Sabato 30 – domenica 31 marzo 2024  Pasqua di Resurrezione  Veglia Pasquale

Noi testimoni di un annuncio immenso

Resurrezione Arazzo – Musei Vaticani

Abbiamo iniziato la domenica delle Palme dicendo che non si può vivere la settimana santa senza riconoscere che siamo amati gratuitamente,  al di là dei nostri meriti.

Giovedì  Gesù ci ha fatto capire che l’amore è fattivo: “Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”

Ieri, davanti al Crocefisso, abbi amo scoperto che lui ci ha amati da morire, per non fare morire noi.

E quest’oggi? Quest’oggi abbiamo vissuto l’attesa, fino a questa notte; perché l’amore  è  paziente, dà tempo al tempo. E poi abbiamo sentito queste letture, che una cosa rivelano: l’amore. L’amore e la fedeltà di un Dio che ama il suo popolo.

Eccoci ora davanti a questa icona biblica: tre donne, di buon mattino, in quell’ora in cui si passa dal buio alla luce, vanno a prendersi cura del corpo di Gesù come sanno, con il poco che hanno. E questa è la forza delle donne, la grande fedeltà delle donne, che hanno una vocazione all’amore ben più  forte di noi uomini, forse perché le donne sono le custodi della vita. Queste donne amano Gesù anche da morto; l’amore è proprio il filo rosso di questa settimana.  E  dovrebbe essere così tutta la vita.

Guardando, videro che il grande masso era già stato spostato.  Pasqua, vedete, è la festa delle pietre rovesciate. E questa pietra rovesciata è l’imboccatura del mio cuore, all’ingresso della mia anima.

Queste donne, abbiamo sentito,  sono piene di stupore, sono disorientate; hanno paura, eppure entrano! Queste donne sono fragili e nello stesso tempo forti. E  incontro a loro c’è questa grande sorpresa: un messaggero. Un messaggero giovane, perché il mondo intero questa mattina è nuovo, è  fresco, è  giovane. E il suo un annuncio sembra essere la bella notizia: “Gesù,  che avete visto crocifisso, è risorto, non è qui!”.

È bello questo: non è qui! Lui c’è,  vive, ma non è qui! Non è in un cimitero, non è là dove c’è la morte,  lui è vivente! È un Dio sorprendente nella vita! C’è,  ma va cercato al di là delle tombe: in giro per le strade, per le case, dovunque! “Là dove c’è l’amore, là  c’è Dio”.

E a questo punto viene affidato loro un immenso, grandissimo annuncio: Andate! E dite  della Resurrezione a ognuno!  A ognuno di noi, che siamo i testimoni! E ci è  data una missione. “Vi  precede” dice la Scrittura. Perché la missione non parte da noi, è lui che avanza alla testa di questa lunga carovana dell’umanità che si è messa dietro a lui: che si mette verso la vita, verso la Terra promessa, verso il Paradiso.

Il filo rosso di questa settimana, l’abbiamo detto, è l’amore! E c’è un movimento d’amore dentro la vita, che non le permette mai di stare ferma, che la rimette sempre in moto, soprattutto dove c’è una morte; che la rilancia dopo ogni caduta; che per ogni uomo che uccide, cento ce ne sono che curano le ferite. Un movimento d’amore che non ha mai fine. La violenza non può fermarlo, anche se sappiamo quanta ce n’è oggi, nel nostro mondo, basta accendere il  televisore per accorgersene; ma nessuna violenza umana mai potrà arrestare questo flusso vitale, questo amore grande! E questa è la Resurrezione.  E noi? Noi ne siamo testimoni.  Noi siamo chiamati a raccontare! Noi abbiamo ricevuto questa missione! Noi, cari amici, con le nostre fragilità, le nostre sofferenze, le nostre difficoltà: noi siamo chiamati a portare l’annuncio dell’amore immenso che Dio ha per ciascuno di noi, un amore che non si spegne mai.  Amen

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