Natale del Signore, messa della notte

Sabato 25 dicembre 2021

Ai piedi della mangiatoia

Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi il Salvatore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce adagiato in una mangiatoia “. Il segno è un neonato in una mangiatoia.

Sembra uno scherzo. È  assurdo, se ci pensiamo! Ecco come si manifesta il Dio onnipotente!

Ma fermiamoci un attimo. Forse Dio vuol farci riflettere. Il cardinal vicario De Donatis, un giorno, quando eravamo alla grotta di Lourdes,  ha detto  che Dio ci regala, attraverso la sua azione nel mondo, un metro speciale, che non misura l’altezza, ma la piccolezza.  Allora ogni anno dovremmo chiederci se siamo diventati più piccoli, più umili, più attenti ai poveri,  ai fragili,  ai deboli.

Questo mi ha fatto pensare a una preghiera che, dicendola stasera non riflette quello che sono, anzi è tutto il contrario,  ma è quello che dovremmo essere tutti: quello che dovrebbe spingersi nel nostro cuore,  quello che vorremmo che sia questa sera ai piedi di questo neonato. È una preghiera di Dietrich Bonhoeffer, che si intitola: “Noi, i piccoli potenti:

Celebriamo il Natale,  e una volta tanto vogliamo veramente celebrarlo quale festa del Cristo nel nostro mondo. Ma per far questo è necessario che prima  mettiamo in chiaro ancora un po’ che cosa sia davvero importante nella nostra vita,  ossia dobbiamo chiarirci che cosa vogliamo considerare alto e cosa basso nella vita umana, in rapporto alla mangiatoia di Gesù Cristo. Noi tutti qui non siamo dei potenti,  anche se forse sogniamo di esserlo e ci è  gravoso sentircelo dire . Di grandi potenti ce ne sono sempre soltanto pochi.  Quanto più numerosi invece i piccoli potenti,  gente che, appena può,  esercita il suo piccolo potere  e vive con un  solo pensiero: ergersi sempre più in alto!  Il pensiero di Dio è ben diverso: sempre più in basso,  nella piccolezza,  nella non appariscenza, nell’oblio di sé,  nell’insignificanza, nel non voler valere nulla, nel non voler emergere . È  su questa strada che noi incontriamo Dio”.

Ognuno di noi vive co  persone cosiddette “in alto” e cin altre cosiddette “in basso”. Per ciascun di noi esiste ancora qualcuno che è  più in basso di noi,  che gli è inferiore.  Sarà forse questo il Natale che ci aiuterà a maturare radicalmente il nostro modo di Vivere,  di vedere e di pensare a questo riguardo? Sarà questo il Natale che ci farà riconoscere che la nostra strada,  nella misura in cui dev’essere una strada che porta a Dio, non ci conduce alle altezze,  bensì realmente e totalmente in basso,  là dove sono gli ultimi, e che ogni percorso esistenziale che voglia essere unicamente un tragitto ad alta quota, terminerà necessariamente nel panico?

Chi fra noi celebrerà il Natale in modo conveniente? Colui che deporrà finalmente ai piedi della mangiatoia ogni potenza, ogni onore, ogni vanità,  ogni presunzione,  ogni orgoglio,  ogni ostinazione; colui che si metterà dalla parte di chi sta in basso, lasciando che Dio solo stia in alto; colui che saprà contemplare la gloria del Signore nell’abbassamento, sì, di quel bambino deposto nella mangiatoia, colui che dirà come Maria: “il Signore ha guardato la mia piccolezza: l’anima mia magnifica il Signore  e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore”.  Amen

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