Vangelo secondo Luca – Lc 20,27-38
Adesso, già qui, vivo la vita eterna
È una settimana particolare quella che abbiamo vissuto: abbiamo celebrato martedì Ognissamti, tutti i santi che sono in Paradiso; e mercoledì tutti i defunti. E, nella sua saggezza, la Chiesa ci propone questa domenica di riflettere sul tema della Resurrezione.
Come avete sentito, i sadducei, che sono, all’epoca di Gesù, delle persone che non credono nella resurrezione e in una vita dopo la morte, cercano di mettere Gesù in difficoltà, raccontandogli questa storia di una donna che ha ben sette mariti. Non uno, o due o tre: sette! “Dunque con quale marito la donna starà in Paradiso, se c’è la resurrezione?”, gli chiedono. E Gesù gli dà una risposta, dicendo: “il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono per lui”.
Quello che ci interessa in questa storia non è tanto la risposta per sapere con chi andrà, perché in cielo non è questo l’importante. L’importante è quello che Gesù ci dice alla fine: “Dio non è il Dio della morte, ma dei viventi”. E cerco di farvi capire cosa significa tutto questo.
Vedete, dà l’esempio di diversi uomini: il Dio di Abramo, quello cui Dio aveva promesso una discendenza, discendenza che aveva sì cominciato a vedere, ma non ha visto quella che sarebbe stata; parla poi di Mosè, quello che si ferma fino alla Terra promessa, ma non vi entra, sono gli altri che ne prenderanno possesso; e così via: tutta la nostra vita è fatta per qualcosa di più grande! Ed è questa la cosa importante che oggi voglio farvi capire.
Vedete, la vita e bella, non è che noi l’aspettiamo dopo la morte, non è una promessa di qualcosa di dopo! Quando abbiamo ricevuto la vita eterna? Quando è iniziata? Dal Battesimo! Esattamente. Non è che dobbiamo aspettare la morte per conoscere la Vita eterna, è dal Battesimo che noi abbiamo iniziato la vita eterna. La morte, per il cristiano, è una pasqua, che significa un passaggio. Ma la vita eterna l’abbiamo iniziata dal Battesimo, è lì che abbiamo iniziato a camminare in questa vita. E capite che questo significa vivere in maniera totalmente diversa! Noi siamo stati immersi in una vita nuova! Allora, tutto quello che facciamo, lo facciamo con questo oltre, con questo di più di vita! Non è una vita che si ferma con la morte, ma c’è un di più in tutto questo! Allora, se io amo, amo con questo di più!
Io lo so, se chiedo ai genitori quanto amano i loro figli, mi diranno che non è possibile misurarlo. Perché, che senso avrebbe questo amore, se non è un amore con un di più, con un infinito? Con qualcosa che non si può più misurare, perché va oltre? Tutta la nostra vita è tesa verso questo di più, questo infinito. Siamo chiamati a costruire qui il regno dei cieli, non è che dobbiamo aspettare un domani, non dobbiamo aspettare il Paradiso: già qui lo dobbiamo iniziare. E non è che facciamo le cose solo per andare in Paradiso domani, sarebbe sbagliato: già qui dobbiamo costruirlo, già qui dobbiamo vivere in maniera diversa. Non possiamo concludere questa settimana in cui abbiamo celebrato i santi, in cui abbiamo ricordato i nostri defunti, se non abbiamo in mente che siamo già dei risorti. Perché lo siamo! Perché siamo stati battezzati nella morte e Resurrezione di Cristo.
Prima c’erano delle piscine. Se andate al Battistero di san Giovanni – chi ci è andato se lo ricorda – c’è come una sorta di piscina: si scendeva di qua, perché si moriva al peccato con Cristo, e si risaliva dall’altra parte, là dove il sole sorge, che è la vita nuova, il giorno nuovo, risorti con Cristo. Oggi purtroppo, c’è l’infusione: si chiama così e si mette un po’ d’acqua sulla testa; in questo modo non si riesce a capire bene questa che è una immersione. Ma con il Battesimo si muore al peccato per risorgere in Cristo. Che senso ha se poi continuo a pensare, a vivere come se la mia vita fosse quella piccola cosa che finisce con la morte? Non avrebbe senso! Il senso della nostra vita è credere che abbiamo già ricevuto questa vita nuova e la vogliamo vivere; e vogliamo aiutare i nostri figli a questo; per questo i genitori portano la candela durante il Battesimo: questa fiaccola, questa fede che abita in ciascuno di noi, deve sempre essere alimentata. I genitori, i padrini, la comunità cristiana è qua per questo: per sostenere, aiutare i loro figli a crescere in questa fede. Certo, mi direte, ma prima dobbiamo alimentare la nostra fede. È anche a questo che serve la comunità cristiana: a sostenerci nel nostro cammino. Perché non è mai facile renderci conto che siamo dei risorti, che viviamo da risorti. che abbiamo la vita nuova. Non e facile. E lo vediamo bene, perché tante delle nostre comunità cristiane sono addormentate, tante delle nostre assemblee sono spente; ma sono spente perché non ce l’hanno dentro questa vita nuova, come non avesse senso, non ci credono forse.
Sarebbe simpatico fare un sondaggio all’uscita della chiesa chiedendo chi crede e chi no alla resurrezione… Meglio non farlo.
Ma non si può essere cristiani e non credere alla resurrezione! Perché è il senso della nostra vita, perché questo è quello che siamo!
Allora, se non ci crediamo, apriamo un po’ il cuore! E cerchiamo di incamminarci, perché questa è essenziale! Veramente ve lo dico! Se no, non ha senso tutto quello che facciamo, veramente! Ce lo dice anche san Pietro in una selle sue lettere: non ha senso, se non crediamo che Gesù è risorto e che noi, siamo, con il Battesimo, risorti anche noi, chiamati a questo, a una vita eterna. L’orizzonte cambia, ed è a questo cui dobbiamo aderire. L’orizzonte cambia; e attraverso il catechismo, il cammino di fede che facciamo insieme, è questo che cerchiamo di dare ai nostri figli. È questo che, facendo la formazione con altri più adulti con la catechesi biblica, cerchiamo di inserire nel nostro cammino. È questo che deve essere il fondamento di tutto quello che viviamo nella nostra parrocchia. Tutti gli atti d’amore che si possono fare, devono partire da lì, da questa vita in cui sono stato inserito e che voglio vivere pienamente tutti i giorni della mia vita.
“Gesù Cristo è il primogenito dei morti: a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli “. Amen