Venerdì 29 marzo 2024  Passione del Signore

Cos’è la verità

“Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità”, ci dice Gesù.  “Chiunque è  dalla verità, ascolta la mia voce.”

E  Pilato risponde: “Che cos’è la verità?”.

Ecco, credo, il dramma dell’uomo, di ieri è di oggi: Gesù è la verità. È la verità che non vogliamo vedere e che facciamo fatica a vivere. Questo è il cuore del mistero cristiano: mistero di passione, di morte e di Resurrezione. 

Noi vivi amo questi giorni ponendoci davanti alla croce. E lo faremo particolarmente questa sera.

Allora cerchiamo di rileggere, anche alla luce della Pasqua, l’intera esistenza di Gesù.  E finalmente troviamo il nostro posto. Perché noi ci dovremmo chiedere oggi chi siamo. Chiediamoci se la nostra vita è addormentata, come erano addormentati i discepoli nell’orto dei Getsemani; o se, come alcuni di loro, pensiamo che si possa affrontare tutto con la spada. O se, come Pilato, davanti alle nostre responsabilità,  siamo pronti a lavarci le mani. O se resta in noi traccia della disponibilità del Cireneo, per aiutare chi porta la croce. O forse siamo uno di quelli che fanno in fretta a barattare il vero re con il Barabba di turno. O forse siamo come quelli che, davanti ai crocifissi del nostro tempo, tirano dritto senza curarsene o peggio, prendendoli in giro, come abbiamo sentito anche nel racconto della Passione. O forse invece siamo come la Madre: sappiamo sostare, sappiamo compatire, sappiamo condividere, sappiamo pregare, sappiamo sperare.

Proviamo veramente a non sciupare questi giorni santi che abbiamo davanti, quelli che stiamo vivendo in questi giorni.

La verità si trova su quella croce. Lì c’è tutto. Lì c’è l’umanità voluta da Dio. Lì c’è l’amore di Dio che va fino in fondo, che non si risparmia.  E così ci dà la direzione, il senso della nostra vita.

Voglio concludere con un piccolo esempio di vita personale. Un po’ di anni fa ero andato a sciare in Piemonte, a Limone; ed era un giorno con una nebbia fitta come non l’avevo mai vista; così tanto, che sembrava di essere nel latte, non avevo nessun riferimento visivo. Talmente tanto da sentirmi male, mi veniva da vomitare. Non so se vi è mai successo: al corpo, se non ha nessun riferimento visivo, succede qualcosa, sta male. Ecco quello che volevo dirvi: è così la vita . Noi abbiamo un riferimento, noi cristiani l’abbiamo, e quel riferimento è la croce. Vedete, noi nelle nostre chiese abbiamo il crocifisso. Abbiamo il crocifisso semplicemente perché quello è il riferimento del cristiano. Questo dà senso alla mia vita.  Questo mi spiega che cos’è l’umanità  che il Signore desidera. E io ho bisogno di questo, ho bisogno di quel riferimento per capire la direzione che devo prendere. Se no, sarò come in quella nebbia, perso. Ma non solo perso, starò proprio male! Ecco, l’umanità di oggi è così, ha perso il riferimento, ha perso la croce! E certe volte anche noi cristiani  rischiamo di dimenticarci che cos’è la croce. Ci siamo così tanto abituati a vederla dappertutto, nelle nostre case, che rischiano di dimenticarci che quello è il nostro riferimento: qui c’è dentro tutto, qui è la verità sulla nostra vita, qui  è il senso della nostra vita.

Quindi noi adesso, quando andremo a venerare il Crocifisso, ricordiamo che lì abbiamo il nostro Nord, la nostra direzione, il nostro riferimento,  la nostra vita: la verità tutta intera. Lì si trova la nostra vita. Amen

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