Violenza, desiderio, menzogna.
San Paolo ci dice nella seconda lettura: “Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla”. Gesù è venuto a parlarci di una sapienza diversa, ci sta dicendo san Paolo. Ed è vero, è veramente così. E dobbiamo stare attenti a cercare di giudicare Gesù con i nostri criteri. S’è detto da qualcuno che Gesù è una sorta di Che Guevara dell’anno zero: come vedete non è così. Gesù ci dice: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la legge e i profeti: non sono Venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”. La rivoluzione che porta Gesù non è una rivoluzione di tipo bolscevico. la rivoluzione che porta Gesù è ben altro.
Gesù non dice che deve abolire la regola o le leggi ricevute dai profeti. È venuto a “dare compimento”, è venuto a dare un senso a tutto questo. Prendiamo l’esempio dei genitori: essi mettono delle regole ai figli; ma l’educazione non è solo applicare delle regole, rigide o meno rigide che siano: l’educazione dei figli non è solo una storia di regole, è anche e soprattutto una storia d’amore, in cui accompagno il bambino; in cui alcune volte ci sarà il perdono, ci sarà misericordia; ci sarà accompagnamento, ci sarà riconoscere quello che è quel bambino. Dunque non è un semplice applicare le regole. Le regole servono, ma non sono l’obiettivo finale di tutto. L’obiettivo è la crescita del bambino.
Ecco, Gesù ci sta dicendo la stessa cosa nella nostra vita. Gesù sta cercando di dirci che tutte quelle regole, quella legge ricevuta dai profeti, dalla storia di tutto l’Antico testamento viene a compimento attraverso di lui, che dà senso a tutto questo e ci fa andare al più profondo, al cuore di quello che è stato.
Se noi ascoltano tutto il discorso di Gesù, discorso molto lungo oggi, ci sono tre punti importanti, punti che sono dentro il nostro cuore: violenza, desiderio e menzogna. Questi sono i tre punti di cui Gesù oggi ci parla.
Il primo: la violenza. Gesù dice: “Avete sentito dire di non uccidere. Ma io vi dico che se anche dire ‘stupido’, o ‘pazzo’, dovrete andare davanti al Sinedrio o nel fuoco della Geenna”. Sentendo questo, voi direte: è un po’ esagerato! Tutti noi andremo all’inferno, allora, perché ognuno di noi ha detto un giorno o l’altro qualcosa contro suo fratello.
Vedete, la violenza del non uccidere non è solo una cosa fisica. Il problema di dire “stupido”, “pazzo”, o qualche peggiore parolaccia, è che noi disprezziamo l’altro. Ed è questo che Gesù cerca di farci capire. Qui non si tratta di un problema di regole: è un problema di relazione con l’altra persona. Disprezzare l’altro può portare anche a uccidere: non fisicamente, intendo, anche se a volte può succedere, è successo. Non vorrei tornare sempre con lo stesso esempio, ma l’indifferenza, che è una forma di disprezzo dell’altro, può arrivare fino a far morire qualcuno che è solo; e l’abbiamo visto qui, nel nostro quartiere. Quindi il disprezzo è qualcosa su cui dobbiamo riflettere e lavorare: è una mancanza d’amore verso l’altro. Ecco perché Gesù sottolinea questo. “Avete sentito : non uccidere, ma io vi dico…”e indicail disprezzo, il mettere da parte, l’indifferenza, il distruggere l’altro.
Il secondo punto di cui vi parlavo è quello del desiderio. E Gesù fa l’esempio dell’adulterio. Ora, se noi andiamo alla radice latina della parola adulterio, significa: alterare, falsificare, rovinare: che cosa? La relazione con l’altro. Vedete: qua non si tratta di una regola morale, è un problema di persona: vuol dire che andiamo a distruggere, alterare, rendere fittizia una relazione d’amore con l’altro; distruggiamo quello che è il legame più forte, il più bello che ci possa essere: la relazione tra un uomo e una donna. Ecco perché Gesù è così severo. Ecco perché Gesù è così preciso nelle sue condanne riguardo all’adulterio: perché sa che sta toccando qualcosa di fondamentale! E certamente lo è il legame tra un uomo e una donna nelle nostre famiglie. Distruggerlo sappiamo quanto questo possa far male.
La terza cosa, che è legata a quello che abbiamo detto prima, è la menzogna. Perché, se c’è la verità, non serve giurare. Se la tua parola è sempre chiara, non hai bisogno di trovare qualcosa su cui poter giurare.
Vedete quindi come questi tre elementi sono collegati l’uno all’altro. Violenza, desiderio e menzogna: sono legati alla mia relazione con l’altro. Gesù ci chiede ancora una volta di lavorare su questa relazione. Di cercare di amare l’altro. E sappiamo bene che questo è difficile, perché amare l’altro significa metterlo al centro del mio rapporto, dove normalmente ho la tendenza a mettere me stesso al centro della relazione. Ecco perché san Paolo dice che la sapienza non è di questo mondo. Perché la sapienza di questo mondo è mettere sempre noi stessi davanti. E anche la libertà non è libertà di togliere queste regole, perché queste regole ci aiutano a stare attenti all’altro. Ma ci devo mettere il Cuore: ecco quello che ci dice Gesù. “Non vengo ad abolire, ma a dare compimento “. Ed è in Cristo che io trovo questa verità. Vedete questo ultimo punto della menzogna: l’uomo cosa ricerca nella sua vita? L’abbiamo detto tante volte: cerca la felicità, però ha bisogno della verità. Ha bisogno di trovare quello che è vero. Siamo in una società in cui si dice che ciascuno ha la sua verità; per il cristiano non è così: la verità è una, ed è Gesù Cristo, che ha detto: “Io sono la via, la verità, la vita”. Noi cristiani quella verità la troviamo in una persona, che ci ha fatto capire qual è veramente l’uomo. A cosa siamo chiamati? Chi siamo? Dobbiamo guardare a lui, sentire le sue parole; vivere quello che ha vissuto lui. E il più grande dono che ci ha dato è questo amore, che noi dobbiamo sempre riscoprire e vivere.
E allora concludo con le parole dell’Alleluia: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del regno”. Non c’è bisogno di chissà che, c’è solo bisogno di accogliere questo amore e viverlo tra noi. Amen