Un’accoglienza che tocca il cuore integro e lo cambia
Il tema di questa domenica è l’accoglienza. Lo vediamo nella prima lettura, in cui Abramo accoglie questi tre stranieri; e capirà alla fine che era Dio, una prefigurazione della santa Trinità.
L’accoglienza è una parola che forse noi conosciamo meno, o viviamo di meno. On tante altre parti del mondo, in particolare nei paesi più poveri, l’accoglienza dell’altro è molto più forte. Ricordo sempre il Pakistan, dove le persone hanno pochissimo, ma quando ti accolgono ti danno tutto; a tal punto che, siccome da loro non c’è sala da pranzo, salotto ecc., si mangia sul letto. E loto non mangiano con te, servono, persone per loro l’ospite è la cosa più importante. Noi questo senso dell’accoglienza, nei paesi occidentali l’abbiamo perso. Più si è ricchi e meno si è generosi, è così.
Abramo accoglie nella sua vita Dio. E questa accoglienza è portatrice di una promessa: come avete sentito alla fine gli viene detto che avrà un figlio, lui che con Sara sa di non poterne avere. L’accoglienza di Dio nella nostra vita è un’accoglienza piena di promesse.
E lo vediamo anche nel Vangelo. Gesù viene accolto nella casa di Marta e Maria, quelle che diventeranno poi le sue amiche. Conosciamo bene questo episodio: Marta si agita, prepara tutto, serve; e Maria sta lì, ai piedi del Maestro, ad ascoltare la sua parola.
Intanto vorrei ricordare che Marta e Maria sono sante tutte due, non solo Maria, anche Marta. Ma Gesù ci dice una cosa importante oggi. Quando Marta gli dice: “Signore, tu non dici nulla? Mia sorella non mi sta aiutando!”, Gesù le risponde: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una sola cosa c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta “. Questo invito è un invito per ciascuno di noi
Anche noi, se siamo qui stamattina, è perché abbiamo accolto il Signore nella nostra vita. E sappiamo bene tutti noi che siamo un po’ Marta e un po’ Maria, chi più chi meno, seco do il nostro modo di vivere la nostra fede, siamo u po’ Marta e un po’ Maria. Ma Gesù ci ricorda che l’accoglienza più grande è quella della sua parola. È questa la parte migliore. Tutto il resto , lo sappiamo, il servizio quotidiano è collegato a quella vita unita al Signore e alla sua parola. Se no, non avrebbe senso!
E allora il Vangelo di oggi ci deve far riflettere sulla nostra accoglienza di Cristo nella nostra vita, sull’ascolto: che non significa solo sentire la parola, ma viverla, metterla in pratica, esserne toccati: sappiamo che tante volte questa parola ci scivola addosso e non ci tocca, non cambia la nostra vita. Invece la parola è come una spada a doppio taglio e deve toccare fino al midollo la nostra vita.
Dunque continuiamo a metterci in ascolto. L’estate è il momento propizio per prenderci un po’ di tempo e questo tempo lo possiamo giocare anche riscoprendo la parola di Dio. Non esistiamo a partire in vacanza con un Vangelo, per poter rileggere, per poter ascoltare questa parola, per cercare di capire cosa dice alla mia vita, verso dove la orienta. Per quella dovrebbe essere la bussola per il cammino della vita.
Concludo con le parole che abbiamo sentito alll’Alleluia: “Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono, e producono frutto con perseveranza”. Ricordatevi: ognuno di noi è chiamato a portare frutto. Amen