10 settembre 2023 XXIII domenica del tempo ordinario

Tutto nella nostra vita è collegato al grande amore che abbiamo ricevuto

Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché, chi ama l’altro, ha adempiuto la legge”. Queste sono le parole di Paolo ai Romani, e sono parole essenziali nel nostro cammino di vita. Ci ricordano una cosa: che noi siamo debitori dell’amore degli altri, dell’amore dell’altro per noi.

Ma il più grande debito che abbiamo è il debito dell’amore che Dio ha per ciascuno di noi. Noi siamo amati! E oggi il Battesimo di Isabel ce lo ricorda: lei diventerà figlia di Dio; e noi lo siamo tutti.

Questa figliolanza ci ricorda che siamo amati; e che tutto il nostro cammino cristiano è un cammino di riscopertadell’amore. Le parole di Paolo ci fanno capire semplicemente che noi siamo custodi dell’altro.

Ce lo ricorda anche il Vangelo, se lo avete ascoltato bene. Gesù dice ai suoi discepoli: “Se tuo fratello commette una colpa contro di te, va e ammoniscilo!”. Va! Il primo passo lo dovete far voi. Questo lo dico a me e a voi.Non è facile. Lo sappiamo bene. Quando qualcuno ci fa un torto, la relazione con l’altro è molto difficile. Ma è Gesù che ce lo sta dicendo: va! Infatti la relazione è proprio la cosa più importante.

E guardate come continua poi il Vangelo: “Se non ti ascolta, prendi due o tre persone e rivai. E, se non basta, dillo alla comunità”.

Il legame, l’incontro, la relazione è la cosa fondamentale di tutto il cammino: del cammino della vita e del cammino della fede. Voi sapete benissimo che essere cristiano non significa qualcosa di individuale, perché il cristiano è inserito nella comunità. Ecco perché Isabel è stata accolta lì, alla porta: non l’ho fatto là dietro, non l’ho accolta senza di voi, ma è stata l’accoglienza nella comunità in mezzo a voi. Ed è per questo che tengo tanto che i Battesimi si facciano durante la messa domenicale: perché è il giorno in cui la comunità si raduna, in cui la grande famiglia di Dio è presente; è lì che dobbiamo festeggiare tutti insieme la nascita di questi figli. E Gesù quindi ci invita a ripercorrere, a ritrovare l’amore tra di noi e la relazione. Tutto quello che facciamo nella nostra vita è collegato a questo grande amore che abbiamo ricevuto. Noi ne siamo debitori, ma ne siamo anche custodi. Ecco anche qui la grande meraviglia: noi siamo custodi dell’amore di Dio e siamo custodi dell’amore tra di noi. Pensate che vocazione straordinaria che abbiamo! Noi, quest’amore che abbiamo ricevuto, lo dobbiamo far vivere! E sappiamo quanto sia difficile, tante volte, farlo vivere! Ma sappiamo anche che la nostra felicità è collegata a questo: noi non siamo felici se non amiamo, è così! Ogni volta che siamo egoisti, ogni volta che siamo chiusi, ogni volta che chiudiamo una relazione con una persona, non stiamo bene. Al centro di tutto ci deve essere l’amore! È così! È questo che dà il senso della nostra vita, è questo che ci rende felici! Ed è questo che dobbiamo riscoprire.

Sì, noi dobbiamo riscoprire l’amore; ma quello vero! Non quello che usa l’altro. Il vero amore, quello in cui mi dono all’altro! Quello in cui mi dimentico di me stesso per darmi all’altro. Questo è l’amore che porta gioia e felicità. Questo è quello che i genitori di Isabel, i suoi padrini e la comunità tutta dovrà insegnare a questa bambina, prima di insegnarle il Padre nostro, l’Ave Maria: prima di tutto è insegnarle che è figlia di un Padre grande, che è Dio!

Ti insegneremo che tu sei amata e che questo amore, nella tua vita, te lo dovrai giocare! Infatti, nella vita, ci sono quelli che si giocano quell’amore e quelli invece che non lo giocheranno mai, che non si buttano in questo, che non osano, che non hanno il coraggio, non hanno la forza, forse, e rimarranno sempre sulla difensiva, sempre nella loro chiusura: non creeranno ponti, ma muri; si chiuderanno, sempre: quel cuore che hanno non batterà per l’altro, ma solo per se stessi.

Chi ama l’altro, ha adempiuto la legge”. È questa la nostra vocazione, è questa la nostra chiamata! È questo che dobbiamo riscoprire, è questo che dobbiamo donare a questi bambini. È questo che la nostra comunità ancora non ha raggiunto! Ed è questo che dobbiamo cercare di fare qui, in questo quartiere. Una comunità cristiana in un quartiere è una forza immensa, perché è una forza d’amore! Ed è questo che dobbiamo riscoprire. E, se ciascuno di noi riscopre la sua vocazione cristiana, tutto cambia! Tutto cambia! Perché di tutto e di tutti io mi interesso. Non posso voltare le spalle, non posso non guardare quello che sta succedendo fuori, perché mi interessa, per il bene di tutto e per il mio bene.

Ecco quello che significa essere cristiano al cento per cento! Non sono cristiano in chiesa e fuori no, non sono cristiano in comunità e nella mia famiglia no: ovunque io vivo questa relazione d’amore. Non è possibile altrimenti. O tutto o niente! Mi dispiace: questo è il cristianesimo. O tutto o niente! Perché io non posso fare le cose a metà. Posso sbagliare, posso cadere; certe volte non ce la posso fare, certamente. E dobbiamo chiedere perdono. Ma dobbiamo averne voglia, avere la voglia di costruire questo amore, la voglia di ritrovare questa relazione. È questa la base di tutto! La base e il fine: l’amore di Dio. Ed è questo che noi vogliamo assolutamente vivere!

Ed e bello che abbiamo questo Vangelo per il Battesimo di Isabel, ed è bello avere questo Vangelo all’inizio dell’anno pastorale, perché ci ricorda l’essenziale. È bello pensare anche che a scuola dobbiamo fare questo, nelle nostre famiglie dobbiamo vivere questo! Quante volte invece è guerra. La guerra non è solo in Russia, in Ucraina, in Africa, non e in tanti luoghi del mondo, la guerra è nelle nostre famiglie, nelle nostre relazioni tra l’uno e l’altro. Quante guerre ci sono, nel nostro quartiere, nella nostra scuola, nelle nostre famiglie, nei nostri condomini: quante guerre ci sono! E tutte queste guerre ci fanno star male! La cosa incredibile è che stiamo male e lo sappiamo! Ed è incredibile che non riusciamo a costruire relazioni d’amore che darebbero armonia, gioia, felicità, pace a ciascuno di noi.

Ma noi ce la dobbiamo mettere tutta, noi ci dobbiamo provare!

E allora, mettendo la nostra vita su questo altare, chiediamo al Signore: apri il mio cuore! Fa che anch’io sia un ponte, un costruttore di pace, un costruttore di relazioni e di amore. Fai che io possa essere realmente il tuo discepolo. Amen

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