Aprirsi a lui
Siamo fortunati, dopo questa lunga estate, a iniziare col Battesimo di Costanza, perché il Vangelo di oggi ci parla dell’ effatà. E vedrete che durante il sacramento del Battesimo c’è proprio il rito dell’effatà: «Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre». Effatà significa aprirsi, e l’invito di oggi è proprio quello di aprirsi. Perché spesso noi siamo sordomuti. Sapete che non si nasce sordomuti: si è muri perché non si sente. Così, tante volte, se noi non raccontiamo di Dio attraverso la nostra vita, è perché forse siamo sordi alla sua parola. Dunque tutti abbiamo bisogno di questo rito dell’effatà! Tutti abbiamo bisogno di essere toccati da Cristo.
Come essere toccati da Cristo? Leggendo questo Va gelo capiamo come. Prima di tutto questo sordomuto non viene da solo a cercare Gesù, ma viene accompagnato da altri: e questa sicuramente è la prima cosa della nostra fede. Infatti, o il giorno del nostro Battesimo, come questa bambina, siamo stati accompagnati dai genitori, oppure, se siamo stati battezzati più grandi, siamo stati accompagnati da qualcun altro che ci ha mostrato, a un certo momento della nostra vita, Gesù. E comunque, se oggi noi siamo qui è perché abbiamo incontrato nella nostra vita dei testimoni che ci hanno accompagnato verso di lui. Proprio come succede nel Vangelo con questo sordomuto.
Inoltre: Gesù lo prende “in disparte, lontano dalla folla”. Incontrare Gesù non può essere seguendo le mode di questo mondo. Incontrare Gesù ha bisogno di spazio, e di tempo, e di luogo adeguato per sentirlo, per ascoltare la sua parola; per vivere il suo esempio.
“Gesù gli mise le dita nelle orecchie“. Ricordatevi le dita di Dio: che è lo Spirito Santo, che è l’opera di Dio. Allora noi siamo chiamati, se vogliamo aprirci, a ricordarci l‘opera di Dio nella nostra vita. Infatti, nella vita che noi viviamo, Dio opera! Dio opera nella nostra vita, nella mia vita, e siamo chiamati a fare memoria di questa opera.
E ancora: ”Con la saliva gli toccò la lingua”. La saliva è la parola di Dio. Questa parola che viene proclamata nella messa ogni giorno, che ascoltiamo ogni domenica, è una parola che salva, è una parola che sono chiamato a vivere, su cui devo riflettere, e che invece tante volte mi passa così. Siamo chiamati a meditarla, siamo chiamati a cercare di concretizzarla, questa parola.
Gesù agisce con le opere e con la parola. il sordomuto sente e parla. Allora noi siamo chiamati ad accompagnare questa bambina perché anche lei cresca e possa ascoltare è proclamare la parola, noi, come comunità, noi, come famiglia, tutti! Siamo chiamati per poter accompagnare questa bambina così, nella sua nuova nascita, e a vivere in prima persona questa apertura. La paura ci rinchiude – l’abbiamo visto anche quest’anno, pieno di paure. Cristo ci viene invece a chiamare all’apertura. Dunque dobbiamo lasciare il sordomuto che e dentro di noi e seguire l’invito di Cristo: lasciarci toccare dalle sue opere, lo Spirito Santo e dalla sua parola. Apriamo il cuore a questo annuncio, per poter accompagnare questa bambina è tanti altri figli che sono nati e nascono nella nostra comunità. Amen
effatà. E