26 gennaio 2025 Terza domenica del tempo ordinario

La scrittura che avete ascoltato, oggi si è compiuta!

 Si capisce  perché papa Francesco ha scelto questa domenica come la domenica della parola. Nella  prima lettura ci veniva detto che il popolo veniva radunato e che il sacerdote Esdra portava la legge davanti all’assemblea di uomini e  donne, di quanti erano capaci di intendere; e leggeva il libro e tutti erano in piedi. Tutto questo non vi ricorda qualcosa? È quello che abbiamo fatto noi con il Vangelo: ci siamo alzati in piedi e abbiamo ascoltato la Parola; è per dare solidità, per dare importanza, perché noi non la possiamo ascoltare seduti !

Voi sapete che, quando una persona importante entra, ci si alza:  adesso forse un po’ meno, perché magari c’è  5tďchi sta sulla sedia a rotelle… e  quando entra una personalità, ci si alza, no? E’ un modo per dire: ti ho visto, sei importante, mi alzo. Io non so adesso, ma prima, a scuola, quando entrava il professore, ci si alzava!

Non so se oggi è ancora  così. Prima era così, per noi  più vecchi, perché era un modo di rispettare la persona che stava entrando. Ecco, noi ci alziamo per ascoltare la parola di Gesù, Il Vangelo: la buona notizia, la buona notizia per la nostra vita.
E vedete? Ed è per questo che oggi i nostri bambini riceveranno proprio in Vangelo, questa buona notizia!

Perché la devono anche loro portar a casa, per gustarla in famiglia, questa buona notizia!

 
Perché è così importante la parola di Dio? Perché ci mettiamo in piedi? Perché l’ascoltiamo attentamente? E perché prima abbiamo fatto dei segni particolari?

E Dove  li abbiamo fatti questi segni? Li abbiamo fatti sulla fronte, sulla bocca e sul cuore. Proprio perché abbiamo detto che questa parola noi  la vogliamo intendere, la vogliamo vivere con tutto il nostro cuore e la vogliamo proclamare con la nostra bocca.

I segni che facciamo in chiesa non sono segni così, che la tradizione ci dà e basta. Hanno un significato. E’ bello renderci conto e poi farlo con quel pensiero, con la consapevolezza di quello che sto dicendo e facendo.

Sapete che, quando diciamo Amen, stiamo dicendo: “ sì, ci credo. Ci credo e così sia“.

Prima, , quando si diceva Amen (e le nostre nonne lo sanno!), dicevano: ”e così sia, ma  nel senso dell’: Amen. E così sia, ci credo! Ecco perché tante volte vi ho fatto ridire: Amen alla fine della preghiera del Credo, che dicevamo insieme ai genitori; e quando c’è il Battesimo; a un certo momento diciamo: Noi ci gloriamo di questa fede! E voi mi rispondevate: Amen. Cioè da una parte c’era la  parola che diceva “Ci gloriamo di questa fede” e dall’altra c’era la risposta della assemblea, che doveva essere quella che viveva questa parola! Ma   la esprimeva con un Amen fiacco, non sicuro, non convinto!
Quindi quello che stavamo dicendo non aveva niente a che fare con quello che stavamo vivendo! Ecco perché vi chiedo tante volte di ripetere, dicendo: “ Forse non avete sentito?” e vi ripeto le cose; e voi, a quel punto, mi date un bel “Amen!” corposo, quello di tutta la l’assembla! Ecco: tutto quello che viviamo nella nostra liturgia ha un senso!

E questo che noi dobbiamo scoprire ed è a questo che dobbiamo stare attenti,  perché la Parola è importante!

Prima di venire a messa abbiamo avuto una catechesi con le famiglie e il tema è proprio la comunicazione in famiglia. Perché ci siamo resi conto che la bambina, all’inizio, proprio i primi giorni della sua vita, comincia a imparare, a comunicare in famiglia ed è in famiglia che   impari a parlare, a esprimerti. E, prima ancora di parlare, sai far capire se sei contento o se hai fame o sete, quando ancora non sai parlare. E lo fai in famiglia. Il comunicare lo impariamo da subito, all’interno delle nostre relazioni più care.

Il Signore fa la stessa cosa con noi. Il Signore si comunica. Si è comunicato e ha comunicato il suo amore: prima di tutto nella creazione e poi ha continuato parlando attraverso i profeti; e sappiamo quanto questa comunicazione sia difficile  per noi e quanto sia difficile tra di noi! E quanto sia difficile  comunicare; e quanto sia difficile  ascoltare; e sappiamo quanto poco ascoltiamo il Signore!

A un certo momento il Signore, capendo che l’umanità non riusciva ad andare avanti, ha fatto sì che il Verbo si incarnasse:  è quello che abbiamo celebrato a Natale! Il Verbo si è fatto carne attraverso Gesù Cristo: vero uomo e vero Dio. Attraverso Gesù noi capiamo veramente che cosa è la nostra vocazione, la vocazione umana!

Noi, attraverso di lui, capiamo come dobbiamo vivere, chi siamo! Noi, attraverso di lui, ci rendiamo conto anche della grandezza che siamo: pensate a Dio che si abbassa e si fa uomo. Questo vuol dire che è una grande dignità:  non siamo un nulla; e lui ci accompagna con la sua Parola.

Lo dicevo all’inizio riprendendo la Scrittura, lampada per i nostri passi.

Ora diciamoci la verità: quanto realmente questa parola di Dio è importante per noi? Quanto realmente mi accompagna nella vita e nelle scelte di tutti i giorni? Quanto faccio crescere questa parola che è seme nella mia propria vita? Che terra è la mia vita per il seme della parola? Riesce a crescere, o muore, perché manca l’acqua? Quanto la parola è per me significativa? Quanto per me dà senso alla vita di tutti i giorni?

Non sto cercando una vita oltre la morte, ma la vita di tutti i giorni, la vita concreta in cui io devo prendere delle decisioni, devo far crescere i miei figli. Quanto la Parola indica il cammino da seguire?

 Queste sono domande che oggi devono rimanere nel nostro cuore. E tutta la settimana ci devono accompagnare far riflettere.

Quanto per me la Parola è vita? Perché sì noi lo diciamo, anzi noi lo cantiamo,  diciamo che la parola è vita. Ma quanto lo è realmente? Sappiamo che siamo bravissimi noi cristiani a metterci in bocca tante belle parole, ma poi, nella vita di tutti i giorni?

Vedete, Gesù alla sinagoga dice una cosa meravigliosa: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”.

Oh! guardate che questa Parola qua che Gesù dice, la dovremmo poter dire ognuno di noi, dopo averla sentita: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato!”.  Alla fine della nostra giornata, se noi la mattina ci siamo alzati leggendo il Vangelo del giorno, noi dovremmo  andare a letto, alla fine della giornata, dicendo : “Oggi si è compiuta la Scrittura!”. Sarebbe meraviglioso! Questo dovrebbe essere mettere la Parola in pratica!

Però, tante volte, nella nostra miseria, la Parola ci scivola via! Quante volte succede che usciamo dalla chiesa e diciamo: “OH Dio, ma che cosa è la parola di oggi? Cosa abbiamo letto?
È così. Come quando qualcuno viene e allora chiede: Cosa ti è piaciuto? No, perché sai…. Sappiamo che è così anche la comunicazione! Mai riusciamo a riflettere sulla nostra relazione, perché: sì, è bello, cantiamo l’Alleluia, ci alziamo; certe volte incensiamo, nei  momenti forti. Quindi diamo importanza a questa Parola!                     Qui è solo dedicata alla Parola di Dio (indica l’altare e l’Ambone). L’abbiamo voluto fisicamente. Questo è l’Ambone, l’altro è un leggìo, un’altra cosa. Ma questo è l’Ambone: la tavola della Parola. Sapete, Il Vaticano II Ci ha raccontato l’importanza delle due tavole: la tavola eucaristica e quella della Parola. L’Eucarestia non si può celebrare senza la Parola di Dio.

Ricordate i discepoli di Emmaus, che  non avevano capito niente della parola e Gesù, e lui  si mette accanto a loro nel cammino. E spiega loro tutta la scrittura! Proprio per dire quanto è importante è   questa Scrittura nel nostro cammino.
Ricordatevi del momento liturgico più importante dell’anno: la veglia di Pasqua, in cui riprendiamo la Genesi;  e ripercorriamo la storia della salvezza attraverso la Scrittura, con una grande storia della nostra famiglia. Ci sediamo e ci raccontiamo qual è la nostra storia.

Quindi questa Parola da sempre accompagna l’umanità. E ancora oggi  continuiamo a essere accompagnati da questa Parola.

Ecco, allora ecco la seconda lettura, quella di san Paolo, che ci dice che siamo tante membra, ma un solo corpo! Ricordiamoci quindi che anche noi siamo tanti, tutti diversi! Siamo uniti da questa Parola che ci accompagna nei giorni della nostra vita.

Diamo fiducia e fede a questa Parola! Solo lei può salvare e accompagnare la nostra vita! Amen

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