1 dicembre 2024  Prima domenica di Avvento

Pellegrini di speranza

Bene, , abbiamo ascoltato il Vangelo dove si parla della fine del mondo.

Sembrerebbe che ci dovremmo ancora porre alcune domande,  se l’anno  liturgico nuovo lo iniziamo con la fine del mondo!  Ma noi sappiamo che fine vuol dire inizio, vuol dire cambiare, ricominciare, nascere di nuovo. Come sappiamo che la fine della nostra vita qui sulla terra non è per noi la fine di tutto, ma che per noi è una pasqua, un passaggio. E questo lo dobbiamo avere bene in testa, quando leggiamo le Scritture. Infatti noi  dovremmo avere sempre nel cuore questa attesa: è l’ attesa del faccia a faccia con Dio, l’attesa di poterlo incontrare; un’attesa che è  questa voglia di Cielo che abbiamo ciascuno nel cuore: perché, quando sogniamo la felicità per i nostri figli e per noi stessi, quando sogniamo qualcosa di bello, di nuovo, di pace, di giustizia, noi sogniamo Dio. Noi sogniamo di poter essere con lui, è questo che abbiamo nel più profondo del cuore. Soprattutto quando siamo addolorati per quello che succede fuori, per questa guerra che continua! Avete sentito in questi ultimi giorni che di nuovo la guerra sta ricominciando in Siria! Pensavo a Samer, il nostro organista, che viene con la sua famiglia proprio  da Aleppo, che è stata presa di nuovo dai ribelli islamici. Sembra che non finisca mai questa violenza continua!

Pensate a quanto  questa violenza in varie forme penetra anche nelle nostre famiglie, quante volte intorno a noi sentiamo di coppie che scoppiano e quando scoppiano ne deriva molto spesso tanta durezza, tanta cattiveria, fino ad arrivare alla violenza, proprio nel nostro mondo.

Ma nella prima lettura il Signore ci dice: “ Ecco, verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla  casa di Giuda.  In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra”.

Noi cristiani siamo i portatori di questa promessa!

Sì, noi siamo portatori di questa promessa perché dal nostro Battesimo abbiamo ricevuto grazia su grazia! Ogni volta che riceviamo un sacramento, riceviamo delle grazie, ogni volta che il Signore ci parla è amore che ci chiede e che ci dona, al di là delle sofferenze che possiamo vivere in questo momento, dentro di noi. Nel più profondo di noi, ci deve essere la certezza di una chiamata più alta. Ecco perché nel Vangelo ci viene detto: “Risollevatevi e alzate il capo!

Cosa succede nella nostra vita? E’ che a volte siamo così concentrati sul nostro ombelico, siamo così ripiegati sulla nostra piccola vita, siamo così rinchiusi su noi stessi, che il Signore ci chiede di alzare la testa, di risollevare il capo, di guardare in alto, di guardare più lontano. Gesù passa nella nostra vita, ma ricordatevi sempre che Gesù passa in maniera molto discreta, piccola, nell’umiltà; e questo lo scopriremo ancora adesso nelle feste di Natale. Gesù non appare nella gloria, Gesù appare nell’umile villaggio di Betlemme; Gesù appare in una grotta.

 Gesù appare nel piccolo; e  passa nella nostra vita attraverso i poveri, attraverso tante persone che bussano alla nostra vita; ma se noi abbiamo il capo abbassato su noi stessi, non vedremo passare Gesù, non lo vediamo! Ecco perché il Signore ci dà questo tempo particolare, questo tempo dell’Avvento: questo tempo di preparazione, di attesa..

Il tempo dell’attesa è un tempo che noi dobbiamo Svegliare: svegliare! Questo significa che è  un tempo di veglia, che noi siamo svegli! Non è un’attesa passiva, è un’attesa attiva, è un’attesa dove io sto sperando per qualcosa di nuovo! Perché se io dentro di me capisco che sono portatore della speranza, dell’attesa, allora c’è qualcosa di diverso, allora vivrò in maniera diversa: vivo con un’attesa dentro. E quando c’è un’attesa, c’è un desiderio. Quando la tua ragazza non c’è, quando sai che lei deve venire, tu sei nell’attesa, non è  così? Tu sai che c’è il desiderio di incontrarla, è come il Cantico dei cantici, ricordate? c’è questa attesa: così deve essere per noi il Natale. Così deve essere la vita cristiana, un’attesa! Un desiderio abita dentro di noi!

 Deve abitare questo desiderio. Se non abita questo desiderio in noi, Cosa abbiamo dentro? Dov’è la nostra speranza? Ed è questo, l’Avvento: è questo, è questa veglia, è ritrovare il posto del desiderio, il posto dell’attesa: in un mondo che l’attesa non la vuole, vuole tutto subito. Invece le cose belle, le cose belle si costruiscono con il tempo, come il vino:  il primo vino non è il migliore; non vale per tutti i vini, ma per quelli buoni, sì!

Noi, vedete, siamo vasi di creta, siamo quello che siamo: tutti conosciamo i nostri difetti, i nostri limiti; siamo vasi di creta, ma dentro abbiamo una promessa per la vita, dentro abbiamo una promessa meravigliosa, dentro abbiamo qualcosa di bello da trasportare. Ed è questo che noi dobbiamo condividere con i nostri amici, con la gente che abbiamo attorno, condividere con chi ha bisogno.

Noi siamo portatori di speranza, e il Giubileo ci farà riscoprire questo. Infatti, sapete, questo è proprio il tema di questo Giubileo: Pellegrini di speranza. Noi tutti lo siamo, noi tutti siamo pellegrini di speranza! Noi tutti portiamo questa luce dentro di noi: non la spengiamo! Non spegniamo questa attesa, non spegniamo questo desiderio, anzi!

Dunque l’Avvento è questo, ed è questo che noi vogliamo far scoprire ai nostri bambini, è questo che vogliamo far scoprire a questo mondo!

Veramente, apriamo il nostro cuore a questa grande promessa che il Signore ci ha fatto. Amen.

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