Lottare per il bene
Quando Gesù pronuncia questa preghiera: “Padre, Signore del cielo e della terra”, non e un momento facile per lui.
In quel periodo viene rigettato da parecchi villaggi, comincia ad avere difficoltà con le istituzioni ebraiche, comincia ad avere dei nemici; e san Giovanni dubita, chiede: “Ma sei tu il Messia?”. Gesù, invece di sprofondare nella delusione, nella tristezza, eleva questa bellissima preghiera: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli “.
Cosa stiamo dando a questo bambino stamattina? Non gli stiamo dando una dottrina, dei dogmi! Ma lo stiamo battezzando, prima di tutto, nella vita di Cristo.
Noi non diamo la vita solo per delle idee, o per un ideale! Noi diamo la vita per Cristo, perché Cristo abita in noi, perché è costitutivo di noi! Perché non possiamo far altro che dare la vita per lui, perché è parte di noi, e non c’è altro da fare. È la differenza tra l’integralista e il martire. Il martire dà la vita per qualcuno, non per qualcosa.
“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti è ai dotti e le hai rivelate ai piccoli “. Non c’è bisogno di grande cultura, di grande conoscenza. Il cristianesimo non è una dottrina segreta, nascosta, per pochi. Quello che ci e chiesto, per poter accogliere Cristo nella nostra vita, ce lo dice lui stesso, dopo: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore”. È la mitezza, è l’umiltà che ci fa incontrare Cristo. “Venite a me, voi che siete stanchi e oppressi, e vi darò ristoro”.
E in un altro brano dirà: “Non sono venuto per i sani, ma per i malati “. Per avvicinarci a Cristo, dobbiamo riconoscere di avere bisogno di lui; che non siamo perfetti, che non possiamo contare solo su di noi; ma che siamo deboli e che abbiamo bisogno di lui. Cristo non parla al cuore superbo, Cristo parla al cuore dell’utile, al cuore del piccolo. E tutti noi siamo chiamati, nel nostro cammino di fede, a diventare piccoli.
È difficile! È difficile, perché sappiamo quanto pretendiamo, quanto abbiamo desiderio di essere sempre al centro. È un cammino difficile , ma quando si sperimenta la bellezza di essere con Cristo, di vivere con Cristo, nient’altro vale.
Ed è questo che oggi dobbiamo dare a questo bambino. Non gli stiamo dando il catechismo, o non so quali regole, che serviranno nel suo cammino per conoscere sempre meglio il Signore; ma prima di tutto, oggi, stiamo dando a lui la vita in Cristo.
L’abbiamo sentito nella seconda lettura di San Paolo: “Lo Spirito di Dio abita in voi. Non siamo più sotto il dominio della carne “. Ed è questo Spirito che questo bambino stamattina riceverà. E attraverso di lui, come ogni volta, ripercorriamo il nostro Battesimo, la nostra vocazione, la nostra chiamata! Perché è da lì che parte tutto: è dalla nostra vocazione, ricevuta dal Battesimo, che la vita nostra ha un senso ben particolare.
Vedete, l’essere cristiano non significa, lo sappiamo bene, solo venire qui la domenica. Come dicevo prima, è costitutivo del nostro essere. Ecco perché il cristiano è chiamato ad abitare questo mondo costruendo qui, già sulla terra, il regno dei cieli. I genitori di questo bambino, il padrino, la comunità tutta è chiamata ad accompagnare questo bambino a vivere insieme agli altri quello cui siamo stati chiamati. Piccoli, um,ili, stanchi, siamo tutti desiderosi di poter seguire Cristo . E questo mondo ne ha tanti di “ stanchi e di oppressi”, sono numerosi, troppi: e le ingiustizie sono davvero tante! Siamo chiamati noi a cercare di risolverle. Ma questo nostro modo di fare non è per delle idee o per un ideale, ma perché dentro di noi il nostro cuore è lo stesso cuore di Cristo. Ecco perché lottiamo, ecco perché non possiamo vedere le ingiustizie! Anche questa sera, quando andremo a gridare che vogliamo il nostro parco, che siamo contrari al degrado del nostro quartiere, è dal Vangelo che parte tutto! Noi siamo al servizio di questo territorio, di questo luogo! Il Vangelo si concretizza nella vita di tutti i giorni. Non è solo qualcosa che diciamo a parole, ma è qualcosa che si viene concretizzato nelle scelte che facciamo, nella nostra famiglia, al lavoro. Noi qui lottiamo per il bene!
È strano, terribile dover usare la parola lottare per il bene. Ma è così. Tante volte non basta costruire, si deve prima lottare, perché questo mondo, lo sappiamo, è dominato dal principe delle tenebre! È siamo chiamati noi a portare la luce, la speranza, la giustizia, la libertà, la pace! Perché è questo che Cristo ci ha mostrato, è questo che ha vissuto: è lui l’uomo libero, è lui l’uomo giusto, è lui il bene e il bello.
Ed è questo che noi oggi vogliamo dare a questo bambino e continuare ad accompagnarlo. E questo richiederà anche a ciascuno di noi di riscoprire quotidianamente che siamo amati dal Signore e che lo vogliamo amare; e che anche noi, nei momenti di difficoltà, dobbiamo andare verso di lui. È lui che ci ha detto che, se siamo stanchi ed oppressi, dobbiamo andare verso di lui.
Allora oggi te lo diciamo, Signore, con le parole del salmo: “Visita la terra Signore, è benedici i suoi germogli”, benedici ciascuno di noi, perché la nostra vita sia sempre e solo insieme a te, cuore a cuore. Amen