faccio del bene all’altro perché mi vien chiesto e perché altrimenti non vado in Paradiso: io faccio del bene all’altro perché sento di doverlo fare, perché l’altro è mio fratello e non posso lasciarlo lungo la strada. Capite allora che conversione dobbiamo fare? Perché tante vote noi ancora viviamo da pagani. O viviamo come vivevamo gli Ebrei duemila anni fa con Gesù, che criticavano questo fatto di dover seguire tutte le regole possibili: avevano perso il senso di tutto, il senso dell’amore di Dio per noi. E prendere coscienza di questo amore è viverlo. E finché io non ho preso coscienza che sono amato, che sono figlio, non potrò vivere veramente da cristiano. Ce l’avrò scritto sulla fronte, lo potrò dire, potrò parlare dei valori cristiani, ma questo non è essere cristiano. Essere cristiano significa essere abitato da Cristo, dal suo amore!
E allora la Quaresima è proprio tornare all’essenziale, riscoprire l’amore di Dio. “La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce”. Sappiamo quanto questo sia vero nel nostro cammino di fede. Ora dobbiamo aprire questo cuore a Cristo, alla sua misericordia e al suo amore. Non ci deve essere più niente di nascosto in noi, non verso gli altri, ma verso Dio: perché possa riempire le nostre ferite, le nostre sofferenze, le nostre miserie con il suo amore, per cambiare ciascuno di noi e il nostro cuore.
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito. Chiunque crede im lui ha la vita eterna”. Amen