Omelia del Venerdì Santo 2025

“Chi cercate?” La prima domanda che sentiamo fatta da Gesù all’inizio, quando Gesù prende la parola, è la prima domanda che fa, chi cercate? La stessa domanda che aveva fatto ai discepoli di Giovanni, vi ricordate? Chi cercate?  Questa domanda la ripetete più volte, perché, dopo che cadono, gli fa la domanda: “Chi cercate?” E questa domanda la pone a ciascuno di noi, è una domanda importante, è la domanda del discepolo, al discepolo, quindi a ciascuno di noi. Cosa cerchiamo nella nostra vita? Perché siamo qui questa sera? Perché stiamo seguendo Cristo in questi ultimi giorni della sua vita? Ora, perché lo stiamo cercando? Perché lo stiamo seguendo? Cosa Gesù ci porta a questa nostra vita? Chi cercate? Noi sappiamo che la nostra fede non è dottrina, non sono principi, non sono valori, ma è una persona.

La domanda di Gesù è: “Chi cercate?”.  Noi vorremmo rispondere Gesù, Gesù Cristo, ma se ci guardiamo bene dentro, non sono sicuro che è la risposta giusta, la nostra. Lo cerchiamo realmente? Perché tante volte nella nostra vita ci perdiamo e cerchiamo tante altre cose.

Gesù è l’amore, l’abbiamo visto anche ieri. Si dona fino alla fine, si dona totalmente, si dona per amore. Chi cercate? Forse noi cerchiamo l’amore, un amore vero, un amore come lo ha vissuto lui.

Questa mattina con alcuni ragazzi siamo stati in ospedale e, come da alcuni anni facciamo, portiamo una croce dove non c’è un corpo, c’è solo la scritta sopra, perché il corpo poi è quello del malato, la croce la diamo alla persona nel suo letto e la tiene così.

 C’è chi piange, c’è chi la carenza, c’è chi la guarda e ogni volta penso a quanto è bello poter servire, quanto è bello poter amare. Alla fine questo è l’essenziale della nostra vita, questo in fondo cerchiamo tutti, l’amore.

 Ci perdiamo tante volte a ricercare un amore che passa, l’amore degli altri che può essere in mille modi, anche semplicemente l’attenzione dei nostri superiori. Quando, invece, l’essenziale è un amore vissuto verso l’altro, donato all’altro. Questa è la sorgente di felicità che tutti noi cerchiamo e che tante volte ci dimentichiamo. Bene, questa sera quando siamo lì, fra poco, adoreremo questo corpo crocifisso, adoreremo questa croce, questo luogo di tortura, che diventa luogo di dono, di amore e quindi di vita per noi, un luogo di morte che diventa vita, perché quando la vita è donata dà vita ed è questo quello che desideriamo, è questo.  Quindi ci avvicineremo a quella croce adesso, per adorarla. Noi vogliamo solo ringraziare il Signore per questo dono di amore e dirgli che vogliamo viverlo, lo desideriamo tanto, perché è l’unico senso della nostra vita, l’unico senso della nostra vita è questo, non ce n’è un altro.

Lo sappiamo, lo sentiamo, che questo ci darà la gioia che cerchiamo. Questo è solo questo. Veramente, guardandolo, baciandolo, inocchiandoci davanti a lui, desideriamo solo questo.

Solo che vedete, se non ci fermiamo ad adorare questo pezzo di legno e ci dimentichiamo che il nostro fratello nel suo letto è lo stesso Gesù che soffre, quello che incontriamo sulla strada è lo stesso Gesù che chiede. Perché avete sentito? Una delle ultime parole di Gesù sulla croce è: “Ho sete”. Ho sete! Ho sete del tuo amore.  Ho sete della tua ricerca, della tua presenza Ho sete di te! Ho sete di te! A che serve allontanarci da lui? A che serve scappare da lui? Lui dice ho sete. Quanti sono i poveri cristi che ci dicono ho sete e che noi non vediamo? È facile mettersi in ginocchio davanti a un pezzo di legno. È più difficile davanti alla carne che soffre.

Ma lì siamo chiamati. L’amore ha bisogno di essere donato, ha bisogno di essere condiviso, ha bisogno di essere testimoniato.

L’amore è così che vive, è così che arde, è così che è vivo. L’amore morto non serve a niente. L’amore morto non porta vita.

L’amore vivo è amore che si testimonia e che dà felicità.  E’ questo il desiderio di Dio per noi, ed è questo il nostro desiderio.

Noi tutti siamo qui perché cerchiamo la verità, la giustizia, la pace, la gioia e solo testimoniando quest’amore che noi potremo toccare con mano quello che ricerchiamo.

Che il Signore, allora, in quel gesto che faremo oggi, ci apra il cuore ancora una volta per vedere quei poveri cristi che sono accanto a noi.

Amen.

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