23 gennaio 2022 Terza domanda del tempo ordinario

È lui la Parola liberatrice

Oggi è la domenica dedicata alla Parola di Dio. È strano, perché ogni domenica e ogni messa è dedicata alla Parola di Dio. L’abbiamo visto con le famiglie del catechismo, quando abbiamo spiegato come funzionava la messa. Abbiamo spiegato la liturgia della messa, l’importanza della prima parte, non la liturgia della Parola. Ma il papa ha voluto che ci sia una domenica dedicata alla Parola per sottolineare la sua importanza nella vita di fede, nella vita del fedele.
E l’avere sentito nelle parole del Vangelo ma anche la prima lettura mostra la grande importanza di questa Parola.

Nella prima lettura gli Ebrei, tornati dall’esilio, per la prima volta ritrovano la Scrittura e celebrano una grande liturgia dove la Parola viene proclamata. Tre verbi fondamentali vengono detti per questa proclamazione: leggere, spiegare, comprendere.

La Parola di Dio viene letta, proclamata. Ora, se noi guardiamo nelle nostre case, la Bibbia per lo più ce l’abbiamo, ma è messa nella libreria, e sta là, forse non l’abbiamo mai aperta; rimane lì. Ecco, noi siamo richiamati a riscoprire la Parola di Dio. Una Parola fondamentale, una Parola creatrice, una Parola che guida la nostra vita. E non è possibile, come cristiani, lasciare questa Parola nella libreria. Non è normale che noi cristiani, in particolare che noi cattolici abbiamo perso questa abitudine della Parola; e per tanti secoli l’abbiamo un po’ lasciata li. E oggi, ancora oggi, continuiamo a scordarcela. Il primo invito di questa domenica è di riscoprirla. Per questo invito tutti a partecipare a quell’incontro che facciamo mensilmente: la catechesi sulle Beatitudini: è bello ritrovarci e poi parlarne insieme. Una volta al mese non è tanto, ma è tanto bello per il nostro cammino.

La seconda parola che vi dicevo, il secondo verbo è: spiegare. La Parola viene spiegata. Ed è quello che viene chiesto al sacerdote, tutte le volte che all’omelia parla: egli fa l’esegesi della Scrittura. In greco esegesi vuol dire: tirar fuori. I latini dicevano che la Parola aveva settanta volti. Ed è vero; è vero che quello che dico oggi, se riprendo la Parola domani, lo dirò diversamente; e l’anno prossimo dirò ancora una cosa diversa, perché tanto ricca questa Parola, ha tanti volti diversi e, secondo quello che viviamo, tiriamo fuori un insegnamento diverso. E allora, anche lì, è bello ricercare e tirar fuori la ricchezza della Parola di Dio.

Il terzo verbo fondamentale è comprendere. Siamo chiamati a comprendere questa Parola, non solo con l’intelligenza, ma anche con il cuore. La Parola di Dio compresa non significa aver capito tutto! La Parola di Dio compresa significa che la metto in pratica, significa che cerco di viverla. Ed è proprio questo che vediamo nel Vangelo di oggi.

Nel Vangelo Gesù va alla sinagoga, proprio come noi di domenica andiamo a messa. E prende il rotolo della Parola ed è Isaia. La legge. Si dice che la gente “aveva lo sguardo fisso su di lui”. “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. LaParola ascoltata è Gesù Cristo, lo sappiamo. Tutta la Parola ci parla di Gesù.

Parlarci di Gesù vuol dire anche parlarci di noi stessi. Noi sappiamo che Gesù è il Dio fatto uomo. Gesù ci rivela la nostra vocazione, la nostra chiamata. Ci rivela chi è l’uomo. Fissando lo sguardo su di lui, imparo meglio a conoscere me, imparo a capire che cosa sono chiamato a essere. Lui è l’uomo libero; e quella Parola liberatrice di cui tutti abbiamo bisogno è lui! “Si dice che tutti avevano lo sguardo fisso su di lui”: essere cristiani significa fissare lo sguardo su Cristo e ascoltare la sua Parola. Ecco quello che è essere cristiani.

Allora oggi, ancora una volta, siamo invitati a metterci in cammino dietro di lui, fissando lo sguardo, avendo una meta nella nostra vita che è Gesù Cristo. E ascoltare la sua Parola per metterla in pratica.

Che Dio ci dia la forza di aprire il nostro cuore a questo annuncio. Amen

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