28 marzo 2024  Giovedì santo, Cena del Signore

Sui piedi stanchi l’acqua dell’amore

Stasera siamo tutti riuniti per l’inizio di questo triduo. Il giovedì santo è la giornata della comunità. Ed e  bello vedervi tutti qua: bambini, giovani, adulti, anziani, malati; gente piuttosto benestante e chi, invece, con problemi vari. Tutti siamo radunati attorno all’altare del Signore: perché oggi festeggiamo l’istituzione dell’Eucaristia:  il grande momento in cui il Signore istituisce l’Eucaristia e quindi il sacerdozio e la comunità ecclesiale, che si raduna intorno a questi eventi. Pregheremo dunque per questo, vi chiedo di pregare con intensità per questa comunità: abbiamo tutti bisogno di conversione; e la nostra comunità, come tutte le altre, ne ha bisogno.

Noi dobbiamo diventare una comunità profetica, una comunità che sa annunciare, con i gesti e con la vita, che il Signore è morto e risorto per noi, che ci ha amato fino in fondo, come abbiamo sentito anche nel Vangelo di oggi. Un Vangelo molto forte.

Un Vangelo molto forte, perché ci mostra dei segni davvero particolari. Gesù raduna i suoi discepoli intorno a quel tavolo e  a un certo momento, ci dice la Scrittura, si alza per lavare i piedi. Non è che lo fa prima della cena, lo fa durante la cena. Proprio per cercare di farci capire che cosa voglia dire  donarsi! È  questo che sta annunciando in questo momento. Si metterà a lavare i piedi ai discepoli lui, il Maestro, il Signore!

Sappiamo cosa rappresentano i piedi nel nostro mondo: quante volte i piedi vengono  usati per la violenza sugli altri! Abbiamo anche un’espressione in italiano: “pestarsi i piedi”: quante volte ci si pesta i piedi gli uni agli altri! Quante volte lo facciamo per imporci, con la nostra arroganza, per i nostri propri interessi! Ecco, la Chiesa, il Signore ha voluto metterci davanti agli occhi questo lavare i piedi ai discepoli. Gesù dirà: “Lavate i o piedi gli uni gli altri”!

Gli altri non è che ce li dobbiamo andare a cercare: sono tra di noi, sono quelli più  vicini, quelli con cui tante volte facciamo fatica, proprio a quelli lì devi lavare i piedi! Perché certe volte  è  più facile lavarli a quelli che non conosci che a quelli che vedi sempre, con loro è spesso più   difficile. Vedo che tanti fanno segno di sì. 

Ecco, noi vediamo Gesù inginocchiato davanti ai suoi discepoli a lavare quei piedi, quei piedi sporchi della polvere della strada, piedi che certe volte fanno fatica. Gesù li lava per dar loro forza, per riprendere il cammino.  È importante. Spero che dopo questo triduo della settimana santa noi ne usciremo con più voglia di camminare,  con più voglia di portare l’annuncio della Resurrezione a tutte le persone. Noi dobbiamo vivere intensamente questi giorni santi per poter risorgere con Cristo, per riprendere il cammino.

Stasera questo gesto Gesù lo compie di nuovo. Non solo lo fa con tutti noi, ma ci comanda di fare anche noi come ha fatto lui. Lo fa perché,  se abbiamo i piedi stanchi, se abbiamo i piedi sporchi, se abbiamo i pedi delusi, se abbiamo i piedi che non sono più disponibili a camminare,  possiamo rimetterci in cammino con lui. Ma ci comanda di fare lo stesso anche agli altri piedi, che mancano di speranza, che sono in una situazione di fatica, di difficoltà: anche a loro siamo chiamati a lavarli e asciugarli.

E c’è un altro gesto che viene fatto da Gesù,  un altro gesto che non è meno forte e denso di significato. Il Vangelo di Giovanni  ci duce che Gesù, nel Cenacolo, intinto il boccone, lo dà a Giuda Iscariota, figlio di Simone. È già straordinario vedere il Maestro, il Signore che si china a lavare i piedi dei suoi discepoli: quello era il gesto del servo, il gesto che faceva uno schiavo; per questo Pietro non vuole, per questo all’inizio Pietro non accetta questo gesto; come a volte succede anche a noi, quando abbiamo ricevuto il perdono di Dio, siamo noi a non saper perdonare a noi stessi e non accettiamo quel perdono: in realtà perché   siamo talmente tanto arroganti, abbiamo così poca umiltà, che facciamo fatica a volte ad accettare dei gesti di amore dagli altri. È vero, è  così. Ma qui Gesù fa un gesto d’amore immenso: questo intingere il boccone non significa che quello è il traditore, come qualcuno avrà  pensato. Nella tradizione ebraica offrire il boccone intinto è un segno di onore, è un segno di riguardo. Quindi, dopo aver lavato i piedi, fare questo gesto, è  un gesto di provocazione immenso per ciascuno di noi.  Lui sa che quell’uomo l’ha già venduto, lo sta tradendo; e comunque fa questo gesto d’amore immenso, un gesto di riguardo, un gesto d’onore! Ecco, vedete fin dove può arrivare l’amore di Gesù,  un amore senza limiti! Non c’è limite all’amore.  Ha dato la sua amicizia ai suoi discepoli,  a ciascuno di noi, chiamandoci per nome! Ha dato se stesso,  nel pane e nel vino! Ha lavato i piedi! E ora, quel boccone intinto: vedete, chi ama, non si arrende, non arretra nemmeno dinanzi al tradimento, che è già programmato,  già fatto, è già tutto pronto. È quello che Gesù fa a ciascuno di noi. E noi ci prendiamo quel boccone che ci dà tanta speranza, perché significa che perdona ognuno di noi,  qualsiasi cosa possiamo fare, lui è lì, che ci ama! E poi ci deve contagiare questo gesto, è un gesto d’amore che anch’io sono chiamato a ripetere! È un gesto d’amore esattamente  come lavare i piedi.

Dobbiamo chiedere di interiorizzare questo dono dell’Eucaristia, perché c’è tutto questo nell’Eucaristia; e ogni volta che faccio la comunione è  tutto questo che sono invitato a vivere! Perché  ognuno di noi è invitato a diventare uomo eucaristico, a diventare donna eucaristica: cioè un uomo e una donna che si dona totalmente: questa è la nostra chiamata.

Allora chiediamo al Signore oggi di interiorizzare i gesti che sono compiuti da lui nell’ultima cena, che noi questa sera riviviamo. Signore,  facci versare l’acqua della nostra preghiera,  della nostra accoglienza,  sui piedi delle tante famiglie che sono frantumate nel nostro quartiere,  che sono distrutte. Facci versare l’acqua della preghiera, dell’accoglienza sui piedi dei tanti giovani che non sanno trovare un senso alla loto vita,  che non sanno dov’è la strada, che non sanno chi seguire, che non hanno ancora riconosciuto che Gesù è la vita. Facci versare l’acqua della preghiera,  dell’accoglienza sui piedi dei tanti che bussano alle porte delle nostre case, della nostra chiesa, della nostra casa,  che hanno bisogno di aiuto, di sostegno. Facci versare l’acqua della preghiera, dell’accoglienza sui piedi di tanti bambini, di tanti ragazzi, di tanti adulti che forse non trovano padri, non trovano fratelli nella chiesa, nella nostra comunità e che hanno bisogno di una parola di accoglienza.  Facci dare, come a Giuda, il boccone intanto a chi forse ha poca attenzione verso di noi. Che il Signore possa farci sentire con forza dentro di noi quello che l’Eucaristia rappresenta per la nostra vita, quel nutrimento che, passo dopo passo, accompagna questa vita in cui abbiamo tanto tanto tanto bisogno di lui. Amen

Sostieni la tua Parrrocchia

Sostieni la parrocchia che diventa Green
grazie ai nuovi pannelli fotovoltaici