
Eccoci, cari amici, iniziamo questi momenti che ci vedranno ogni giorno radunati come comunità, insieme a vivere passo dopo passo gli ultimi momenti del Signore.
Nella seconda lettura, nella prima lettera di San Paolo ai Corinzi, Paolo scrive: “ Fratelli Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso.” È l’essenza della vita cristiana.
Quello che abbiamo ricevuto siamo chiamati a trasmetterlo. È la bellezza della missione cristiana.
È bello, perché non teniamo niente per noi stessi. Doniamo quello che riceviamo. È bello pensare che il Signore ha bisogno di noi, per trasmettere la bellezza del suo amore, del suo verbo.
È bello pensare che noi siamo messaggeri della buona notizia. È bello pensare che la grazia passa attraverso di noi per poi andare. È bella la missione dei cristiani.
È bella la nostra vocazione, è bella questa nostra chiamata, che oggi ci raduna qua per poi mandarci missione. È bello pensare che ogni volta che ci raduniamo è per prendere forza e ripartire in missione. È bello pensare che ogni volta siamo dei mandati.
Non siamo gente che deve rimanere al suo posto, aspettando un non so che. Un Dio che deve tornare, il Signore, il ritorno del Signore. No, già siamo mandati in missione, già siamo missionari, sempre, perché abbiamo ricevuto e tanto. Quello che abbiamo ricevuto trasmettiamo e oggi vediamo il cuore di quello che abbiamo ricevuto. Oggi, l’abbiamo sentito, il Signore raduna i Suoi discepoli per la Pasqua.
Oggi capiamo che cosa vuol dire il Signore, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, gli amò sino alla fine. Noi siamo amati sino alla fine. Cosa ha voluto fare il Signore? Ce lo dice, aveva voglia di radunarci, per donare.
Aveva voglia e dice:” Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, fate questo in memoria di me. Questo è il mio corpo che è per voi, fate questo in memoria di me.”
Cosa fa il Signore? Ricrea l’alleanza, quella che avevamo perso con il peccato, quella che vi ricordate della Genesi, che poi leggeremo la notte di Pasqua, quella dell’inizio.
Che cosa è venuto a fare il Signore? Ricreare questa alleanza, ritrovarsi.
Qual è l’essenziale di tutto, l’essenza di tutto è questa unità. Il Signore ci vuole con sé, Dio ci vuole con sé.
Ricrea l’unità e come la ricrea questa unità? Ardentemente ha voglia di noi. Come lo fa? Facendosi qualcosa di molto semplice: Pane e vino.
Cosa fa il Signore? Si fa merce consumabile. Si fa cibo per il nostro cammino. Si fa qualcosa di cui noi abbiamo bisogno tutti i giorni.
Si fa presente nella nostra vita per entrare in noi. Ogni volta che noi facciamo la Comunione riceviamo questo germe di eternità.
Lui entra in noi. Lui vuole creare questa unità. Noi usciamo da qui, uniti a Dio.
Noi usciamo e diventiamo messaggeri di Dio, perché siamo uniti a Lui. Lui questo cerca di noi, questa unità. Questa è la Comunità. Questo desidera il Signore. Vuole quella unione con noi, cari amici. Ecco quello che ci lascia.
Ecco il suo desiderio grande, l’alleanza nuova, eccola qui. Noi ci siamo radunati questa sera attorno all’unico altare, l’unico pane, l’unico vino.
Insieme facciamo unità e questa alleanza come ce la dona? Dando se stesso, perché subito dopo, cosa succede? Ce lo dice il Vangelo. Si cinge i fianchi e lava i piedi. Si mette al servizio e chiede agli altri di fare la stessa cosa.
E davanti all’orgoglio di Pietro, che per orgoglio, non per umiltà rifiuta, Lui dice: “Tu ancora non lo capisci, ma lo capirai”. Perché per ricevere questo amore, per accettare l’amore di Dio nella nostra vita, per potersi unire fortemente con Lui, dobbiamo fare questo passo di umiltà. Dobbiamo accettare questo amore, anche se non siamo un granché . Dobbiamo accettare questo, siamo amati. Non possiamo fare altro, siamo amati, malgrado quello che siamo. Malgrado i nostri limiti, malgrado la nostra povertà, siamo amati.
Ha dato la vita per noi, é morto per noi e ci chiede di donarci anche noi, ci chiede di lavare i piedi degli altri. Ci chiede di donarci l’uno all’altro, lo avete sentito. Ce lo lascia come testamento.
Sono le sue ultime parole alla sua comunità, a noi, alla nostra assemblea e le ultime parole di Gesù arrivano, sono qua: “Lavatevi i piedi gli uni agli altri.”
Mettetevi al servizio gli uni agli altri. Pensate che mondo sarebbe. Pensate che quartiere sarebbe, se noi ci mettessimo l’uno al servizio dell’altro.
Pensate, voi che siete centinaia questa sera seduti qua. Se centinaia di voi eravate volontari in questo quartiere, per fare il bene. Questa è la vostra vocazione. Questa avete nel cuore. Certo, servite nelle vostre famiglie , ma dovete andare oltre. Dovete servire il vicino. Pensate quanti malati, quante persone sono nella vostra scala, nel vostro condominio e lì siete chiamati a servire, lì siete chiamati ad amare. Certe volte costa fatica, costa sacrificio, ma questo è il testamento del Signore a ciascuno di noi. Noi riceviamo e trasmettiamo, ma trasmettiamo non con la lingua, è facile con la lingua, non basta con la lingua.
Noi dobbiamo trasmettere con i gesti, tutti noi dobbiamo trasmettere con il cuore.
Ecco quello che il Signore ci lascia questa sera e noi vogliamo essere uniti a lui.
Poi lui porterà i suoi discepoli, li porterà lì nel giardino degli ulivi e gli chiederà di pregare, di stare uniti a lui ed è quello che faremo anche questa sera. Questa sera lì, davanti all’altare della riposizione. Questa notte vogliamo stare con lui. Lui che ci chiama a stare con lui sempre, perché noi non possiamo trasmettere niente se non siamo con lui.
Se no, non trasmettiamo che noi stessi e cosa trasmettiamo di noi stessi? Il nostro orgoglio.
Noi è l’amore che dobbiamo trasmettere e con l’amore che abbiamo ricevuto, con l’amore che lui ha donato, vuole che noi doniamo. Questo è. Noi siamo chiamati a unirci a lui per trasmettere solo lui, non noi stessi, ma solo lui.
Allora, fra poco farò quel gesto simbolico della lavanda dei piedi, per riprendere l’esempio di Gesù. Lo faremo sulle persone che sosteniamo, lo faremo a persone che sostengono, ma nel nostro cuore, attraverso di me, tutti noi, desideriamo chiedere al Signore di allargare il nostro cuore, per mettersi tutti al servizio del suo amore. Quello che abbiamo ricevuto vogliamo trasmettere. Amen.