7 maggio- 2023 Quinta domenica di Pasqua

Io sono la via, la verità e la vita

Ieri notte abbiamo fatto il pellegrinaggio al  santuario del Divino Amore, per questo alcune catechiste e alcuni del coro sono un po’insonnoliti.

Il Signore oggi, cime spesso succede nel Vangelo,  inizia dicendo: “Non sia  turbato il vostro cuore “. Gesù conosce molto bene l’anima umana, perché noi siamo persone turbate, non ci accontentiamo mai; non siamo mai sicuri dell’amore che il Signore ha per noi, non ci crediamo realmente. E abbiamo sempre bisogno di conferme. Abbiamo il cuore inquieto, turbato; e forse questo non è  un male in un certo senso, lo dice anche  Sant’Agostino: “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”.

Non è  un male avere il cuore inquieto, se questo ci porta a ricercare Gesù, se questo ci porta e ricercare nella nostra vita una direzione,  un dove andare,  un come andare,  un come vivere.  Se questo turbamento che abbiamo, questa inquietudine ci porta a questo,  allora va bene. Il problema, come abbiamo detto tante volte,  è  che siamo schiavi delle nostre paure, che  ci paralizzano, ci indicano un altro cammino; noi  ci facciamo prendere da quelle paure lì, che a volte  possono essere anche legate all’amore: la paura di non essere amato, di non essere capito, di non essere giudicato bene; infatti noi viviamo sempre in relazione con gli altri e questo è giusto, ma non lo è più, se  dimentichiamo che, prima di tutto, noi  siamo amati! Il  resto, in confronto, ha un valore minimo. Dentro di noi vive una sicurezza cori  grande che alle fine io vado avanti, amo perché so di essere amato e continuo così.

Gesù ci ripete in continuazione: “Non abbiate paura.  Non sia turbato il vostro cuore “. E anche oggi  lo dice. Ma questa volta lo dice perché sta preparando i discepoli all’Ascensione,  al momento in cui non ci sarà più . Loro adesso lo vedono, continuano a vederlo. Abbiamo sentito nella prima lettura che la Chiesa fiorisce; vediamo che ha delle difficoltà, che devono fare delle scelte, ma ci sta; e i primi giorni Gesù si faceva vedere lì,  in Galilea. Ma noi sappiamo che cosa significa non avere Gesù accanto a noi, sappiamo che cosa significa non averlo proprio qui,  che ci parla.  Lo abbiamo sempre saputo, è sempre  così  per noi: o ci ci crediamo o non cu crediamo che lui è sempre  accanto a noi. Oggi dice a ciascuno di noi: “Non sia turbato il vostro cuore. Ci sono molte dimore, molti luoghi dove riposare nella casa del Padre.”.

Ed è  a quel punto che dice ai suoi discepoli: “Quando sarò andato e vi avrò  preparato un posto, vi prenderò  con me perché dove sono io, sarete anche voi. E del luogo dove vado, voi conoscete la via”. Tommaso, proprio lui, quello che aveva detto: “Io voglio toccare per credere “, quello stesso Tommaso replica: “Ma noi non sappiamo dove vai, come possiamo sapere la via?”, ed è  allora che Gesù risponde: “Io sono la via, la verità,  la vita”. Una frase bellissima.

“Io sono la via, la verità e la vita “. Io sono la via! Gesù non mostra solo una strada, non è come la stella polare, non è la stella del Magi che mi permetteva di trovare un posto, non è  un indicatore, non è una freccia; Gesù è  di più.  “Io sono la via” significa che noi siamo invitati a imitare Gesù,  a metterci nei suoi passi, a seguirlo veramente! Lui è  la via, lui è la strada e noi nel nostro cuore sappiamo che non può essere diversamente; sappiamo che Cristo risponde realmente a questi nostri bisogni. E sappiamo che, se noi mettessimo in pratica la sua vita, nel mondo non ci sarebbero più guerre né divisioni. Lo vediamo: lui non risponde alla violenza con la violenza,  ma con l’amore!  È dell’amore che trasforma! E noi lo sappiamo benissimo.

Penso ai ragazzi: quante volte  uno di loro può avere un problema a scuola con la maestra, con qualcuno. Ma se sente che la maestra invece ha fiducia in lui, cambia tutto: è  successo anche a me a scuola, in uno scontro con il professore  di una materia che non mi piaceva. Il professore ha detto a mia madre delle cose belle di me, cose molto positive, che se mi impegno ce la farò e così via: questo mi ha subito una ridato voglia di studiare  quella materia lì,  perché ho sentito la fiducia di quel professore nei miei confronti.  E così vale per ciascuno di noi: se noi ci sentiamo amati, stimati, l’amore vince, sempre!

Dunque sappiamo benissimo che la via è  lui, non c’è altro. Lo sappiamo, questo.  “Io sono la via, io sono la verità”.  Non ci sta dicendo che la verità è qualcosa di astratto, non ci sta dicendo che la verità e una ideologia, ma che è lui stesso.  Questa è molto importante,  perché rischiamo, se no, di trasformare la nostra fede,  quello che c’è,  quello che è,  in una ideologia,  in un’idea, vale a dire qualcosa che io devo imporre. Ma Gesù non si impone mai! Dio si propone sempre nelle nostre vite. Ed è lui la verità. In questo mondo relativistico in cui sembra che ciascuno abbia la propria verità, c’è un centro, c’è qualcosa di bello che porta tutto, ed è  lui!

E poi Gesù ci dice: “Sono la vita”. Quante volte l’abbiamo sentito questo! Vita! Quante volte abbiamo sentito che ci viene detto che dobbiamo vivere!  Che dobbiamo vivere con abbondanza, con forza! E ve l’ho detto anche la settimana scorsa: vivere la vita vuol dire viverla pienamente! E tante volte noi la vita la viviamo al minimo! Anche nel nostro modo di servire,  di lavorare lo facciamo al minimo. Se questa città non va avanti, è  perché  è tutto al minimo, mai al massimo. Ed è  terribile! Vi faccio un esempio che abbiamo notato durante il pellegrinaggio: sulla strada per andare al Divino Amore è  impossibile camminare insieme perché l’erba e alta così e non c’è lo spazio. Allora, alle tre del mattino, stanotte, sono andato a leggere la documentazione: nel 1995 si era deciso, ed era stato votato, che si doveva fare tutto un percorso per arrivare lì, in occasione del giubileo del Duemila: l’avete visto voi? Nulla. Vedete che non ci diamo mai al massimo, tutto è al minimo indispensabile.  Ed è  così la nostra vita:  siamo chiamati a viverla al massimo, siamo chiamati ad amare al massimo, a servire al massimo! Ed è  questo che è  bello. Ed è  lui che ci insegnerà questo ,  è  lui quella vita! Ed è  per questo che se io ce l’ho nel cuore,  se io lo accolgo nella mia vita,  tutto cambia.  Tutto cambia! Ed è  questo che noi dobbiamo far passare ai nostri figli. Il catechismo non è  una dottrina. Il catechismo è  vita perché è  l’incontro di una vita, quella di Cristo. Ed è  questo  che deve cambiare tutto!

Alla fine di tutto questo,  Gesù ci dice una cosa grande: “ In verità  in verità  vu dico, chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio, e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre”.  Pensate! Pensate a quello che ci dice Gesù.  Ed è  vero, totalmente vero, perché lui ha fatto pochissimo alla fine; e ricordate quei dodici che scappano via, impauriti. Io faccio sempre l’esempio di madre Teresa, quel minuscolo pezzo di donna: quello che ha fatto in India! E quanti esempi di santità che hanno fatto cose straordinarie, quanti ce nr sono! Santità conosciute e non conosciute, uomini e donne che discretamente hanno fatto un bene  incredibile e che magari viene scoperto dopo! O che forse non viene mai scoperto,  non so. E ciascuno di noi ha questa vocazione,  di fare ancora di più! Ma di farlo con Cristo,  non senza di lui. Senza di lui non andiamo da nessuna parte. “Senza di me non potete far nulla”.

“Io sino la via, la verità e la vita”,  dice il Signore. “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Amen

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