14 maggio 2023   Sesta domenica di Pasqua

Benedizione delle Mamme
Benedizione delle mamme

Dare sempre ragione della speranza che è  in noi.

Le letture che abbiamo sentite oggi ci stanno preparano a una festa che ci sarà  tra poco, a cinquanta giorni dalla Pasqua: la Pentecoste. Vi ricordate anche voi bambini che cos’è la Pentecoste? È la discesa dello Spirito Santo sui discepoli riuniti nel cenacolo. Ne parleremo più  avanti.

Oggi il Signore ci ricorda una cosa molto bella, ci dice: “Io sto per andar via. Ma non vi lascio orfani, perché vi mando il Paraclito” , il Consigliere, il difensore”  che sarà lo Spirito Santo. “Non vi lacsio orfani“: questa è una frase molto importante per ciascuno di noi.

Ieri abbiamo celebrato un Battesimo e abbiamo detto che tutto parte da lì.  Ma anche oggi dobbiamo ricordare che tutto quello che facciamo parte dal Battesimo, parte dalla nostra vocazione. Che cosa è  successo il giorno del nostro Batt3simo?  Siamo diventati figli di Dio. Non è  una cosa detta così: è una realtà molto profonda per ciascuno di noi.

Il grande problema dell’uomo è di sentirsi al centro dell’universo. Questo è stato il grande problema fin dai  primi uomini,        Adamo ed Eva: la prima tentazione che hanno avuto è  stata di mettersi al posto di Dio; e la tentazione  di pensare che tu sei solo qui sula terra; o peggio, la tentazione di non sentire, non capire che non sei orfano perché sei amato, perché c’è il Padre; e vai a cer are amori che passano, quando c’è un grande amore che ti aspetta,  che ti è donato. Un grande amore che ti è  stato donato già dal Battesimo e che continua a esserti donato, sempre, in continuazione,  così.  Ed è  questo amore che ciascuno di noi è chiamato a riscoprire.  Di questa relazione abbiamo parlato tante volte,  ma  è fondamentale: la relazione con il Padre , la figliolanza che ci lega al Padre.  Questo è importante , è fondamentale,  nella nostra vita di tutti i giorni,  perché noi abbiamo bisogno di essere amati! Fa parte del nostro dna, ne abbiamo bisogno! Non c’è alfra via  che essere amati e amare. Questa è la essenza stessa della nostra umanità: siamo stati creati per ricevere amore e per donarlo, e per donarlo! Allora, questo legame fondamentale con Dio è importantissimo!

Cari bambini, ditemi un po’: qual è la preghiera che il Signore ci ha insegnato? Il Padre nostro.  L’unica preghiera che il Signore ci ha insegnato è  il Padre nostro,  nessun’altra! L’Avemaria no, è una composizione di parole tratte dal Vangelo,  ma è  una competizione fatta da noi, come tutte le altre preghiere. L’unica preghiera che ci viene insegnata dal Signore,  è  quando i discepoli gli chiedono: “Insegnaci a pregare “, e lui risponde: “Dite cosi“,  e insegna il Padre nostro. Questa è ‘unica preghiera che il Signore ci ha insegnato.  E come inizia il  Padre nostro? Noi l’abbiamo tradotto: Padre, ma Gesù dice: “Abbà”, cioè pap:  quindi è un legame veramente forte, davvero intimo con Dio. Questa è la prima cosa, importantissima per tutti noi.  E quindi i catechisti, a cominciare dai genitori che sono i primi catechisti dei loro figli, devono insegnare loro che c’è un padre che ci ama, che c’è un padre grandioso. E questo padre è  anche misericordioso,  l’abbiamo sentito.  E perché è misterioso? Perché l’amore è immenso. Una mamma, un papà perdonerà sempre il figlio. Certo, quando deve educare, educa; se qualcosa non va, glielo dice, perché è un amore esigente, ma lo amerà sempre, qualsiasi cosa succeda, lo amerà sempre. E così  Dio fa con ciascuno di noi; ci chiama a qualcosa di bello,  di alto, ma lo fa con amore.

 Allora è  così che possiamo capire quello che dice Gesù poi, quando dice: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. E questo è molto facile spiegarlo: l’amore, come detto più volte, non è solo sentimentale,  l’amore è fattivo, l’amore è concreto! L’amore si concretizza in gesti, in parole, in modi di fare,  in presenza: questo è l’amore! E allora noi non possiamo dire: “SignoreSignore!” e poi dimenticarlo,  sarebbero solo “parole parole parole…” come nella canzone.  Sappiamo benissimo,  anche nel nostro rapporto di coppia, in famiglia eccetera, che l’amore ha bisogno di essere dimostrato,  è  necessario,  non può essere altro. Ma non perché ho bisogno di una prova, ma perché l’amore si vive, non è che si recita: l’amore si vive! E il Signore chiede la stessa cosa a noi. Non possiamo dire: “Signore,  ti amo, ti amo!”, ma poi non vivere quello che da lui ci è  stato chiesto. E qual è il più grande dei comandamenti? Amare Dio e amare il prossimo.  Ed è  questo che siamo chiamati a fare con tutte la nostra vita. Ed è  questo che il Signore ci chiede. E siamo chiamati ad accompagnare questi bambini a scoprire questo amore.

Ma ci rendiamo conto,  nel cammino che stiamo facendo al catechismo, che forse sono i bambini che ci stanno accompagnando verso il Signore.  Tanti di voi, mamma e papà, forse era tanto che non eravate tornati ogni domenica a messa, ora sono i vostri figli che vi stanno accompagnando a riscoprire questo.  E guardate che questo è  importante!

È  importante perché c’è un’altra cosa che ci è  detta nella seconda lettura,  la prima lettera di san Pietro apostolo, perché ci dice: “Carissimi, adorate il Signore,  Cristo,  nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere  a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi “. Non solo,  voi genitori,  siete chiamati a dare ragione della speranza che vive dentro il vostro cuore,  se davvero vive in voi questa speranza,  ma siete chiamati a dare ragione di questo ai vostri figli. Tutti noi cristiani abbiamo questa vocazione.  Tutti noi siamo chiamati a dare ragione di questa speranza che vive dentro di noi! Lo dobbiamo a questo quartiere,  lo dobbiamo all’Italia, noi siamo chiamati a testimoniare questa speranza che c’è dentro di noi.  E purtroppo tante volte le nostre comunità sono così mediocri,  da non testimoniare niente,  anzi, siamo esattamente come tutti gli altri! Dove sta questa speranza nel cuore, dove sta?

È  questo che noi dobbiamo riscoprire: l’amore di Dio e la speranza che abita dentro di noi.  L’amore di Dio perché è alla base di tutta la nostra vita; la speranza, perché ci dà quell’orizzonte che è anche  il senso della vita. Ed è  questo che noi dobbiamo coltivare,  approfondire e donare. È questo il nostro cammino. Ed è questo che dobbiamo offrire anche ai nostri figli. Però,  per poterlo offrire ai nostri figli, dobbiamo ricercare, custodire, vivere tutto quello che sentiamo: la parola di Dio non è  semplicemente delle parole messe una dietro l’altra, non sono frasi, ma è una vita da riscoprire.  Sono parole di vita eterna.  Ed è  questo che ciascuno di noi è  chiamato a vivere.  Amen

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