
Dare sempre ragione della speranza che è in noi.
Le letture che abbiamo sentite oggi ci stanno preparano a una festa che ci sarà tra poco, a cinquanta giorni dalla Pasqua: la Pentecoste. Vi ricordate anche voi bambini che cos’è la Pentecoste? È la discesa dello Spirito Santo sui discepoli riuniti nel cenacolo. Ne parleremo più avanti.
Oggi il Signore ci ricorda una cosa molto bella, ci dice: “Io sto per andar via. Ma non vi lascio orfani, perché vi mando il Paraclito” , il Consigliere, il difensore” che sarà lo Spirito Santo. “Non vi lacsio orfani“: questa è una frase molto importante per ciascuno di noi.
Ieri abbiamo celebrato un Battesimo e abbiamo detto che tutto parte da lì. Ma anche oggi dobbiamo ricordare che tutto quello che facciamo parte dal Battesimo, parte dalla nostra vocazione. Che cosa è successo il giorno del nostro Batt3simo? Siamo diventati figli di Dio. Non è una cosa detta così: è una realtà molto profonda per ciascuno di noi.
Il grande problema dell’uomo è di sentirsi al centro dell’universo. Questo è stato il grande problema fin dai primi uomini, Adamo ed Eva: la prima tentazione che hanno avuto è stata di mettersi al posto di Dio; e la tentazione di pensare che tu sei solo qui sula terra; o peggio, la tentazione di non sentire, non capire che non sei orfano perché sei amato, perché c’è il Padre; e vai a cer are amori che passano, quando c’è un grande amore che ti aspetta, che ti è donato. Un grande amore che ti è stato donato già dal Battesimo e che continua a esserti donato, sempre, in continuazione, così. Ed è questo amore che ciascuno di noi è chiamato a riscoprire. Di questa relazione abbiamo parlato tante volte, ma è fondamentale: la relazione con il Padre , la figliolanza che ci lega al Padre. Questo è importante , è fondamentale, nella nostra vita di tutti i giorni, perché noi abbiamo bisogno di essere amati! Fa parte del nostro dna, ne abbiamo bisogno! Non c’è alfra via che essere amati e amare. Questa è la essenza stessa della nostra umanità: siamo stati creati per ricevere amore e per donarlo, e per donarlo! Allora, questo legame fondamentale con Dio è importantissimo!
Cari bambini, ditemi un po’: qual è la preghiera che il Signore ci ha insegnato? Il Padre nostro. L’unica preghiera che il Signore ci ha insegnato è il Padre nostro, nessun’altra! L’Avemaria no, è una composizione di parole tratte dal Vangelo, ma è una competizione fatta da noi, come tutte le altre preghiere. L’unica preghiera che ci viene insegnata dal Signore, è quando i discepoli gli chiedono: “Insegnaci a pregare “, e lui risponde: “Dite cosi“, e insegna il Padre nostro. Questa è ‘unica preghiera che il Signore ci ha insegnato. E come inizia il Padre nostro? Noi l’abbiamo tradotto: Padre, ma Gesù dice: “Abbà”, cioè pap: quindi è un legame veramente forte, davvero intimo con Dio. Questa è la prima cosa, importantissima per tutti noi. E quindi i catechisti, a cominciare dai genitori che sono i primi catechisti dei loro figli, devono insegnare loro che c’è un padre che ci ama, che c’è un padre grandioso. E questo padre è anche misericordioso, l’abbiamo sentito. E perché è misterioso? Perché l’amore è immenso. Una mamma, un papà perdonerà sempre il figlio. Certo, quando deve educare, educa; se qualcosa non va, glielo dice, perché è un amore esigente, ma lo amerà sempre, qualsiasi cosa succeda, lo amerà sempre. E così Dio fa con ciascuno di noi; ci chiama a qualcosa di bello, di alto, ma lo fa con amore.
Allora è così che possiamo capire quello che dice Gesù poi, quando dice: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. E questo è molto facile spiegarlo: l’amore, come detto più volte, non è solo sentimentale, l’amore è fattivo, l’amore è concreto! L’amore si concretizza in gesti, in parole, in modi di fare, in presenza: questo è l’amore! E allora noi non possiamo dire: “Signore, Signore!” e poi dimenticarlo, sarebbero solo “parole parole parole…” come nella canzone. Sappiamo benissimo, anche nel nostro rapporto di coppia, in famiglia eccetera, che l’amore ha bisogno di essere dimostrato, è necessario, non può essere altro. Ma non perché ho bisogno di una prova, ma perché l’amore si vive, non è che si recita: l’amore si vive! E il Signore chiede la stessa cosa a noi. Non possiamo dire: “Signore, ti amo, ti amo!”, ma poi non vivere quello che da lui ci è stato chiesto. E qual è il più grande dei comandamenti? Amare Dio e amare il prossimo. Ed è questo che siamo chiamati a fare con tutte la nostra vita. Ed è questo che il Signore ci chiede. E siamo chiamati ad accompagnare questi bambini a scoprire questo amore.
Ma ci rendiamo conto, nel cammino che stiamo facendo al catechismo, che forse sono i bambini che ci stanno accompagnando verso il Signore. Tanti di voi, mamma e papà, forse era tanto che non eravate tornati ogni domenica a messa, ora sono i vostri figli che vi stanno accompagnando a riscoprire questo. E guardate che questo è importante!
È importante perché c’è un’altra cosa che ci è detta nella seconda lettura, la prima lettera di san Pietro apostolo, perché ci dice: “Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi “. Non solo, voi genitori, siete chiamati a dare ragione della speranza che vive dentro il vostro cuore, se davvero vive in voi questa speranza, ma siete chiamati a dare ragione di questo ai vostri figli. Tutti noi cristiani abbiamo questa vocazione. Tutti noi siamo chiamati a dare ragione di questa speranza che vive dentro di noi! Lo dobbiamo a questo quartiere, lo dobbiamo all’Italia, noi siamo chiamati a testimoniare questa speranza che c’è dentro di noi. E purtroppo tante volte le nostre comunità sono così mediocri, da non testimoniare niente, anzi, siamo esattamente come tutti gli altri! Dove sta questa speranza nel cuore, dove sta?
È questo che noi dobbiamo riscoprire: l’amore di Dio e la speranza che abita dentro di noi. L’amore di Dio perché è alla base di tutta la nostra vita; la speranza, perché ci dà quell’orizzonte che è anche il senso della vita. Ed è questo che noi dobbiamo coltivare, approfondire e donare. È questo il nostro cammino. Ed è questo che dobbiamo offrire anche ai nostri figli. Però, per poterlo offrire ai nostri figli, dobbiamo ricercare, custodire, vivere tutto quello che sentiamo: la parola di Dio non è semplicemente delle parole messe una dietro l’altra, non sono frasi, ma è una vita da riscoprire. Sono parole di vita eterna. Ed è questo che ciascuno di noi è chiamato a vivere. Amen