28 marzo 2021 Domenica delle Palme e della Passione del Signor Signore

Riconoscerlo nella nostra vita

Siamo nel cuore dell’Incarnazione. Ed è  il cuore anche della nostra umanità.

Siamo nel cuore dell’Incarnazione  perché  Gesù, il Verbo che si è  fatto carne, vive il nostro dolore, le nostre sofferenze, il nostro abbandono e anche, in un certo senso, quello che molti di noi hanno vissuto, vivono alcune volte nella loro vita: il silenzio di Dio.

E oggi tocchiamo con mano anche la nostra  umanità, una umanità  duplice, che sa fare grandi gesti d’amore e che può  cadere facilmente nella tentazione, nel peccato,  nella cattiveria,  nella morte. Noi viviamo così.

La Chiesa, nella sua saggezza, la domenica delle Palme ci fa rivivere l’entrata di Gesù  a Gerusalemme. E abbiamo cantato tutti: “Osanna al re dei re!”. Poco dopo la stessa folla torturava e uccideva Gesù.

Questo modo di vivere sappiamo quanto ci appartiene. Se voi avete ascoltato bene, a ogni gesto d’amore segue, subito dopo, un momento di tradimento: Il profumo, all’inizio, e poi subito la critica e Giuda, che va a vendere Gesù; Gesù  che dice: “Questo è  il mio corpo e il mio sangue”, che annuncia il dono di sé, e poi l’annuncio che uno di loro lo tradirà; Pietro, che dice che sarà  sempre  con lui e invece, lo sappiamo, si allontanerà  e negherà  di conoscerlo; e gli altri discepoli dove stanno? Sotto la croce no.

Questa è  la fotografia della nostra umanità.  Questi siamo noi, con i nostri grandi slanci d’amore e i nostri grandi peccati.  Questo  siamo noi. E Dio si fa presente. Si fa presente nella sofferenza e nel dolore di ciascuno di noi. Conosce la nostra  morte, conosce  la nostra  cattiveria.

Quell’uomo verrà  torturato in maniera indicibile! Ero rimasto molto colpito dal film di Mel Gibson: La Passione, che ci faceva vivere quella tortura. Noi ci siamo così  tanto abituati a questi crocefissi  così  puliti, con una piccola goccia di sangue! Invece è  stata una tortura terribile quella che ha vissuto il Figlio di Dio. E sapete perché? Perché,  guardando a lui, vediamo i nostri difetti. Gesù  Cristo è come  uno specchio della nostra  anima. L’uomo, che dovrebbe essere quello che Gesù  ci presenta, l’uomo come progetto di Dio, l’uomo come nuovo Adamo: in lui vediamo  quello che noi dovremmo essere, e ci disturba, perché  noi non riusciamo a essere così. O perché  ci richiede troppo sacrificio, troppo dono totale. E allora preferiamo ucciderlo, metterlo da parte; far uscir fuori tutto l’odio che abbiamo dentro! È  la peggiore umanità  che si manifesta davanti a Gesù, ma guardate che è  così: guardate i nostri social, guardate i nostri dibattiti, sono tutti pieni di ira, odio. Niente ci porta al bene, se non lui, che non risponde alla violenza  con la violenza, ma con uno sguardo d’amore, di perdono, di misericordia.

Tanti sono stati i martiri nella vita della Chiesa  che ci ricordano che cosa significa essere uomini, il non lasciare spazio a quella cattiveria che possiamo avere dentro, a quella delusione, a quella rabbia che tutti noi abbiamo, ma che non possiamo riversare sul nostro fratello, ma la dobbiamo invece portare davanti a Cristo.

Dunque oggi entriamo nella settimana santa. E la Chiesa ci mette davanti, subito, la passione di Gesù.  Ci fa capire che questa settimana è  importante per noi  perché  è  il cuore di tutta l’Incarnazione di Cristo, che si dona totalmente  e che ci invita a donarci.  Viviamola, giorno dopo giorno, questa settimana santa,  minuto dopo minuto! Ci metteremo accanto a lui, lo seguiremo e insieme rivivremo questi  momenti.  Una settimana che è  il cuore della vita liturgica e della nostra vita di fede. Lì  si trova il senso di tutto!

Allora apriamo questo cuore a quel momento, entriamo in quella settimana per convertirci, perché  ancora una volta  abbiamo  bisogno di essere  toccati da quell’amore. Perché è  solo essendo toccati da quell’amore che vivremo diversamente.

E la guardia a riconoscere chi è  Gesù, è  il soldato pagano che alla fine dice: “Davvero quell’uomo era il Figlio di Dio”. Ecco quello che noi siamo chiamati a fare e a riconoscerete: il Figlio di Dio, il Messia atteso, che è  venuto in mezzo a noi: questo Dio che si fa presente nella nostra vita. Ecco quello che dobbiamo riconoscere nella mia vita, nelle tua vita! Dio si fa presente, è  questo che oggi siamo chiamati a riconoscere. È questo che noi dobbiamo toccare con mano nella settimana santa: riconoscere un Dio che si fa presente nella nostra vita.  Amen

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