14 marzo 2021 Secondo scrutinio

Gv 9, 1-41 il cieco nato

Lasciamo entrare la luce di Cristo

Voi sapete che quando si nasce non si riesce a  vedere bene. I bambini ci mettono qualche settimana a cominciare ad avere una vista come la nostra. E nel cammino di fede succede un po’ la stessa cosa. Noi abbiamo bisogno di tempo per vedere. Perché  non ci sono solo gli occhi del viso, ci sono anche gli occhi del cuore, gli occhi della fede. Allora oggi noi vogliamo pregare per Giulia, in vista del suo Battesimo, perché  possa vedere Gesù, vedere il suo volto. Ma sapete benissimo che questo momento di preghiera per lei, in cui la comunità  prega per questa eletta di Dio, noi stiamo pregando anche per noi stessi, perché  non sempre abbiamo questa vera visione, non sempre stiamo vedendo questo volto. Tante volte anche noi siamo ciechi, come questo cieco nato.

Il cieco fa un cammino. Quando gli chiedono in che modo gli sono stati aperti gli occhi, lui risponde: “L’uomo che si chiama Gesù  ha fatto del fango”. All’inizio per me Gesù  è  solo un uomo. Oggi non c’è  più  nessuno per negare che Gesù è esistito. Non è  difficile per noi credere alla sua esistenza fisica nella storia del mondo. Ma ci è  chiesto di fare un passo supplementare. Quando di nuovo gli chiedono: “Cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?”, egli risponde: “È  un profeta”. Il passo supplementare sul nostro  cammino  è  riconoscere che Gesù  è  un inviato di Dio, un profeta. Ma questo lo potrebbe dire anche un musulmano. Sapete che i musulmani considerano Gesù  l’ultimo profeta prima d Maometto.

Allora, andando avanti in questo cammino, quando il cieco nato incontra di nuovo Gesù,  Gesù gli chiede: “Tu credi nel Figlio dell’uomo?”. E lui risponde: ”Chi è, Signore, perché  io creda in lui?”. Gli dice Gesù: ”Lo hai visto, è  colui che parla con te”. Ed egli die: “Credo, Signore”.La fine di questo  cammino, che è  il cammino  della  fede, ti porta a dire: “Credo, Signore”, cioè: credo in te, Gesù, che sei Dio.  

Quel cammino che fa questo cieco nato, è  il cammino  di ciascuno  di noi. Noi non siamo chiamati a credere solo storicamente alla presenza di Gesù  sulla terra, non siamo neanche chiamati a credere che Gesù  sia un  uomo di Dio, un profeta. Ma siamo chiamati a riconoscerlo come il nostro Signore.

Ma per fare questo, devo averlo visto. Devo avere fiducia in chi me lo fa conoscere. La fede, lo sapete, è  fiducia. È la mia ragione che mi porta a cercare la sua esistenza, ma poi a un certo momento  mi devo anche  fidare: e questo è  il salto della fede. Posso fidarmi se ho davanti a me, davanti agli occhi, testimoni credibili. La nostra non può  essere soltanto una preghiera per Giulia, è anche un riflettere sulla nostra fede, sul nostro credere. Oggi la domanda è  posta a ciascuno  di noi: posso dire io: “Credo, Signore”? O per me è  solo un profeta? O per me è  solo un grand’uomo, un uomo eccellente? Chi è  per me Gesù? Perché  se io posso dire: Credo, Signore, significa che tutta la mia vita dev’essere  presa da lui. Io devo essere abitato da Cristo,  perché  se no, non sono credibile. Mi metto un segno qui per dire: sono cristiano, ma cosa significa  essere  cristiano  se non vivere  di Cristo? Qual è  il fondamento  della mia vita?  Se io mi dico cristiano,  il fondamento dell’essere Cristo, dev’essere  la sua parola, che deve giudicare il mio cammino, indicarmi ogni scelta che faccio nella mia vita. Lui ha detto: “Sono via, verità  e vita”.  La via che devo condurre nella mia vita è  la verità  che io cerco, è  la risposta  alle domande fondamentali, le domande più  profonde  del mio essere.  È  la mia vita. E se io ancora non posso dire questo,  allora  non posso  dire: “CredoSignore”,  perché  non sarebbe  vero. Ma posso camminare, posso cercare! Può  avvenire a me quel che è  avvenuto per questo  cieco, posso trovare la vista! Basta che apra il mio cuore.

Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché  sia nato  cieco?”. Rispose Gesù: “Né  lui ha peccato, né  i suoi genitori”. Non siamo qui per giudicarci l’un l’altro. Siamo qui per ritrovare la vista.

E ciascuno ha un cammino  diverso.  Giulia si presenta oggi, per qualcuno è  successo molto prima; per qualcuno  è  successo  molto  dopo. Per qualcuno ancora non è  successo di poter vedere. Ma dobbiamo sentire questa voglia dentro di noi  di voler vedere  Gesù,  di voler vedere  il suo volto. Di volerlo vivere in tutti i momenti  della  nostra  vita.

“Io sono la luce de mondo”, dice il Signore. “Chi segue me avrà  la luce  della  vita”.  Entriamo in questa luce. Questo  è  il nostro  cammino.  Entriamo nella luce che toglie tutte le ombre,  tutte le cose nascoste che abbiamo nella nostra vita. Entriamo nella luce di Cristo. Abbiamo misericordia, dobbiamo avere misericordia di noi stessi. Lui ci ama. Lui ci ama prima di tutto. Ci ama molto di più  di quanto amiamo noi stessi. Lasciamolo entrare nella nostra vita. Lasciamo entrare nella nostra vita la luce di Cristo. Amen

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