Uomo dove sei?
Nella sua saggezza, la Chiesa ci offre una liturgia con letture tra loro opportunamente collegate. Per capire bene cosa ci dice il Vangelo, dobbiamo partire dalla prima lettura. Nel libro della Genesi, nel brano del peccato originale che abbiamo ascoltato, c’è una domanda che mi è piaciuta sempre tantissimo: “Dove sei, uomo?”. Una domanda essenziale, che il Signore pone a ciascuno di noi.
“Dove sei, uomo?”. Ma la cosa che più mi colpisce è la paura che ha Adamo: il Dio che ti ha creato, quel Dio che passeggiava con te la sera nel giardino dell’Eden, il tuo amico, il tuo Creatore; il tuo amante, colui che ti ha creato per amore: ora ti fa paura? Il giorno prima non era cero così! Ma ora l’uomo si nasconde da Dio!
Ecco, noi sappiamo quanto questo sia vero nella nostra vita! Un insegnamento grandioso, questo, perché è all’inizio della storia dell’uomo. Un uomo che ha paura di lui!
Se oggi si chiedesse all’umanità: dove sei, uomo? Dove sei umanità, oggi? In particolare nel mondo occidentale, cosa troviamo? Un uomo al centro di tutto, che vuole comandare su tutto, dalla nascita alla morte, con leggi terribili che vengono poco a poco adottate in tutti i paesi, dove l’uomo decide chi deve vivere e chi deve morire: questo sarebbe proprio il posto di Dio! E noi abbiamo fatto cadere Dio dal suo trono e messo l’uomo al suo posto. È il progetto di Satana che stiamo mettendo in atto: l’uomo che diventa il centro dell’universo. È terribile! E tutto quello che il cristianesimo aveva portato dopo la civiltà romana, lo stiamo perdendo totalmente. Perché quando portiamo al centro l’uomo, ecco che Dio diventa quello che ci disturba.
Esattamente come Adamo. Pensiamo che Dio ci tolga la felicità, che non ci renda iberi, perché l’immagine di libertà che abbiamo è quella di fare ciò che ci pare è piace: questa è la libertà che stiamo insegnando ai nostri figli. Crediamo che la libertà sia questa, non sia amare, non sia fare il bene, volere il bene dell’altro, no: è fare quello che mi pare. E allora, quando la pensiamo così, cosa succede? È l’egoismo che prevale, con tutto quel che consegue. Vedete quanto questo sia attuale, perché noi spesso ci troviamo a considerare Dio un problema per la nostra vita.
Come colleghiamo tutto questo al Vangelo? Nel Vangelo si dice che intorno a Gesù si era radunata una folla tale, che non potevano neppure mangiare. I discepoli dicevano: “È fuori di sé “.
Sua madre e i suoi fratelli lo vanno a cercare; e, quando gli dicono: “Tua madre e i tuoi fratelli ti aspettano fuori”, lui risponde: “Chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli?”. E ci dà una risposta che vale anche per il problema di prima, quello di Adamo ed Eva: ”Ecco mia madre, ecco i miei fratelli. Perché chi fa la volontà Dio, colui è per me fratello sorella e madre”.
Qual è il problema di Adamo ed Eva? Che non hanno fatto la sua volontà, hanno saputo obbedire. Ma attenti! Non è quell’l’obbedienza per cui noi siamo schiavi di un Dio onnipotente che ci schiaccia per farci sottomessi, non è questo: la visione cristiana di Dio non è questa. Noi aderiamo a un amore! Noi ci sentiamo amati e obbediamo a quell’amore. Proprio come so che mio padre e mia madre mi amano e obbedisco loro perché so che mi vogliono bene. Ma qui c’è qualcosa ancora di più, perché Dio è’ perfetto, non può sbagliare. I genitori possono sbagliare, Dio non sbaglia: io obbedisco a un amore perfetto, a un amore infinito. Io obbedisco perché mi sento amato! E chi ci ha insegnato questo? Chi ce l’ha fatto capire con le parole e con la vita? Cristo, il nuovo Adamo. L’uomo nuovo, l’uomo che ha pianto nel giardino degli ulivi perché non voleva morire, ma che dà la vita perché capisce che la deve dare: “Non sia fatta la mia, ma la tua volontà “. È il nuovo Adamo. È l’umanità come dovrebbe essere secondo il progetto di Dio, una umanità legata al suo Creatore.
Vedete il legame che c’è tra il Vangelo e la prima lettura? E vedete perché poi, sempre nel Vangelo, Gesù racconta la parabola della casa saccheggiata e dell’uomo forte. Noi dobbiamo rafforzare l’uomo interiore, perché lo Spirito del male c’è. C’è, ce ne accorgiamo tutti i giorni. Allora, per rispondere alle tentazioni e per non cadere, ci è chiesto di rafforzare l’uomo interiore, di rafforzare il nostro legame con Dio. Siamo tutti fragili. San Paolo dirà che abbiamo “un tesoro in vasi di creta“. Il tesoro è la grazia di Dio che ci è stata donata, è l’amore che ci è stato donato. Noi siamo fragili e dobbiamo rafforzare l’uomo interiore, è importante! E come lo rafforzano quest’uomo intende? Con la vita dei sacramenti, grazia su grazia che ci viene donata; con la preghiera, il legame con Dio; e con la Parola, che cerchiamo di vivere e mettere in pratica. E, attenzione, con la carità! Senza la carità cadiamo nel devozionismo, cioè cadiamo nel riti, rischiamo di fare come i Farisei all’epoca di Gesù! Senza la carità, la nostra fede non ha senso. Quando è stato chiesto a Gesù qual è il più grande comandamento, ha detto: “È uno solo: amare Dio e amare il prossimo “. Non basta amare Dio. Non posso amare Dio se non amo il prossimo. Altrimenti non sto veramente amando Dio, ma la mia idea di Dio.
Quindi l’insegnamento che oggi il Signore ci dà è molto importante. E il mondo di oggi ha bisogno di sentire questa parola. I cristiani nel mondo occidentale , quello che è il più imborghesito, ha perso la fede. Non si rende conto di quanto abbia perso. Abbiamo ridotto la fede a un ritualismo, che separa la vita quotidiana dalla vita di fede, mentre fede e vita sono insieme, proprio perché non posso essere diviso, come dice il Vangelo. Il principe di questo mondo cerca sempre di separarci dall’amore di Dio, ma noi siamo fatti per essere uniti a lui: e non troveremo mai libertà, non troveremo mai felicità, se non siamo uniti a lui. Perché nel nostro dna abbiamo bisogno di lui. Possiamo negarlo, ma né noi, né la società troverà pace finché non si riunirà a lui. Amen