18 febbraio 2024 Prima domenica di Quaresima

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La buona notizia: il regno dei cieli è vicino

Eccoci riuniti oggi alla prima  domenica di Quaresima. Ci siamo visti questa settimana mercoledì,  per celebrare il mercoledì delle Ceneri e iniziare con questo gesto, simbolico, ma forte, della cenere sulla testa e delle parole che risuonano ancora adesso nelle nostre orecchie: “Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai”

Questo ci porta a capire che l’importante spesso non è  quello che noi pensiamo: noi siamo poca cosa, ma portiamo dentro una vocazione, una chiamata grandissima. E oggi è  la prima domenica della Quaresima, di questo  tempo che ci porta alla Pasqua, al momento più bello  per i cristiani,  dove ricordano la morte e  la Resurrezione del Signore, che ci apre la porta del cielo, che ci fa scoprire quello che ci aspetta.

E oggi abbiamo Gesù  nel deserto. È   normale: ogni prima domenica di Quaresima ci ritroviamo con il Vangelo in cui Gesù è  tentato nel deserto.  Negli altri anni, però,  abbiamo avuto un Vangelo più lungo, dove vengono anche raccontate le diverse tentazioni che Satana fa a Gesù.  Questa volta invece è molto rapido, ci viene detto: “lo Spirito sospinse Gesù nel deserto, dove rimase quaranta giorni”.

Intanto fermiamoci qua: quaranta giorni. Non sono quaranta giorni anche quello che stiamo per vivere adesso, la Quaresima? Perché vedete, la Quaresima per noi è questo deserto, questo  momento particolare.

Cosa succede nel deserto? Ci sono due cose importanti nel deserto: una è la solitudine.  Non è come essere in città,  il deserto è vuoto. E questa è la prima cosa importante. Anche noi siamo chiamati un po’  a fare  deserto. Non so se voi avete già  partecipato a dei ritiri, noi li facciamo spesso ai nostri adolescenti, ai nostri giovani: c’è il momento del deserto, dove tu rimani un po’ solo, non è un momento con gli altri: sei solo,  a riflettere. Ecco, questi quaranta giorni ci servono a fermarci e a riflettere, lontano dagli altri, perché nella frenesia del nostro quotidiano,  noi non ci fermiamo quasi mai a riflettere. O riflettiamo di notte, quando dormiamo, o ci dobbiamo prendere un tempo! La Chiesa ci mette davanti questi quaranta giorni, come Gesù nel deserto; anche noi siamo chiamati a prendere questo tempo per noi,  un tempo che viene detto “tempo favorevole”. Un tempo per noi di quaranta giorni. 

C’è  un altro elemento nel deserto: nel deserto tu manchi dell’essenziale, non c’è acqua, non c’è cibo. È un po’ quello che viene proposto anche a noi: ricordate che mercoledì ci hanno dato tre elementi per vivere la nostra Quaresima: il digiuno, la preghiera, l’elemosina. Il digiuno è legato a quello che ho detto adesso: la mancanza di cibo e acqua, cioè il digiuno è toglierci qualcosa che normalmente  abbiamo per sentire un po’ questa fame, questa sete, perché noi siamo in un mondo in cui abbiamo tutto, troppo; e quando stiamo così,  nel troppo, ci dimentichiamo l’essenziale. Quando si parla di digiuno in questo tempo è  anche togliere questo troppo che ci riempie,  che può essere tante cose, non solo il cibo: oggi si parla anche del digiuno dal cellulare, dal fatto che siamo lì,  bloccati su questo  schermo; tutti noi, non solo i ragazzi, ma anche gli adulti. E ci sono tante altre cose, ciascuno di noi deve pensarci. Ma questa prima domenica l’invito è di entrare nel deserto, rendersi conto  che la Quaresima per noi è questo deserto.  Vedete, è un invito: “lo Spirito spinse Gesù nel deserto”. Lo Spirito lo invita a entrare nel deserto, dove rimane per  quaranta giorni.  E lì  viene tentato.

Anche questo è  interessante: la tentazione ci fa capire se siamo liberi. Infatti siamo liberi di cadere in tentazione o no. Se non ci fosse la tentazione  non so se ci sarebbe libertà.  Noi lì  ci giochiamo la nostra libertà. Lì  facciamo discernimento, che è una parola molto importante nella nostra  vita: lì dobbiamo discernere, lì  dobbiamo capire quale via vogliamo prendere. Lì forse Gesù ha potuto discernere se essere un re potente o un Messia umile, come l’abbiamo conosciuto noi.

E questo vale anche per la nostra vita: chi voglio mettere al centro della mia vita: io o Dio? Perché tante volte la nostra tendenza  è mettere noi stessi al centro,  mettere la nostra unica volontà.  Allora questo cammino nel deserto, questo cammino di Quaresima, questi quaranta giorni,  questo tempo favorevole ci è  dato anche per discernere,  ci permette di scegliere dove vogliamo andare, chi vogliamo mettere al centro della nostra vita.

Alla fine del Vangelo, ci viene detto che Gesù “andò  nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio, è diceva:

Il tempo è  compiuto e il regno di Dio è  vicino; convertitevi è credete nel Vangelo”

Il regno dei cieli è vicino: questo è l’annuncio che Gesù sta facendo a ciascuno di noi. “Il regno dei cieli è  vicino; cnvertitevi e  credete nel Vangelo”: cioè   credete nella buona notizia! Ii messaggio cristiano è un messaggio bello, è  una notizia bella che ci portiamo nel cuore, ma ci dobbiamo credere!  Se ci crediamo, diventiamo noi il Vangelo, cioè la buona notizia per gli altri! Se ci crediamo, noi diventiamo buona notizia! Noi portiamo la buona notizia agli altri, noi siamo la buona notizia; ed è questo che desideriamo essere.

Allora questo cammino, questo deserto, questi quaranta giorni,  questo tempo favorevole giochiamocelo! Prendiamocelo! Aiutiamoci a vicenda a camminare.

Ecco perché venerdì abbiamo proposto degli aiuti per sostenerlo: la scuola di preghiera, la via crucis, l’adorazione, la messa insieme, tutte queste  cose, per cercare di accompagnare questo momento. Non lasciamo passare la Quaresima così,  come un ennesimo tempo forte come un altro! Usiamolo invece per diventare noi stessi la buona a notizia. Amen

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